domenica, 23 agosto 2009
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lunedì, 24 agosto 2009
24 Agosto 2009
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venerdì, 7 maggio 2010

Al Maso Toldin di Pressano presentiamo il disegno di legge che mi vede primo firmatario sul tema dei fondi rustici. Abbiamo deciso di presentare questa nostra seconda proposta di legge sull’agricoltura (dopo quella diventata legge sulle filiere corte) in un luogo simbolico che rappresenti l’economia reale, l’impegno professionale e la passione di persone impegnate nell’agricoltura come a rappresentare una possibile risposta alla crisi finanziaria che sta mettendo a dura prova la moneta europea e la stessa Europa.

Ho continuato a dire in questi mesi che la natura di questa crisi non era affatto congiunturale bensì strutturale, come conseguenza di un perverso rapporto fra economia e finanza, laddove quest’ultima ha invaso il campo movimentando capitali almeno dieci volte superiori dell’economia reale. E che, in assenza di nuove norme di regolamentazione del mercato finanziario, non sarebbe cambiato nulla. Le vicende di questi giorni non fanno altro che darmi ragione.

Come rispondere? Come può un piccolo territorio abitare questi processi senza subirli passivamente? Con quali strumenti e scelte ci attrezziamo per evitare che il crollo finanziario metta in ginocchio l’economia locale?

La risposta che intendiamo percorrere è l’affermazione dell’economia reale contro quella virtuale e, contestualmente, la riqualificazione dell’economia affinché emerga l’unicità dei prodotti del territorio. Per vincere questa sfida l’agricoltura trentina deve cambiare. Sapendo puntare sulla qualità e sulla diversificazione colturale e produttiva. Di qui la proposta delle filiere corte e dell’educazione al consumo. Di qui l’orientamento secondo criteri di qualità nell’utilizzo del patrimonio pubblico, in questo caso dei fondi rustici ovvero le proprietà dei comuni e della provincia di terreni non soggetti ad uso civico.

La proposta presentata si prefigge essenzialmente tre obiettivi: realizzare un’anagrafe dei fondi rustici di proprietà pubblica in provincia di Trento; regolamentare le modalità di affitto dei fondi rustici comunali attraverso criteri improntati alla trasparenza, alla qualità e all’economia del territorio; destinare una parte di queste proprietà, quelle in prossimità con il tessuto urbano, agli orti didattici, agli anziani, alle fasce deboli di popolazione che ne facciano richiesta.

Oggi la modalità di affitto dei fondi rustici segue la legislazione nazionale che prevede unicamente il criterio del miglior offerente. Noi invece ci proponiamo di declinare il concetto di proposta "vantaggiosa" introducendo un punteggio per l’assegnazione dei fondi che faccia riferimento ad una serie di criteri che possano favorire i giovani agricoltori (per beneficiare dei contributo provinciali devi lavorare una superficie non sempre disponibile oppure segnata da costi d’affitto elevati), le produzioni di qualità e biologiche, le aziende del territorio, gli agriturismi.

Più ci addentriamo nell’argomento, più ci rendiamo conto del peso specifico della problematica sollevata, per la rilevanza delle aree comunali o provinciali in questione (solo i terreni del demanio idrico ammontano in trentino a più di 19 mila ettari) come per il loro pregio, specie nei fondo valle.

Con noi (oltre al sottoscritto, il capogruppo Luca Zeni e Michele Ghezzer che con me ha lavorato nell’elaborazione del DDL) al Maso Toldin ci sono i rappresentanti della Confederazione Agricoltori (il presidente Flavio Pezzi e il direttore Massimo Tomasi) che ci hanno sostenuti nell’elaborazione di questa proposta, diversi candidati del PD di Lavis (Massimiliano Pilati, Norma Micheli, Piergiorgio Forti, Francesco Ghenzi…) nonché il candidato sindaco del centrosinistra Giancarlo Rosa. E poi ci sono Ciro e Marina che sono i titolari dell’azienda agrituristica che ci ospita. Persone deliziose, orgogliose del loro lavoro, che partecipano alla conferenza stampa e che ci preparano un ottimo buffet per tutti i partecipanti. Anche Ciro Devigili è anche candidato nella lista del PD del Trentino a Lavis e dalle sue parole si percepisce come la sfida di un’agricoltura di qualità possa essere decisiva per un progetto di sviluppo sostenibile del territorio.

Come spesso accade, l’attenzione dei media laddove non c’è clamore o pettegolezzo è quello che è. Del resto, lo sappiamo, l’informazione è l’altra faccia della politica, la loro degenerazione si rincorre. Ma non per questo ci perdiamo d’animo. Fra i processi reali e quelli virtuali, analogamente per l’economia, scegliamo i primi.

La giornata è ancora molto lunga. Ma ne parleremo domani.

 

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