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venerdì, 11 dicembre 2009

Mentre scrivo il "diario" della giornata di venerdì, il quotidiano "L’Adige" spara in cronaca delle valli "Nardelli, marcia indietro su Predera". L’articolista anonimo si riferisce alla riunione della Terza Commissione che ieri aveva in discussione il voto sulla petizione popolare contro la localizzazione del biodigestore di Lasino in località Predera. Non so chi abbia dato questa imbeccata, ma la realtà è semplificata e distorta.

La cosa vera è che ho presentato un emendamento al documento finale della Commissione che in buona sostanza chiede di indicare un’alternativa prima di dire un definitivo no alla localizzazione prevista dal Piano provinciale. Fatto salvo che la logica "non nel mio giardino" non è accettabile e che la Provincia deve obbligatoriamente dotarsi di un certo numero di biodigestori se non vuole continuare nell’irresponsabile atteggiamento di portare fuori Trentino (a costi elevati) l’80% dell’umido prodotto. Chiedo atteggiamenti responsabili, non demagogia. E voglio vedere chi si farà avanti nell’indicare una localizzazione per il Trentino sud occidentale dopo l’allarme creato paragonando il biodigestore proposto all’impianto di Campiello.

La verità è che la politica non sa far altro che rincorrere la pancia, piuttosto che cercare responsabilmente soluzioni. Io non sono dell’idea che necessariamente quella indicata nel piano sia la migliore delle soluzioni possibili (anche se ho trovato il dvd diffuso in questi giorni dall’amministrazione comunale di Lasino tutt’altro che banale) e che ipotesi alternative si debbano cercare: in questa direzione si era espresso del resto il Consiglio provinciale, pur dando per assodato che la localizzazione nell’area della Predera fosse ormai scartata. Ma fino a questo momento si è solo sentito parlare di un’ipotesi nella gola del Limarò proposta dai consiglieri Bombarda e Giovanazzi, che però presenterebbe a sua volta significativi punti di criticità.

La Commissione, anche su richiesta di altri consiglieri, ha dunque deciso di riconvocarsi in presenza dell’assessore Pacher per verificare se altre soluzioni sono state presentate e considerate praticabili. Certo è che la ricostruzione giornalistica della riunione della Commissione risulta faziosa ed imprecisa e che ovviamente qualcuno l’ha suggerita visto che l’unico giornalista presente era quello dell’ufficio stampa del Consiglio provinciale. Ma di tali pratiche non mi stupisco più di tanto.

La riunione della Terza Commissione prosegue per tutta la mattinata, affrontando in ultima battuta anche la questione dell’Acciaieria della Valsugana con una comunicazione della Giunta Provinciale. Dalla quale non esce alcuna novità se non l’impegno assunto dall’assessore Pacher di attuare un monitoraggio a tappeto sulla situazione ambientale sia in prossimità degli impianti che nell’area di Borgo Valsugana.

Nel pomeriggio ho una serie di impegni, con il gruppo di lavoro del progetto "Politica è responsabilità", poi al Forum sul sito dello stesso, poi ancora in centro a Trento con un gazebo del PD per l’iniziativa "1000 piazze d’Italia" per il lavoro e contro un governo che vuole demolire la Costituzione. Infine ancora al Gruppo dove rimango a scrivere fino a tardi quando vado a prendere in stazione Carlo e Olga, di ritorno da Taranto. Città dove l’inquinamento, a proposito di acciaierie, investe in maniera ancora più devastante il territorio che ci ruota attorno e che malgrado questo dà da vivere ad un terzo della popolazione. Contraddizione mai superata. E’ così che continuano ad esistere gli ecomostri che devastano il "bel paese", a Taranto come a Porto Marghera come a Borgo Valsugana. Una contraddizione che segna anche l’intervento di Bruno Dorigatti, su L’Adige di oggi. Ne parlo con Bruno e gli dico molto chiaramente che non sono d’accordo. Ci mancherebbe altri che se una fabbrica avvelena la gente non debba chiudere i battenti, lo dice la legge prima ancora che la politica (tutto questo si chiama "prepolitica"). Ruolo della politicadovrebbe essere quello di indicare scenari per il futuro, dire se quell’insediamento è compatibile o meno con l’idea di sviluppo che si ha (sempre che ne abbiamo una…) del Trentino e che per altro emerge in ogni documento di programmazione degli ultimi anni.

A Copenhagen in questi giorni si discute dell’effetto serra sul pianeta come prodotto di un modello di sviluppo industrialista, ma quando si tratta di mettere mano con coraggio alle fonti di insostenibilità, casca l’asino.

