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dal blog Ponti di vista
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L’espansione della Nato comprata per 94 milioni di dollari

Sessant’anni fa, il presidente John F. Kennedy fece un’osservazione cruciale per la nostra sopravvivenza oggi: “Soprattutto, mentre difendono i nostri interessi vitali, le Potenze nucleari devono evitare quei confronti che portano un avversario a scegliere tra una ritirata umiliante e una guerra nucleare. Adottare questa impostazione nell’era nucleare metterebbe in evidenza solo il fallimento della nostra politica, o il volere una morte collettiva per il mondo”.

La causa immediata di questa disastrosa guerra in Ucraina è l’invasione della Russia. Tuttavia i piani e le azioni per espandere la NATO fino ai suoi confini sono serviti a provocare i timori russi. E i leaders russi hanno sostenuto questa posizione per 30 anni. Un fallimento della diplomazia ha portato alla guerra. Ora la diplomazia è urgentemente necessaria per porre fine alla guerra Russia-Ucraina prima che essa distrugga l’Ucraina e metta in pericolo l’umanità.

Il potenziale per la pace

L’attuale ansia geopolitica della Russia è informata alla memoria dell’invasione di Carlo XII, di Napoleone, del Kaiser e di Hitler. Le truppe americane sono state parte di una forza di invasione degli Alleati che intervenne senza successo contro la parte vincente nella guerra civile russa dopo la prima guerra mondiale. La Russia vede l’allargamento e la presenza della NATO ai suoi confini come una minaccia diretta; gli Stati Uniti e la NATO la considerano solo una prudente prevenzione. In diplomazia si deve cercare di guardare alle cose con empatia strategica, cercando di capire i propri avversari. Questa non è debolezza: è saggezza.

Noi rifiutiamo l’idea che i diplomatici, nella ricerca della pace, debbano scegliere da che parte stare, in questo caso o la Russia o l’Ucraina. Nel sostenere la diplomazia noi scegliamo la parte della saggezza. Dell’umanità. Della pace.

Noi consideriamo la promessa del presidente Biden di sostenere l’Ucraina “tutto il tempo necessario” come una licenza per perseguire obiettivi mal definiti e in definitiva irraggiungibili. Ciò potrebbe rivelarsi catastrofico come lo fu la decisione del presidente Putin l’anno scorso di lanciare la sua criminale invasione e occupazione. Non possiamo approvare né sostenere la strategia di combattere la Russia fino all’ultimo ucraino.

Noi sollecitiamo un significativo e genuino affidamento alla diplomazia, e specificamente un cessate il fuoco immediato e negoziati senza alcuna precondizione squalificante o proibitiva. Deliberate provocazioni hanno causato la guerra Russia-Ucraina. Allo stesso modo, una deliberata diplomazia può mettervi fine.

Le azioni degli Stati Uniti e l’invasione russa dell’Ucraina

Mentre l’Unione Sovietica collassava e la Guerra Fredda finiva, i leaders degli Stati Uniti e dell’Europa occidentale assicurarono ai leaders sovietici e poi russi che la NATO non si sarebbe estesa verso i confini della Russia. Con l’unificazione tedesca “non ci sarebbe alcuna estensione della giurisdizione della NATO sulle forze della NATO di un pollice a est”, disse il segretario di Stato americano James Baker al leader sovietico Mikhail Gorbaciov il 9 febbraio 1990. Assicurazioni simili da parte di altri leaders statunitensi come anche di leaders britannici, tedeschi e francesi nel corso degli anni 1990 lo confermarono.

Fin dal 2007, la Russia ha ripetutamente avvertito che forze armate della NATO ai confini russi erano intollerabili, proprio come forze russe in Messico o in Canada sarebbero intollerabili per gli Stati Uniti ora, come lo furono i missili sovietici a Cuba nel 1962. La Russia ha inoltre segnalato come l’espansione della NATO in Ucraina sarebbe stata in modo particolare provocatoria.

Vedere la guerra con gli occhi della Russia

Il nostro tentativo di comprendere la prospettiva russa sulla loro guerra non avalla l’invasione e l’occupazione, né implica che i Russi non avessero altra opzione che la guerra. Tuttavia, proprio come la Russia aveva altre opzioni, così anche gli Stati Uniti e la NATO hanno fatto sì che a questo si giungesse.

I Russi hanno messo in chiaro quali erano le loro “linee rosse”. In Georgia e Siria, hanno dimostrato che avrebbero usato la forza per difendere quelle linee. Nel 2014, con la loro immediata conquista della Crimea e il loro sostegno ai separatisti del Donbass hanno dimostrato di essere determinati nel loro impegno a difendere i loro interessi. Perché questo non sia stato compreso dalla leadership degli Stati Uniti e della NATO non è chiaro: incompetenza, arroganza, cinismo o una perfida coniugazione di queste tre cosee sono i fattori che presumibilmente vi hanno contribuito.

