Per uscire dal ventesimo secolo

Mattino buio e freddo, di quelli che vorresti solo star sotto le coperte, con il focolare acceso e con un bel libro. E invece... ho un lungo foglio di appunti, zeppo di cose da fare. Mi metto a scrivere, poi comincia a squillare il telefono. Le chiamate riguardano la scuola e mi rendo conto di quanto non sia affatto chiaro quel che bolle in pentola. Se anche le persone più intelligenti e amiche faticano a capire la partita che si sta giocando, diventa un problema.

L'editoriale di ieri del direttore de "L'Adige" parla di scuola trentina al massacro e chiama alla protesta sociale. Non lo sfiora nemmeno il dubbio che le cose non stiano affatto così e di essere caduti in un "trappolone" teso all'assessora Marta Dalmaso e alla scuola trentina nel suo complesso (e allo stesso Dellai) da quegli stessi soggetti di potere che nel corso della passata legislatura avversarono a tal punto la riforma sull'autonomia scolastica da costringere l'assessore Salvaterra a dare le dimissioni. Tutti a guardare il dito, anziché la luna.

Il fatto è che, accanto a preoccupazioni vere, ci sono visioni, giochi di potere ed interessi corporativi che s'incontrano in maniera perversa. Il tutto ricoperto da un polverone tale che risulta difficile richiamare le persone alla realtà. E poi dobbiamo dirci molto serenamente che la riforma della scuola trentina, quella vera dell'autonomia scolastica e della responsabilità, non è mai stata digerita, né dal corpo insegnante, né dagli studenti, né dai genitori. Né dalla politica, visto che in larga parte non se ne ha affatto memoria. Una politica senza memoria, questo si è riusciti a partorire.

Leggo sul "Trentino" l'intervista a Lorenzo Dellai e c'è molta assonanza con quel che ho scritto sul Corriere proprio ieri. Lui la memoria ce l'ha, eccome. Ed anche qualche responsabilità, nell'aver lasciato che la rivolta del palazzo alla legge Salvaterra mietesse nuove vittime. E forse con la maliziosa convinzione che questo avrebbe logorato più il PD che altri, che peraltro conta una parte importante della sua base sociale proprio nel mondo della scuola.

E così la scuola è in rivolta, almeno questo è il tam tam che prende corpo. Ne parliamo alla riunione del Gruppo consiliare, nel pomeriggio, ed ho l'impressione che anche qui una reale percezione dello scontro in atto non ci sia affatto. Se penso che proprio di questo abbiamo iniziato a parlare a gennaio di quest'anno nelle riunioni del gruppo di lavoro sulla scuola del PD del Trentino, sperando che in questo modo potesse crescere nel corpo sociale una consapevolezza di quel che stava covando sotto la cenere.

Bisogna parlarne, occorre reagire. Credo sia necessario parlarne al partito, con tutta urgenza. Purtroppo finisco tardi la riunione del Consiglio del Forum, che spazia dal nucleare che l'Italia ha deciso di riaprire al vento cupo che ci arriva dal voto della Svizzera contro i minareti. Cattivi presagi. In compenso i risultati del voto amministrativo di ieri nei Comuni di Cembra, Nago Torbole e Strembo, non sono male, anche se lasciando intendere un confronto piuttosto duro tutto interno al centro sinistra autonomista alle prossime amministrative di primavera. Ancora cattivi presagi. Continua a piovere ed è di nuovo buio.