
giovedì, 30 dicembre 2010
30 Dicembre 2010
domenica, 9 gennaio 2011
9 Gennaio 2011Il Messico è un paese così grande ed interessante che meriterebbe un tempo disteso per attraversarlo di lungo e in largo. Nei pochi giorni che avevamo a disposizione siamo stati in due città, Oaxaca e Città del Messico. Una piccola città di un milione e passa di abitanti ed una grande città che invece ne conta quasi trenta. Come immergersi in una moltitudine umana rispetto alla quale le nostre piccole comunità appaiono quasi come delle rappresentazioni naif.
Eppure l’incrocio degli sguardi è quanto mai utile. Perché il confronto viene spontaneo e non è affatto facile indicare chi è avanti o chi è indietro, chi rappresenta il presente e chi il futuro. In questo il Messico non smette mai di stupire, nel suo rappresentare una frontiera della postmodernità come nelle sue isole di arretratezza, nelle sue dinamiche di sviluppo come nelle sue forme di esclusione sociale, nella ricchezza del suo dibattito culturale come nell’esposizione alle peggiori forme delle derive televisive.
Nella libreria Gandhi di Coyoacan, una delle città che compongono la sterminata metropoli del Distreto Federal, l’autrice che più compare è Hannah Arendt. La stessa cosa accade alla libreria dell’Unam, la più grande università del mondo. Ma nei locali pubblici l’immancabile televisione accesa trasmette in continuazione la spazzatura più ignobile.
Mentre ci trasferiamo verso l’aeroporto per la partenza mi chiedo come possa funzionare un agglomerato urbano tanto grande che invece sembra funzionare molto di più delle nostre città invase dall’immondizia. Così mi viene da pensare al nostro dibattito sull’inceneritore e, visto da qui, proprio non capisco come ci si possa aggrovigliare nel cortocircuito ideologico in cui è caduta una piccola comunità che rappresenta più o meno l’1,5% degli abitanti di Città del Messico, praticamente un piccolo quartiere dei distretti di quella città.
E’ con questo stato d’animo, un groviglio di immagini contrastanti, che attendo in questo enorme scalo aeroportuale l’annuncio della partenza del volo che ci porterà prima a Barcellona e poi a Milano. Rimane dentro ciascuno di noi il piacere di aver riabbracciato vecchi amici e di averne trovati di nuovi. E la considerazione che queste relazioni sono il sale delle nostre esistenze.
E, sotto questo profilo, l’inizio del nuovo anno non poteva essere migliore.