La battaglia di Lepanto
martedì, 15 febbraio 2011
15 Febbraio 2011
Guerra nel cuore dell’Europa
domenica 20 febbraio 2011
20 Febbraio 2011
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Guerra nel cuore dell’Europa
domenica 20 febbraio 2011
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giovedì, 17 febbraio 2011

Devo dire che mi sono avvicinato alla lettura di "Paradiso e libertà" (Ponte alle Grazie, 2010) l’ultimo lavoro di Raniero La Valle, con una certa ritrosia. La ragione era quasi istintiva ed aveva a che fare con l’eredità del Novecento. Ho continuato a sostenere in questi anni la necessità di uscirne, di scollinarlo, di mettercene alle spalle la pesante eredità culturale e politica, ed insieme la necessità di darci nuove chiavi di lettura e pensieri, capaci di fare i conti con una storia iniziata nella speranza del paradiso in terra e conclusasi con l’orrore dei sistemi concentrazionari.

Raniero è invece un uomo del Novecento, ne rappresenta in pieno la ricerca più alta, la speranza, il travaglio. La sua storia di studioso, di giornalista e di uomo politico è incardinata sul secolo scorso e sulle sue grandi eredità: il Concilio Vaticano II, la Costituzione e il ’68. Il suo messaggio corrisponde ad un’antropologia positiva che fatico a leggere nel nostro presente (e a far mia), ma la sua narrazione è di grande fascino.

E il suo messaggio forte: le profezie si avverano – dice Raniero La Valle – perché i potenti cadono, perché l’uomo può farcela a riprendere nelle sue mani la propria storia. La sua religiosità è profonda, è la fiducia nell’uomo, "quel Dio peccatore", fatto a immagine (il bacio di Dio che ci ha fatti diversi dagli altri animali e per questo i bambini profumano) e somiglianza (l’uomo può essere anche il male ma, attraverso le parole di Gesù, sappiamo a chi dobbiamo assomigliare) di Dio.

E’ una gioia incontrare Raniero dopo molto tempo. Anche se le nostre strade raramente si sono incontrate, considero Raniero un amico e un maestro. Così, nella Sala degli Affreschi della Biblioteca comunale di Trento dove si presenta "Paradiso e libertà", mi avvicino per ringraziarlo dello straordinario dono che ci ha fatto con questo libro, scritto come lui dice per pagare un debito verso le generazioni a venire. Con una esortazione conclusiva: prendete nelle vostre mani questa eredità, lavoratela e rendetela uno strumento utile in un tempo che richiede compiti sconosciuti ad altre età.

E’ davvero emozionante ascoltare questo giovane ottantenne, la sua carica umana, la sua infinita cultura, il suo ostinato ottimismo. Se penso alla cattiveria che c’è in giro, all’aridità d’animo che alberga nei luoghi della politica, alla disumanità che veniva dalle parole di un consigliere del PdL che stamane, in terza commissione legislativa, sosteneva che il posto dove dovrebbero starsene gli orsi sarebbe la gabbia o il piatto, il sorriso di Raniero appare come un soffio sovra naturale.

Per questa ragione oggi mi fermo qui.  

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