terra futura
venerdì, 28 maggio 2010
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lunedì, 31 maggio 2010
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sabato, 29 maggio 2010

Non amo le bandiere. Devo però riconoscere che mentre il vessillo internazionale del popolo rom veniva issato per la prima volta in un luogo pubblico di questo paese la commozione è stata fortissima. Un momento storico, dice emozionato il reggente della Fondazione Opera Campana dei Caduti Alberto Robol, ed è proprio così. Peccato che in pochi se ne siano resi conto, del resto lo sappiamo, occuparci di questa gente che viaggia "in direzione ostinata e contraria" non porta certo consenso.

Al Colle di Miravalle in questo sabato mattina c’è una piccola folla, sinti e rom provenienti dalla Spagna, dalla Serbia e dall’Italia. Ci sono i rappresentanti di Aizo, l’associazione che ha organizzato con la Fondazione l’evento di questi giorni. Ci sono i ragazzi del coro di Rovereto e un gruppo di giovanissimi gitani che s’improvvisano al canto con il maestro Santino Spinelli. E poi gli amici trentini, orgogliosi – malgrado una comunità distratta – di ospitare questo evento che amaramente bisogna definire coraggioso.

Il Sindaco di Rovereto declina l’invito, lasciando volentieri la fascia tricolore alla sua assessore Bertolini. In compenso vedo con piacere che Andrea Miorandi c’è, così come Giulia Robol. In tempi dove la politica è in primo luogo apparire, prendo atto con rammarico di essere l’unico consigliere provinciale presente, qui in rappresentanza del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani che ha contribuito a rendere possibile questo atto di civiltà. Ci sono anche l’assessore del Comune di Trento Violeta Plotegher, Micaela Bertoldi, Luciana Chini, Maria Natalizia D’Amico… Nella giornata di ieri c’era stato il saluto dell’assessore Lia Beltrami e l’intervento dell’on. Letizia Detorre.

Juan De Dios Ramirez Heredia, già eurodeputato gitano e Presidente Romani Union di Spagna, nel suo caloroso intervento descrive la bandiera (O styago le romeno), creata nel 1933 dall’Unione generale dei Rom di Romania e approvata nel congresso mondiale dei Rom del 1971. Due colori orizzontali, il verde della terra e l’azzurro del cielo, con al centro una ruota raggiata rossa che si trova anche sulla bandiera dell’India, luogo d’origine del popolo rom e sinto. Ringrazia il Trentino per questo evento straordinario. Ma qui mancano i trentini e, a ragion del vero, mancano anche i rom e i sinti, troppo perduti nella loro esclusione dal riuscire a sollevarsi anche solo per un momento dall’emarginazione quotidiana.

Per Carla Osella, Presidente Nazionale A.I.Z.O. rom e sinti e una vita dedicata al popolo dei campi, e Giunluca Magagni, artefice dell’avvenimento, un momento di gioia e commozione davvero grandi.

Il professor Santino Spinelli intona "Gelem, gelem", musica e parole che nella versione di Saban Bairamović mi hanno accompagnato per anni nei miei viaggi balcanici. Racconta di strade, di tende, di dolore, di olocausto. E del bisogno di rialzarsi. Un giorno speciale, che meritava maggiore attenzione. I giornali locali del giorno dopo, nelle loro prime pagine, preferiscono parlare di sport.

1 Comment

  1. RF ha detto:

    L’altra mattina sono salito anch’io al colle di Miravalle con i bambini del Minicoro. Era la terza volta che in questi mesi salivamo, prima per la bandiera della Serbia e quindi per quella dell’Albania. Erano presenti diversi genitori dei bambini, alla fine tutti abbiamo convenuto che il saluto e la presentazione della bandiera Rom da parte di Juan De Dios Ramirez Heredia ci ha profondamente colpito nel nostro animo. Nella lingua spagnola a tutti noi facilmenta comprensibile ha spiegato che in fondo è come se la bandiera dei Rom avesse sempre sventolato sul colle perchè guardando oltre la Campana vediamo l’azzurro del cielo e il verde della terra proprio come i colori della loro bandiera.
    Partecipando a queste iniziative con i bambini del Minicoro cerchiamo di portare nel loro animo la cultura di Pace e di relazione con gli altri popoli