
lunedì, 10 gennaio 2011
10 Gennaio 2011
venerdì, 14 gennaio 2011
14 Gennaio 2011Ad Andalo c’è la neve e finalmente anche il sole. Le vette del Brenta forniscono uno scenario molto bello ed è in questa cornice che si svolge Isodarco, la Scuola internazionale sul disarmo e la ricerca sui conflitti promossa dall’Unione scienziati per il disarmo, in collaborazione con l’Università di Tor Vergata e di Trento, Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, Fondazione Opera Campana dei Caduti, quest’anno giunta alla sua ventiquattresima edizione dedicata al tema "Eliminating Nuclear Weapons and Safeguarding Nuclear Technologies". Ottanta studiosi provenienti da ogni parte del mondo a confronto sui temi del nucleare, della proliferazione degli armamenti, delle nuove frontiere della tecnologia nucleare.
Con il reggente della Fondazione Campana Alberto Robol siamo qui a discutere con Carlo Schaerf (direttore del corso) e Mirco Elena (lo studioso trentino a cui si deve tutto questo) attorno agli obiettivi del corso e sulle linee di lavoro per l’edizione del prossimo anno. Una discussione interessante nella quale fra l’altro ci si confronta sul ruolo che Isodarco potrebbe avere nel quadro del riconoscimento della Fondazione in seno all’Assemblea delle Nazioni Unite e del programma annuale del Forum per l’anno a venire sul quale potrebbe sintonizzarsi l’attenzione (e la disponibilità alla ricerca) degli studiosi qui riuniti.
Sto lavorando affinché questa esperienza possa trovare un riconoscimento formale attraverso una convenzione fra i soggetti che sin qui l’hanno sostenuta, affinché rientri a pieno nel sistema trentino di impegno sui temi della pace e dei diritti umani, garantendone stabilità e continuità.
Scendiamo a Trento dove mi aspettano due incontri. Il primo è con Saadi Brahmi, piccolo imprenditore tunisino e trentino a tutti gli effetti. Ci conosciamo da molti anni e ci siamo dati appuntamento nel mio ufficio per parlare di quel che sta accadendo in questi giorni in Tunisia. E’ molto preoccupato per la sua gente ed è un fiume in piena contro il padre-padrone Ben Ali che da ventiquattro anni controlla con la sua cricca quel paese, con il benevolo sostegno di Francia e Italia (fin dai tempi di Craxi). Racconta di una corruzione devastante, tanto che gli ultimi finanziamenti del FMI sono finiti, dice Saadi, direttamente nelle sue cassaforti nel Dubai. Teme che tutto possa finire in un bagno di sangue, ma al tempo stesso c’è la speranza che il suo paese possa finalmente voltar pagina. Il problema è che gli intellettuali sono in carcere o nella diaspora, il sindacato ufficiale è legato a doppio filo con il regime (ma non le categorie che invece mantengono un legame la realtà sociale del paese) e un’opposizione vera e propria non c’è, se non quella che in queste settimane è scesa in piazza spontaneamente. Definiamo insieme un quadro di cose da fare, sul piano dell’informazione e della pressione politica istituzionale.
Lascio Saadi con una giovane giornalista del Corriere del Trentino e le collaboratrici del Forum e vado in Provincia dove ho un appuntamento con il Presidente Dellai. Parliamo di "Politica è responsabilità" e del suo impegno ad esserne il direttore per quindici giorni (a partire dal 17 gennaio) con una tesi sulle sfide della seconda parte della legislatura in corso. E’ l’occasione per un veloce scambio di opinioni sulle difficoltà della politica, italiana e trentina. Ci mettiamo d’accordo per le date della delegazione della comunità trentina in Palestina, quando si andrà a siglare un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Agricoltura palestinese per la valorizzazione dei prodotti locali di cui abbiamo discusso in occasione della visita in Trentino del ministro all’agricoltura palestinese Ismail Daiq. Si dovrebbe concretizzare a metà marzo ma la cosa richiede preparazione, tanto sul piano dei contenuti che dell’organizzazione.
Tunisia e Palestina, altrettanti tasselli di un lavoro sul mediterraneo, sulla pace, sull’immigrazione, sulle radici culturali tutt’altro che estraneo rispetto al nostro presente e futuro. Arriva la notizia dell’espressione della Cassazione sul "legittimo impedimento", una soluzione a metà che comunque avrà effetti concreti nelle ore successive. Che sia il crepuscolo, come per Ben Ali, anche da quest’altra sponda del mare?