Roma può rifiorire

A cura di Pop, idee in movimento

Roma può rifiorire

Il volume è frutto di un processo di elaborazione collettiva che POP ha intrapreso a partire dall'incontro del 12 settembre 2020 svoltosi alla Tenuta della Mistica (Roma), con quattro gruppi di lavoro tematici per la sua redazione partecipata.

 

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Roma, primi giorni di luglio 2017. Difficile immaginare come un “Viaggio nella solitudine della politica” possa trovare cittadinanza in una città dove tutto sembra ruotare attorno ai palazzi del potere. Anzi, dei poteri, anche quelli piccoli piccoli ma non per questo meno insidiosi.

Cercheremo di starcene alla larga, non perché non possano essere interessanti e nemmeno per snobismo, ma perché chi ci ha vissuto per qualche anno già ne conosce le immutabili liturgie e l'aria stagnante. Percorriamo altre strade, per raccogliere parole e immagini di una Roma che non ti aspetti. Difficili persino da immaginare senza un moderno Caronte che ci aiuta ad accostarci a luoghi e personaggi che la cronaca ufficiale generalmente non sa vedere.

Occorre curiosità e un tempo disteso che puoi anche “perdere”, preferire la polvere piuttosto che i salotti buoni, le smentite alle conferme. Ne verranno fitte pagine di diario1.

In questo nostro vagabondare fra follie urbanistiche e palazzi occupati, volontariato sociale e cooperative agricole, luoghi formativi e street art, l'8 luglio arrivammo a casa di Marta2. Un palazzone come tanti che però ci riservava la sorpresa di una splendida terrazza su quella città che avevamo fino a quel momento percorso con la crescente sensazione di non esserci stati mai e che – vista da lassù – non poteva che darci conferma di quanto fosse difficile governarla.

Nel sapiente condurci in quella casa da parte di Silvano3, il Caronte di cui sopra, solo qualche parola spesa a mezza voce, per farci intravedere l'idea di un percorso politico cittadino che a quel tempo appariva totalmente eccentrico rispetto alla realtà – quella ufficiale – della politica romana.

Ne venne una conversazione che non prevedeva un argomento in particolare, se non l'incrocio dei nostri sguardi, che poi era lo scopo più vero del “viaggio”. Inevitabilmente parlammo di Roma, di quell'inestricabile matassa delle tante città che convivono nella sua area metropolitana, dell'intreccio di interessi e poteri corporativi che l'attraversano, delle potenzialità inimmaginabili spesso scambiate per problemi, del guardare con sospetto alla necessaria devoluzione dei poteri verso le Municipalità e tanto altro ancora.

Credo che il filo di quella conversazione non si sia mai più spezzato. Nelle forme di collaborazione con la scuola di politica Danilo Dolci, nel dialogo con Silvano e nella trama delle nostre letture, nella partecipazione agli itinerari del “Viaggio” da parte di Alessandro, Livia e Mauro4, nella presentazione romana di libri come “Sicurezza” e “Il monito della ninfea”, nella nascita di “Pop, idee in movimento” e, infine, nel prendere corpo di un lavoro collettivo che costruisce il futuro possibile di una città.

Così, mentre leggo “Roma può rifiorire” mi rendo conto di quanto l'ebbrezza della creazione politica e il fremito dell'apparire delle cose impossibili possa contagiare. Raramente un programma di rigenerazione di una città mi è sembrato tanto interessante e ricco di idee. Insieme visionario e autorevole.

A partire dal primo capitolo, ovvero come l'intreccio delle crisi climatica/ambientale, alimentare e sanitaria (la sindemia) impatti gli ecosistemi, in questo caso un'area metropolitana come Roma. Analizzando gli effetti che già si possono intravvedere ma insieme cercando le opportunità che si aprono per cambiare alla radice il nostro modo di abitare, il lavoro, la gestione dei beni comuni (dati compresi), il modo di sentirsi cittadini e di relazionarsi agli altri, il senso di responsabilità di ognuno di noi di fronte alle forme criminali che tendono a proporsi come stato sociale alternativo.

Per poi andare ad articolare un programma che in realtà si configura come un laboratorio permanente di rigenerazione urbana, la cui sostenibilità si misura non su progetti ed investimenti speciali ma sulla disponibilità diffusa al prendersi cura, mettendo in gioco grandi potenzialità materiali ed immateriali, ritornando sui propri passi per risanare il possibile, valorizzando l'immenso patrimonio culturale e storico. Senza dimenticare il tema cruciale dell'educazione permanente che, in un contesto nuovo e denso di trasformazioni, diventa essenziale come l'aria che respiriamo.

E per finire, dopo centocinquantadue pagine fitte fitte di idee e proposte, una testimonianza e insieme un riconoscimento: “la rinascita della città può partire da qui”. Sono le parole di Fabrizio Barca, in una postfazione che indica in primo luogo la necessità di scrollarsi di dosso tre rendite ingombranti: gli apparati dello stato, il consumo di suolo, la retorica del passato. Ecco allora che queste pagine dense di formicolio sociale e di lezioni di meraviglia diventano uno strumento per liberarsi dalla dittatura del presente e per fare uscire il confronto sul governo di Roma dalle secche politiciste.

Non so in cosa si tradurrà questo lavoro di elaborazione collettiva. Posso però dire che di certo chiunque abbia a cuore il futuro di Roma non possa farne a meno. (m.n.)


Per leggere o per richiedere copia di “Roma può rifiorire” dovete semplicemente andare su www.movimentopop.it

2Marta Bonafoni, giornalista e consigliera regionale del Lazio, presidente di Pop, idee in Movimento

3Si tratta di Silvano Falocco, economista ambientale e animatore della Scuola di politica Danilo Dolci

4Parlo di Alessandro Mengoli, Livia Mazzà e Mauro Arnese, carissimi compagni di viaggio.