Ancora, già alla fine della Guerra Fredda, i diplomatici, i generali e i politici statunitensi misero in guardia sui pericoli dell’espansione della NATO ai confini della Russia e dell’interferenza ostile nella sfera di influenza della Russia. I vecchi segretari alla Difesa Robert Gates e William Perry avanzarono questi avvertimenti, così come gli osannati diplomatici George Kennan, Jack Matlock e Henry Kissinger. Nel 1997, cinquanta esperti di politica estera degli Stati Uniti scrissero una lettera aperta al presidente Bill Clinton consigliandogli di non espandere la NATO, definendo questo “un errore politico di proporzioni storiche”. Il presidente Clinton scelse di ignorare questi avvertimenti.

La cosa più importante per comprendere l’arroganza e il machiavellismo del calcolo che sono intervenuti nel processo decisionale degli Stati Uniti riguardante la guerra Russia-Ucraina è quella di avere respinto gli avvertimenti espressi da Williams Burns, l’attuale direttore della Central Intelligence Agency. In un cablogramma alla Segretaria di Stato Condoleezza Rice nel 2008, mentre prestava servizio come ambasciatore in Russia, Burns scrisse a proposito dell’espansione della NATO e dell’ingresso in essa dell’Ucraina: “Le aspirazioni dell’Ucraina e della Georgia a entrare nella NATO non solo toccano un nervo scoperto della Russia, ma generano serie preoccupazioni riguardo alle conseguenze per la stabilità nella regione. Non solo la Russia avverte l’accerchiamento e gli sforzi per minare l’influenza della Russia nella regione, ma teme anche conseguenze imprevedibili e incontrollate che colpirebbero seriamente gli interessi di sicurezza russi. Gli esperti ci dicono che la Russia è particolarmente preoccupata del fatto che i forti contrasti esistenti in Ucraina sull’adesione alla NATO, a cui una gran parte della comunità etnica-russa è contraria, possano provocare una maggiore contrapposizione, portando con sè violenza o, nel peggiore dei casi, a una guerra civile. In tale eventualità, la Russia dovrebbe decidere se intervenire; una decisione che la Russia non vuole dover affrontare”.

Perché gli Stati Uniti hanno persistito nell’espandere la NATO nonostante tali avvertimenti? Il profitto derivante dalla vendita di armi è stato un fattore importante. Di fronte all’opposizione all’estensione della NATO, un gruppo di neoconservatori e dei massimi dirigenti americani delle industrie degli armamenti costituirono il Comitato degli Stati Uniti per l’espansione della NATO. Tra il 1996 e il 1998, i maggiori produttori di armi hanno speso 51 milioni di dollari (94 milioni di dollari oggi) in attività di lobbying e altri milioni in contributi elettorali. Con questa prodigalità, l’espansione della NATO divenne rapidamente un affare fatto, dopo il quale i produttori americani di armi hanno venduto miliardi di dollari di armi ai nuovi membri della NATO. Finora, gli Stati Uniti hanno invitato attrezzature militari e armi in Ucraina per un valore di 30 miliardi di dollari, con aiuti totali all’Ucraina superiori a 100 miliardi di dollari. La guerra, è stato detto, è un racket, altamente redditizio per pochi eletti.

L’espansione della NATO, in sintesi, è un fattore chiave della militarizzazione della politica estera degli Stati Uniti, caratterizzata da unilateralismo con tanto di cambiamenti di regime e di guerre preventive. Le guerre perdute, quelle più recenti in Iraq e in Afghanistan, hanno prodotto massacri e ulteriori confronti, una dura realtà creata dall’America stessa.

La guerra Russia-Ucraina ha aperto una nuova arena di confronto e massacro. Questa realtà non è interamente opera nostra, ma potrebbe benissimo essere la nostra rovina, a meno che non ci dedichiamo a costruire un accordo diplomatico che fermi le uccisioni e disinneschi le tensioni.

Facciamo dell’America una forza per la pace nel mondo.

***

Dennis Fritz, direttore dell’Eisenhower Media Network; Comandante US Air Force (in pensione)

Matthew Hoh, Direttore Associato dell’Eisenhower Media Network; ex ufficiale del Corpo dei Marines

William J. Astore, Tenente Colonnello, US Air Force (in pensione), poi docente e analista

Karen Kwiatkowski, Tenente Colonnello, US Air Force (in pensione); dopo aver lasciato l’incarico si è esposta nella denuncia della corruzione dell’Intelligence militare che ha portato alla guerra all’Iraq

Dennis Laich, Maggiore Generale, US Army (in pensione)

Jack Matlock, ambasciatore nell’Unione Sovietica dal 1987 al 1991; addetto d’ambasciata a Mosca anche nel 1962, lavorò allo scambio dei messaggi fra i due presidenti al momento della crisi dei missili a Cuba; autore di “Reagan e Gorbaciov: come finì la guerra fredda”

Todd E. Pierce, maggiore. U.S. Army (in pensione)

Coleen Rowley, agente speciale dell’FBI (in pensione), criticò il comportamento dell’Intelligence prima dell’11 settembre e nel 2003 scrisse una lettera aperta al direttore dell’FBI Mueller avvertendo: «non saremo in grado di fermare la marea di terrorismo che seguirebbe al nostro attacco all’Iraq».

