Le ambiguità degli aiuti umanitari
Venerdì e sabato c'è la conferenza internazionale di Osservatorio Balcani e Caucaso. Appuntamento annuale di rilievo, quest'anno dedicato al ventennale della caduta del muro di Berlino. Il titolo è eloquente: "Il lungo ‘89". Come a dire che la transizione non è affatto finita e che l'Europa è ancora un'incompiuta. Sì, perché quando il muro cadde, le macerie finirono da entrambe le parti e se il comunismo uscì sconfitto anche il modello occidentale non stava poi tanto bene. La fine del bipolarismo fu una valanga che travolse tutto e la storia prese una piega forse imprevedibile verso la quale tutti si trovarono in braghe di tela. La guerra in Jugoslavia fu il simbolo di questo smarrimento e per questo era ed è tutt'oggi fondamentale studiarne la natura e comprenderne i messaggi. Il che - in larga misura - non è avvenuto e continua a non avvenire.
Perché stupirsi allora di un'Europa che procede all'incontrario? L'Europa era un progetto politico di pace, di superamento dei confini, di valorizzazione di ogni minoranza, di dialogo mediterraneo. Ci siamo svegliati dal sogno a dover fare i conti con lo scontro di civiltà, con le guerre che ne hanno dilaniato il cuore, con il proliferare dei confini.
La conferenza proverà a dare qualche risposta. Le persone chiamate a confrontarsi, di assoluto valore... L'intervento conclusivo della prima giornata di Boris Pahor, grande vecchio di un confine abbattuto ma non nei cuori e nei pensieri di chi vive fra Trieste e Gorizia, da non perdere.
Il mio compito è di coordinare la tavola rotonda dal titolo "Dove si è fermata l'integrazione europea?". Negli appunti che sto buttando giù, provo a porne una più radicale: dove si è fermato il progetto politico europeo? Domande che pesano come macigni sul nostro presente e futuro perché i fantasmi che s'aggirano per il vecchio continente si nutrono proprio dell'incapacità di almeno provare qualche risposta. Le conferenze dovrebbero servire proprio a questo. A domani, dunque, e buona notte.
PS. Gli incontri, le parole e gli impegni della giornata li riprenderemo nei prossimi giorni.