MirÚ
venerdì, 14 gennaio 2011
14 Gennaio 2011
Castello del Buonconsiglio, la sala gremita
mercoledì, 19 gennaio 2011
19 Gennaio 2011
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14 Gennaio 2011
Castello del Buonconsiglio, la sala gremita
mercoledì, 19 gennaio 2011
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lunedì, 17 gennaio 2011

Il capo del regime tunisino Ben Ali è fuggito in Arabia Saudita. Nelle scorse settimane sembra avesse dirottato negli Emirati Arabi un’immensa fortuna, alla faccia della gente del suo paese che vive in uno stato di crescente miseria. Ne parliamo con Saadi Brahmi e con Giorgio Tonini, per capire che cosa può mettere in campo il Parlamento italiano affinché la fase di transizione che la fuga di un presidente sostenuto per anni da Italia e Francia diventi una reale occasione di partecipazione democratica. Perché la preoccupazione più vera della piccola comunità tunisina presente in Trentino (circa 1.800 persone) è che effettivamente di transizione si tratti e non invece di un’operazione di camaleontismo. "E’ caduto il dittatore, ma non la dittatura" gridano in queste ore nelle strade di Tunisi. Si troveranno il giorno seguente a parlarne e non sarà una discussione facile, considerato che anche i regimi più duri si sono mantenuti al potere grazie ad un consenso diffuso. Ed anche il governo provvisorio, proprio per la presenza di personaggi di spicco del vecchio regime, sembra destinato ad aver vita breve.

M’interrogo su come la nostra comunità possa sostenere questo processo, come favorire una primavera democratica dopo anni di oblio della democrazia. Ne parleremo al Consiglio del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e provo a mettere giù qualche idea.

Nel fine settimana trovo finalmente il tempo per scrivere l’appello che il Forum, insieme alla Fondazione Opera Campana dei Caduti e al Consorzio dei Comuni del Trentino, lancerà a breve per dare vita ad una camminata per la pace che coinvolga in primo luogo gli amministratori locali trentini che a piedi dai loro comuni raggiungeranno il Colle di Miravalle a Rovereto. L’intento è quello di un momento di riflessione insieme individuale e collettiva affinché s’abbassino i conflitti ed insieme le voci gridate, perché la pace richiede capacità di dialogo e di comprensione. Avendo sullo sfondo la marcia Perugia – Assisi che nel 2011 compie cinquant’anni e i vent’anni della legge istitutiva del Forum. Ne esce un testo che mi sembra efficace e che sottopongo ai miei interlocutori con i quali andremo ad organizzare a maggio questo inedito evento, dopo che lo scorso anno un piccolo gruppo di consiglieri del Comune di Trento hanno aperto la strada.

Lunedì si riprende l’attività consiliare. La Terza Commissione legislativa si riunisce per l’intera mattinata con all’ordine del giorno l’esame del DDL della Giunta che modifica la normativa provinciale sui lavori pubblici e gli appalti impugnata in alcuni suoi articoli dalla Corte Costituzionale; il parere sul ricorso della PAT sull’impugnativa, sempre da parte della Corte Costituzionale, sulle competenze provinciali in materia di energia; la proposta di piano di riorganizzazione societaria nel settore dell’intermodalità. Il dibattito si accende sul tema della realizzazione del nuovo teatro all’aperto di Pergine Valsugana, iniziativa che ha determinato una forte reazione pubblica in relazione all’impatto urbanistico della struttura (la cui torre scenica tocca i 29 metri d’altezza, a ridosso del castello di Pergine) e della sua sostenibilità economica.

Ribadisco nel mio intervento come la scelta di investire in cultura sia giusta e condivisibile, ma che questa non può avvenire in dispregio del territorio e senza un impegno serio da parte della comunità locale e provinciale affinché l’impegno finanziario (si parla di 10 milioni di euro) non diventi un gorgo senza fine di denaro pubblico. Mi fa piacere che una scelta che solo qualche settimana appariva irreversibile oggi sia vagliata attentamente da parte della Giunta provinciale motivando così una fase di verifica, peraltro condivisa dalla quasi totalità dei commissari. In serata ne discuterà anche il Consiglio Comunale di Pergine, ma la pressoché unanime richiesta di verifica emersa dalla Commissione provinciale non troverà riscontro in Comune dove l’unica voce critica è quella della Lega. Davvero non capisco come i consiglieri e il circolo del PD locali non avvertano le molteplici criticità che questa operazione sta evidenziando. E così il disagio verso la politica va a nozze.

Discutiamo infine di orsi. Secondo i responsabili del ripopolamento delle nostre montagne, oggi gli esemplari presenti sul nostro territorio vanno da un minimo di 27 a un massimo di 31 soggetti. Insomma non si trovano poi tanto male. Chi invece vive come ingombrante questa presenza sono le comunità locali, che si vedono minacciate dalle incursioni negli ovili e pollai o nella distruzione delle arnie. In realtà non c’è mai stato in questi anni alcun episodio di aggressività da parte di questi animali e non si capisce bene quanta sia la paura e quanto invece la strumentalità di chi sulle paure ci gioca. Il paradosso è che i soggetti considerati "pericolosi" sono quelli che mostrano maggior socialità. L’orso è scomparso dalla nostra provincia in primo luogo per effetto della caccia e successivamente per una progressiva antropizzazione che ne ha ridotto lo spazio vitale. E quando lo spazio non c’è, semplicemente se ne va. Ho come l’impressione di trovarmi di fronte ad una metafora del nostro tempo.

 

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