Jeffrey Sachs, economista, docente e saggista, già direttore dell’Earth Institute alla Columbia University

Christian Sorensen, analista, già arabista della Air Force; in una dura analisi sul Business Insider nel 2021 criticò aspramente il complesso militare-industriale, «costosissimo, che produce guerre, provoca enormi sofferenze e non rende gli Stati Uniti più sicuri», indipendentemente dal partito al potere; ancora: «Bush ha lanciato l’ondata attuale di guerra globale; Obama l’ha proseguita. Sotto Trump gli approfittatori della guerra dominavano al Pentagono. E sotto Biden, le guerre continuano».

Chuck Spinney, ingegnere e analista, già nell’ufficio del Segretario della difesa; negli anni 1980 diventò famoso per lo Spinney Report, nel quale criticava le spese del Pentagono, che definì come «una dichiarazione di guerra alla sicurezza sociale e sanitaria del Paese»

Winslow Wheeler, già consigliere per la Sicurezza Nazionale di democratici e repubblicani e poi watchdog del Pentagono (suo un paper pubblicato nel 2011 sulle enormi e non documentate spese di guerra del Pentagono dopo l’11 settembre)

Lawrence B. Wilkerson, colonnello, U.S. Army (in pensione), evitò un crimine di guerra sui civili in Vietnam; poi assistente di Colin Powell a più riprese, nel 2003 fece ammenda del ruolo avuto nella preparazione dello show con la provetta, e ha criticato vari altri aspetti della politica americana in Medioriente.

Ann Wright, già funzionaria del Dipartimento di Stato, il 19 marzo 2003 rassegnò le dimissioni per protesta contro la guerra in Iraq, iniziata il giorno dopo; era già stata critica su altri dossier bellici

William J. Astore, già luogotenente colonnello dell’aviazione, poi docente e analista, per The Nation ha scritto articoli da titoli come «Tutti gli eufemismi che usiamo per la violenza della guerra», e nel febbraio 2023 «Non abbiamo imparato niente dalla guerra in Iraq».

Cronologia

1990 – Gli Stati Uniti assicurano alla Russia che la NATO non si espanderà verso il suo confine. Il segretario di Stato Baker dice a Gorbaciov: Il presidente ed io abbiamo chiarito che non cerchiamo alcun vantaggio unilaterale nel processo di inevitabile unificazione tedesca. Baker continua dicendo: “Comprendiamo la necessità di garanzie per i Paesi dell’Est. Se manteniamo una presenza in una Germania che fa parte della NATO, non ci sarebbe alcuna estensione della giurisdizione della NATO per le forze della NATO di un pollice a est”

1996 – I produttori di armi statunitensi formano il Comitato per espandere la NATO, erogando oltre 51 milioni di dollari per fare pressioni sul Congresso

1997 – 50 esperti di politica estera, tra cui ex senatori, ufficiali militari e diplomatici in pensione, firmano una lettera aperta affermando che l’espansione della NATO è “un errore politico di proporzioni storiche”.

1999 – La NATO ammette Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca nell’organizzazione. Gli Stati Uniti e la NATO bombardano la Serbia, alleata della Russia

2001 – Gli Stati Uniti si ritirano unilateralmente dal Trattato anti-missili balistici

2004 – Altre sette nazioni dell’Europa orientale aderiscono alla NATO. Le truppe della NATO sono ora direttamente sul confine con la Russia.

2004 – Il parlamento russo approva una risoluzione che denuncia l’espansione della NATO. Putin dichiarò che la Russia avrebbe “costruito la politica di difesa e sicurezza in modo corrispondente”

2008 – I leader della NATO annunciano piani per portare l’Ucraina e la Georgia, anch’esse ai confini della Russia, nella NATO.

2009 – Gli Stati Uniti annunciano l’intenzione di installare sistemi missilistici in Polonia e Romania.

2014 – Il presidente ucraino legalmente eletto, Viktor Yanukovych, spinto dalle violenze fugge a Mosca. La Russia vede nrlla sua cacciata un colpo di Stato da parte degli Stati Uniti e delle nazioni della NATO.

2016 – Gli Stati Uniti avviano l’incremento di truppe in Europa.

2019 – Gli Stati Uniti si ritirano unilateralmente dal Trattato sulle Forze Nucleari Intermedie.

2020 – Gli Stati Uniti si ritirano unilateralmente dal Trattato Open Skies (sui Cieli Aperti)

2021 – La Russia presenta proposte di negoziato e ne
lo stesso tempo schiera più forze armate al confine con l’Ucraina. I responsabili degli Stati Uniti e della NATO respingono immediatamente le proposte russe

24 febbraio 2022 – La Russia invade l’Ucraina, iniziando la guerra Russia-Ucraina.

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