Il pianeta dei naufraghi

Mi sveglio al mattino e la mia guancia si è di nuovo gonfiata. Questo nonostante gli antibiotici che ho ripreso a prendere da sabato notte quando ho avvertito che l'infezione aveva ripreso il suo corso. Evidentemente l'ascesso non è stato estirpato e dunque devo modificare i miei programmi della giornata. Salto un paio d'appuntamenti nella mattinata, ma non riesco ad evitare un'intervista alla Rai sulle filiere corte, nonostante il mio faccione sia impresentabile. Le parole sono efficaci, l'immagine lascia un po' a desiderare.

Verso mezzogiorno mi metto nelle mani del dentista, che mi tortura per più di un'ora e mezza. Avrei voglia di tornarmene a casa, ma devo prima passare in ufficio e poi c'è la riunione del Gruppo consiliare. Si parla di riforma delle scuole professionali con l'assessore Marta Dalmaso, anche in relazione al fatto che martedì sera c'è una riunione straordinaria del Consiglio Provinciale, richiesta dalle minoranze proprio su questo tema. La mia impressione è che si sia fatto tanto rumore per nulla e che in buona sostanza l'iniziativa della Giunta sia sostanzialmente corretta.

Come spesso accade, però, c'è un difetto di comunicazione e, prima ancora, di condivisione del progetto più generale dell'autonomia scolastica, ma forse sarebbe più giusto dire di "una scuola dell'autonomia". Perché questa è la scommessa, non solo come risposta alle politiche di demolizione della scuola pubblica del governo Berlusconi, ma come idea di una scuola capace di pulsare con il suo tempo e con la sua comunità.

Credo che il passaggio chiave della "scuola dell'autonomia" possa essere individuato nel Protocollo PAT - MIUR sottoscritto dal Presidente Dellai con la allora ministro all'istruzione Letizia Moratti. Un accordo che suscitò nel mondo della scuola molte perplessità, ma che permise alla scuola trentina di intraprendere una propria strada virtuosa, resistendo ai tagli nazionali e valorizzando le competenze dell'autonomia.

La sfida, in buona sostanza, è ancora lì. Con un mondo scolastico refrattario all'autogoverno della scuola (e alla responsabilità che ne viene) e talvolta indisponibile a farsi carico dei processi di cambiamento che s'impongono. Avevamo avviato proprio su questi aspetti un lavoro di confronto nel Forum tematico sulla scuola, ma non tutti si sono sintonizzati attorno a quella riflessione tant'è vero che ora le spinte di una base sociale di riferimento nel settore muovono da atteggiamenti diversi e spesso contraddittori. E non tutti nel PD del Trentino la pensano allo stesso modo. Anzi.

C'è un lungo lavoro da fare, ma una cosa bisognerebbe non fare: rincorrere le spinte conservatrici e corporative che vengono dall'interno della categoria.

Vedremo domani come andrà a finire. Io domani sera devo disertare il Consiglio perché sono con l'assessore Pacher a Mezzocorona dove si preannuncia un incontro pubblico piuttosto interessante e vivace dal titolo "Non solo rifiuti. Dai prodotti di qualità alla chiusura del ciclo dei rifiuti", che si svolge tre giorni prima del raduno al Palarotary contro l'inceneritore promosso da alcuni comuni della Piana Rotaliana (spendendo la bella cifra di oltre 20 mila euro, alla faccia della sobrietà).

Finalmente riesco a tornare a casa. Il gonfiore non passa ma speriamo che il lavoro di ripulitura del molare in questione - insieme alla chimica - prima o poi faccia effetto. La giornata che mi attende non è certo leggera e uso il dopo cena per riordinare le idee e prepararmi. Sono le 23.35 e decido che è ora di staccare.