sabato 6 giugno 2009
6 Giugno 2009martedì 9 giugno 2009
9 Giugno 2009lunedì 8 giugno 2009
Proprio una settimana fa se ne andavano inghiottiti dal mare Rino, Luigi e Gianni. Non so se il mare mai restituirà quei poveri corpi ma sento dentro di me che vorrei che li custodisse per sempre, come se un naufragio li avesse portati chissà dove.
Sento il bisogno di questo pensiero leggero nel riprendere una nuova settimana di lavoro. Per non prendersi troppo sul serio, anche quando cominciano ad affluire i risultati delle elezioni per il rinnovo del parlamento europeo.
Ho creduto nell’Europa. Nelle mie frequentazioni balcaniche o mediterranee l’Europa rappresentava in sé, senza aggettivi, un progetto politico di prossimità e di apertura, a fronte del sorgere di confini invalicabili laddove prima non c’erano. Mentre il muro si sgretolava, altri e più resistenti ancora prendevano corpo.
Ora, nel vedere i risultati e prima ancora i dati dell’afflusso alle urne, è come se la realtà si svelasse alla faccia delle nostre speranze. Numeri che mi fanno male e che non voglio vedere. Così alle 9.00 mi immergo prima al gruppo e di seguito nella saletta commissioni del Consiglio provinciale nel testo del disegno di legge sulle filiere corte che stiamo cercando di unificare. L’esito, almeno questo, è positivo e alla fine dell’incontro con Michele Ghezzer siamo soddisfatti del lavoro compiuto, intravedendo la possibilità di portare a casa una buona legge.
Nel pomeriggio salta la riunione settimanale del gruppo e ne approfitto per incontrare l’assessore Pacher e per fare con lui il punto su una serie di cose che abbiamo in ballo, dalla viabilità della Piana Rotaliana al Parco Agricolo dell’Alto Garda, dagli impianti sul Colbricon ai progetti presentati alla PAT che prevedono di alterare il corso dell’Adige con una serie di centrali idroelettriche dal forte impatto ambientale.
Finito con Ale, ho appuntamento con Martina e Francesca che collaborano al Forum per la Pace, per definire programmi e impegni per il futuro.
Fra un appuntamento e l’altro sbircio i risultati delle elezioni europee e i primi dati sulle amministrative. Quest’ultimi sono un mezzo disastro per il centrosinistra, ma quel che più mi turba sono i dati del voto per l’europarlamento, quelli generali come quelli locali, attenuati solo dall’ottimo risultato in termini di preferenze conseguito dal nostro candidato locale Michele Nicoletti. Non ce la farà ad essere eletto, ma se questa candidatura avesse trovato una convergenza territoriale più ampia l’esito avrebbe potuto essere diverso. Un’occasione sprecata e tanti motivi per riflettere. Che provo a mettere nero su bianco in un articolo dal titolo "Messaggi europei".
Si è fatta sera e decido di immergermi nei risultati elettorali, navigando su internet per cercare di cogliere quel che le nude cifre non rivelano. Non è la temuta debacle, ma il quadro del mattino seguente sarà piuttosto desolante.
