sabato 13 giugno 2009
13 Giugno 2009
martedì 16 giugno 2009
16 Giugno 2009
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lunedì 15 giugno 2009

Per chi come me ha iniziato ad occuparsi delle cose del mondo con la tecnologia della Lettera 22 e del ciclostile, fare una riunione su Skype con Sarajevo ti dà il senso di com’è cambiato questo nostro mondo. Con il gruppo di lavoro di "Viaggiare i Balcani" nella capitale bosniaca, facciamo il punto delle attività programmate. Per fortuna nessuna tecnologia può sostituire il contatto diretto, tant’è vero che mettiamo in cantiere un incontro a Prijedor in occasione del seminario di Promotur del prossimo fine settimana e alla prima occasione di un mio viaggio nella regione.

E’ da gennaio che non vado di là del mare. Un mordi e fuggi di due giorni, ritagliati fra i mille impegni di un’agenda che non dà tregua, macinando duemila chilometri fra una domenica e un lunedì. Alla faccia della lentezza. Così ora i Balcani un po’ mi mancano. Mi manca quell’opportunità di sguardo nitido sul nostro tempo, mi mancano le suggestioni di un mondo solo in apparenza chiuso nel proprio passato, l’ironia di questa gente e tutto il resto.

Dico a Valentina che fra una settimana sarò a Reggio Calabria a presentare il libro, lei originaria di Vibo Valentia ma ormai bosniaca e che lì ha piantato le sue nuove radici. Tonino Perna, l’amico con il quale nell’estate del 1999 ci siamo inventati l’Osservatorio sui Balcani e che il 23 giugno promuove la presentazione, è un po’ il suo maestro  politico e prometto di dargli un abbraccio da parte sua.

Finita la riunione con Sarajevo corro al gruppo consiliare dove mi aspettano Armando e Fabio per fare il punto sul progetto "Politica responsabile", nel quale intendiamo far confluire la rete partecipativa costruita durante la campagna elettorale di novembre. Avevamo proposto che il progetto fosse preso in carico dal PD del Trentino in quanto tale, ma a quanto pare non ci sono sufficienti risorse. Personalmente ho un impegno con gli elettori che intendo rispettare, ma al tempo stesso vorrei evitare che l’iniziativa si appiattisse sulla mia persona. Cerchiamo quindi di promuovere un collettivo di pensiero e ci diamo appuntamento per la serata di giovedì.

Alle 12.30 è convocato il Gruppo Consiliare del PD. Queste riunioni sono più organizzative che altro e le posizioni di ciascuno faticano ad uscire anche per il carattere informale e frammentato degli incontri. Fra le varie cose in ballo c’è l’annunciata riforma delle autonomie locali, ma rispetto alle proposte che avanza l’assessore regionale Margherita Cogo avverto (e manifesto) una profonda distanza (come del resto aveva già fatto l’Assemblea del partito qualche settimana fa). Non solo non ci sono le occasioni di approfondimento, ma ho come l’impressione che ciascuno si orienti come gli pare.

Alle 16.00 mi vedo con Luisa Chiodi e Marco Vender che mi aggiornano sul convegno annuale di OB (da un po’ di mesi a questa parte OBC, con un Caucaso in più) che a novembre, in concomitanza con l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, proporrà un’occasione significativa di riflessione sul valore di questi vent’anni… le speranze, le tragedie, i confini e quel che ne rimane.

Metto a punto un po’ di cose per il Consiglio Regionale del giorno dopo e poi vado alla FBK, in via S.Croce, dove c’è il primo incontro promosso dalla Fondazione Trentina Alcide De Gasperi dal titolo "Maggioranza e Democrazia". Le riflessioni che ci portano Marco Brunazzo e Fulvio Cortese non sono affatto banali nel sottoporre a verifica il "principio di maggioranza", indagando attorno a quell’"elefante invisibile" che sta dietro le modalità democratiche fin qui sperimentate. Non è filosofeggiare sulla democrazia e i suoi aggettivi (che crescono più i sostantivi perdono di significato), ma sulla necessità di sperimentare attorno all’imperfezione del metodo democratico. E mi sembra di straordinario interesse quel "town meeting" che in autunno metterà insieme a Rovereto trecentotrentatre trentini in un’operazione di ascolto e restituzione sul "Trentino del futuro". Ci ritorneremo senz’altro.

Silvia Nejrotti, amica torinese di grande sensibilità con la quale ho condiviso l’esperienza di Unip, mi sta aspettando e la raggiungo. Sarà a cena da noi ed è un grande piacere cucinare per lei.

 

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