Accade così che nella valle del Lagorai un mostro incomba e non abbiamo il coraggio di avviare il conto alla rovescia. Accanto alla città più bella del mondo il Petrolchimico ancora disegna i suoi colori di fuoco sulla laguna come un drago immortale. Così nel Golfo di Taranto, dove però la frutta, compresa la Melinda, costa un terzo del prezzo di qui. C’è qualcosa che non quadra.

 

2 Comments

  1. Jacopo ha detto:

    Salve Consigliere Nardelli,
    sono Jacopo Zannini uno dei componenti del Comitato Bene Comune
    di Lasino le scrivo perchè oggi ho letto che sull’ Adige un articolo che mi allarmato, il titolo era “Nardelli marcia indietro su Predera”. Sono rimasto piuttosto stupito visto che se non ricordo male anche lei aveva votato entrambe le mozioni passate in Consiglio Provinciale su tale questione, anche l’utima che metteva in risalto l’inadeguatezza del sito della Predera per la localizzazione del biodigestore. Da un anno un comitato che ha saputo unire due paesi( Calavino e Lasino) si batte perchè venga trovato uno spazio pù adeguato a all’impianto di smaltimento e la Provincia sta valutando altri spazi come il Limarò. L’unico che sembra ancora convinto della bontà della Predera è il sindaco di Lasino Mario Zambarda persona che ho sempre stimato, amministratore capace ma che questa volta sta portando avanti un progetto ,sicuramente interessante, ma che necessita di una localizzazione diversa. Mi piacerebbe sapere se veramente Lei crede che un impianto pilota possa essere costruito a 600 metri in liena d’aria dalle case del comune affianco poco coinvolto nel progetto. Vorrei capire se è vero che lei appoggiato dall’assessore Gilmozzi sta spingendo per rimettere nel progetto l’ipotesi Predera.
    Un paio di sere fa l’ ho ascoltata intervenire a un dibattito sull’acqua e mi ha colpito molto la sua attenzione per il “bene comune” spero che questa sua attenzione continui ad essere attiva anche in questa vicenda.
    Ringraziandola in anticipo per la disponiblità e il tempo dedicatomi le porgo Cordiali Saluti.
    Jacopo Zannini

  2. Michele ha detto:

    Buon giorno, Jacopo Zannini. L’articolo de L’Adige ha distorto la mia posizione. Nella discussione della Commissione ho presentato un emendamento al documento finale nel quale proponevo che il superamento dell’indicazione del piano relativo alla località Predera avvenisse contestualmente all’individuazione di altre località che potessero rispondere alla necessità, improrogabile, di realizzare il biodigestore relativo all’area di conferimento del Trentino sud occidentale. Non sopporto la logica del “non nel mio giardino” e credo che la cosa più importante della politica sia quella di farsi carico dei problemi, non esorcizzarli, magari spostandoli altrove come abbiamo fatto in tutti questi anni. In questo senso abbiamo sospeso la votazione, in attesa che l’assessore Pacher venga in Commissione ad indicarci soluzioni alternative. Io non credo affatto che la soluzione indicata da Zambarda sia la migliore, anche se ho considerato interessante il materiale prodotto pochi giorni fa dal Sindaco di Lasino alla Commissione. Ma credo altresì che se tutte le comunità locali diranno di no senza proporre alternative ci troveremmo in una condizione di totale irresponsabilità. Ho votato la mozione n.20 in Consiglio proprio perché recepiva l’emendamento che indicava la necessità di individuare a breve una soluzione alternativa, ma sono passati mesi e l’unica proposta non ufficializzata è quella del Limarò, idea piuttosto discutibile sotto molti profili. In ogni caso sono dell’idea che debbano essere avanzate altre proposte e poi prese delle decisioni. Probabilmente soluzioni che non scontentino alcuno è difficile trovarle, ma credo che dovremmo considerare anche le opportunità che un impianto di nuova generazione può mettere in campo. Credo che l’assessore Gilmozzi, presente in Commissione per un altro argomento di sua competenza, abbia semplicemente espresso una posizione personale che riteneva di nuon senso la mia proposta. Posso dirle anche che la prossima settimana, in occasione del dibattito sulla finanziaria, ho intenzione di proporre un ordine del giorno nel quale si impegna la Giunta provinciale ad escludere l’acquisizione di rifiuti in Trentino e l’esportazione di nostri rifiuti altrove, fatte salve le eccezioni di materiali che richiedono forme di stoccaggio speciali. Anche per questo è necessario che il Trentino si doti di un sistema di riciclaggio dell’umido.
    Grazie in ogni caso per la cortesia delle sue parole. In tempi in cui tutto è gridato il dialogo pacato è raro e prezioso.
    Rimango a disposizione per ogni altro chiarimento.
    Michele Nardelli