
mercoledì, 19 maggio 2010
19 Maggio 2010
venerdì, 21 maggio 2010
21 Maggio 2010Con Ali Rashid ci conosciamo da una vita. Centinaia di incontri, manifestazioni, iniziative a sostegno del diritto del popolo palestinese alla terra che ha sempre abitato ed Ali era sempre il punto di riferimento. Poi negli anni ’80 ci siamo trovati, per gli strani intrecci delle nostre esistenze, ad abitare insieme a Roma, quando il comune impegno diventa amicizia e poi qualcosa di più, il mio fratello arabo. A quel punto le scelte di vita ti possono anche portare lontano, ma il legame profondo rimane ed il nostro dialogo è diventato paradossalmente ancora più stretto, la nostra fratellanza profonda. Così, quando Cristina mi chiama per dirmi che durante la notte Ali ha avuto un infarto e che è in rianimazione all’ospedale, rimango senza parole. La realtà della vita ti appare in una luce diversa, avverti la vacuità delle cose che fai e la fragilità dei tuoi programmi.
Difficile riprendere quel che stavi facendo, incontrare Mauro e Federica per organizzare l’incontro di giugno a Bagnacavallo sul tempo della cooperazione, andare alla conferenza stampa per presentare l’iniziativa "Vediamoci a Scampia", la fiera del libro che il prossimo fine settimane si svolgerà nel quartiere di Napoli simbolo della resistenza della società civile contro la camorra e magari provare a dire qualcosa di intelligente, concentrarsi sull’attività istituzionale, partecipare al nuovo appuntamento dell’itinerario "Passi e parole" dedicato alle rotte lungo la via della seta ed infine tenere un’affollata serata a Sardagna sul tema dell’acqua come bene comune.
Tutte cose che cerco di fare al meglio, ma con la testa altrove, ingombra di angoscia. E di un retro pensiero che ti tira per la giacca e che ti obbliga a fare i conti con il senso del limite. Alla faccia degli impegni che incombono o che dovresti mettere in agenda, oggettino che scandisce il delirio quotidiano. In serata mi arriva un messaggio che un po’ mi rasserena, "il decorso sembra positivo" mi scrive Luciano, e così il veleno quotidiano del fare che ti tiene in vita può riprendere a scorrere.
Dai, signore di Lifta, vedrai che ce la faremo anche questa volta.
2 Comments
vai pla plan michele, che l’stresa l’è la macina! stai pu atento te vedi a arezzo, po’ a trent po’roma po’ a assisi,po’ a napoli,po’ a ravenna(pul darse che ge sia).
Basta en pizgon su nà recla e i te ferma.
Tienimi informato sulla salute di Ali.Ho capito che abita a Roma?
Va bene, Gianni, ma la cultura del limite non è facile da imparare. Ali abita a Orvieto, ora è in ospedale a Terni dov’è stato portato in rianimazione.
Un abbraccio
Michele