domenica, 17 maggio 2009
17 Maggio 2009
martedì 21 luglio 2009
20 Maggio 2009
domenica, 17 maggio 2009
17 Maggio 2009
martedì 21 luglio 2009
20 Maggio 2009

martedì, 19 maggio 2009

 

Avrei bisogno di fermarmi un attimo, per metabolizzare la giornata precedente. Istintivamente mi viene da dire che, nonostante tutto, il confronto avvenuto nella scelta della figura del presidente del Forum trentino per la Pace abbia rappresentato una opportunità di crescita per tutto il Forum e che per la prima volta tale elezione sia stata motivo di un confronto vero sulle linee di lavoro del Forum stesso.

Ma il tempo che dovrei darmi stride con gli impegni.  Alle 9.00 sono in ufficio dove ho appuntamento con Cristina per la gestione di questo sito. Vorrei imparare a gestirmi da solo alcune funzioni, almeno quelle più elementari, e mi rallegra vedere che riesco a metterci mano senza grandi difficoltà.  Avverto che attorno al sito c’è attenzione, motivo in più per arricchirlo ulteriormente, a cominciare dalla sezione "libri" per la quale ho lavorato tutta la domenica.

Alle 11.30 mi vedo con Franco de Battaglia. E’ tanto che non conversiamo insieme e l’incontro è un fiume di parole e racconti. Parliamo di quel che con Mauro Cereghini abbiamo scritto nel libro "Darsi il tempo" e, più in generale, della necessità per la politica di tornare ad avere visioni globali. Non so se ne scriverà sul suo giornale, il Trentino, del quale è stato anima prima ancora che direttore. Nei mesi scorsi avevo molto apprezzato un suo messaggio di congratulazioni che riguardava non la mia elezione, ma – ben prima dell’esito elettorale – la qualità del mio programma.

Ritorno in ufficio e con Michele Ghezzer lavoriamo ad un corposo emendamento sulla mozione a firma Lunelli – Giovanazzi sul tema del biodigestore di Lasino. Per poterlo sostenere vorremmo che il documento si facesse carico del problema della gestione dell’umido che oggi viene trasferito fuori provincia con costi altissimi (circa 150 euro a tonnellata) e destinati ulteriormente a salire. Introduciamo il concetto di autosufficienza nella gestione complessiva dei rifiuti e nella fattispecie dell’umido, attraverso la realizzazione di piccoli-medi impianti di biodigestione sul territorio, affinché tutte le aree del Trentino partecipino responsabilmente alla soluzione del problema. Inviamo il testo a Lunelli.

Alle 15.00 dovrei andare in II Commissione legislativa dove inizia l’iter della Legge sull’educazione alimentare e sulle filiere corte o, meglio, dei DDL considerato che sull’argomento sono stati presentati altre due proposte. Ne parlo con il consigliere Dorigatti, nostro rappresentante in quella Commissione, affinché si concordi l’unificazione dei testi. Io infatti devo partire per Mestre dove alle 18.00 alla biblioteca civica c’è la presentazione del libro sulla cooperazione internazionale, impegno preso in precedenza e al quale ovviamente non posso mancare. E così via in auto con Mauro, fra parole e continue telefonate. In poco più di due ore siamo in centro a Mestre. Non ci sono grandi folle, ma il pubblico presente è molto attento ed il confronto con Gianfranco Bettin è sempre stimolante. Avevo in testa di partire dal "gorgo" che Gianfranco ci ha descritto nel suo ultimo libro, perché se la cooperazione di comunità ha un senso è proprio quello di indagare sui conflitti e sulla loro degenerazione violenta, e di farlo attraverso uno sguardo strabico capace di vedere anche la violenza ed il male che albergano intorno a noi. Non parlo dunque dei criminali di guerra, ma di quel "cerchio di fuoco" dal quale nei contesti di guerra è difficile uscire, perché in quel gorgo tutto è ammesso e giustificato. Non parlo dei Mladic e dei Karadzic ma di Rosa e Olindo, i coniugi di Erba, non parlo di guerre vicine e lontane, ma della banalità del male.  Alla fine del dibattito ci avvicinano alcune persone ed è bello sentire dalle loro parole che le cose che abbiamo scritto hanno dato respiro al loro sentire di studiosi ed antropologi sensibili alle culture e ai saperi dei luoghi.

Ci salutiamo e ripartiamo verso Trento. Lungo la strada, alla stazione di Verona, ci troviamo con Silvia Nejrotti che viene verso Trento ed è un piacere fare l’ultimo tratto di strada insieme. Ci parla del suo recente viaggio in Kosovo e delle sensazioni positive che ne ha ricavato circa il lavoro della comunità trentina nella municipalità di Peja – Pec. Silvia è parte di una comunità di pensiero che in questi anni è cresciuta attorno all’idea di una nuova cooperazione. Alle 23.00 siamo a casa e forse è il caso di mangiare qualcosa.

 

 

Comments are closed.