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Rafforzare il percorso intrapreso…

di Lorenzo Passerini

Buongiorno a tutti! Avendo già ragionato con molti di voi su alcune questioni relative al nostro Partito e avendo riscontrato una comune percezione rispetto ai temi che siamo chiamati ad affrontare, vi propongo alcune mie considerazioni. Alla luce di quello che è emerso in queste ultime settimane in occasione della discussione, in Consiglio provinciale, dell’ultimo bilancio di legislatura e per quanto riguarda il dibattito sulle primarie per le elezioni politiche credo che i nostri ragionamenti siano quanto mai attuali.

Io credo che non possa essere il PD il soggetto che propone una narrazione di Trentino
per cui ruolo pubblico nell’economia, cooperazione e volontariato siano sinonimo di dirigismo, clientelismo e sprechi…

Non può essere proprio il PD l’alfiere di ricette neoliberiste che intendono le regole del mercato come le uniche capaci di disciplinare la vita delle persone. La regolazione delle attività economiche e la gestione dei beni comuni, delle fonti di energia, delle grandi infrastrutture, del nostro patrimonio ambientale non possono essere soggette a questa visione.

Al contrario. Dobbiamo tutelare un’idea di società che, in modo particolare nell’arco alpino, si è sedimentata nei secoli attorno ai valori della solidarietà, dell’autogoverno, del rapporto virtuoso con il territorio, della cultura del limite. Proprio grazie a questi
valori che il Trentino sta resistendo alla crisi economica, sociale e ambientale. Questa deve essere la fase nella quale consolidare l’esperienza politica di questi anni e per provare a consegnare, ai futuri amministratori, il patrimonio di competenze e valori che hanno contribuito al “buon governo” del Trentino.

Certo, dobbiamo essere capaci di cogliere il bisogno di innovazione insito in questa stagione di mutamenti e significative trasformazioni. Questo però senza proporre ricette semplicistiche o generiche che ben difficilmente possono dare risposte a chi cerca lavoro, dignità e cultura. Non dobbiamo permettere che si sacrifichino sull’altare di ideologie iper-liberiste i bisogni veri delle persone in carne ed ossa.

Credo quindi ci sia assoluto bisogno di proseguire nel dialogo con tutti coloro i quali hanno un’idea di PD capace veramente di essere il principale punto di riferimento di un progetto politico in grado di valorizzare e rafforzare il percorso intrapreso in questi anni, insieme alla Coalizione, per ancora meglio qualificare il ruolo della nostra Autonomia nell’ambito del nostro Paese e dell’Europa.

Lorenzo Passerini è Consigliere Assemblea Comunità della Vallagarina

3 Comments

  1. stefano fait ha detto:

    …e del Mediterraneo.
    Non dimentichiamoci dei nostri impegni rivolti a sud. Anche se il fulcro dell’economia mondiale è attualmente collocato nel Nord dell’Atlantico ed attira risorse umane e capitali dall’area circostante, non è detto che ciò debba proseguire in eterno.
    Al contrario, è lecito sospettare che l’Occidente sia un gigante dai piedi d’argilla.
    La “Primavera Araba” è solo agli inizi (es. Egitto, ma anche Tunisia), Israele sembra fatalmente condannato a fare il passo più lungo della gamba, la popolazione turca non intende farsi trattare con sufficienza dall’UE e come carne da cannone dalla NATO.
    Se i PIIGS non riusciranno a rinegoziare/ristrutturare il debito dovranno trovare un modo per prenderne le distanze senza trovarsi da soli alle prese con i mercati.
    L’economista Tonino Perna pensa che, se mancasse la volontà politica di porre fine alle politiche neoliberiste imposte (autolesionisticamente) dal Nord Europa, diventerà necessaria un’uscita concordata, congiunta, che avvii al più presto un’unione euromediterranea che coinvolga la Turchia. Scrive che ciò è necessario per estirpare la dottrina dello scontro di civiltà, per addivenire ad una grande confederazione euro-mediterranea, e per sanare una volta per tutte la questione palestinese.
    Questo è un progetto degli anni Cinquanta che va recuperato, nella speranza che gli elettori nord-europei rinsaviscano e caccino con il loro voto una classe dirigente gretta ed incapace di pensare al lungo periodo.
    Sta a noi mandare al potere politici lungimiranti e lucidi.
    Ma resta il fatto che il Trentino deve continuare a guardare anche verso sud: è la sua missione storica.

  2. Michele ha detto:

    Tu lo sai vero che Tonino è un mio caro amico? Anzi, per descrivere la nostra amicizia abbiamo coniato il termine “cuginanza”. Lui di Reggio Calabria e io di Trento, nel 1999 demmo vita in un bar della Giudecca all’idea dell’Osservatorio sui Balcani (oggi OBC). Ed è l’autore della prefazione del nostro libro “Darsi il tempo”. Un abbraccio e grazie per le tue osservazioni e commenti. Michele

  3. stefano fait ha detto:

    Ho immaginato che ci fosse un’intesa con Tonino Perna, ma non sapevo della “cuginanza”, che sa tanto di Mediterraneo, o di paesi slavi, o di Terzo Mondo ;op
    Mi fa piacere che ci sia questo rapporto speciale, perché lo considero un osservatore lucido, attento ed affidabile (“forse” perché la penso come lui su tantissime cose ;o)
    Al momento i miei riferimenti nel contesto del Mediterraneo e del ruolo internazionale dell’Italia sono lui e Dominique de Villepin, l’unico degno erede di De Gaulle e della miglior tradizione repubblicana francese, uno statista che mi pare stia facendo buon viso a cattivo gioco (il cattivo gioco delle “élite finanziarie secessioniste”, come le definisce lui) in attesa che altre forze riequilibranti si muovano.
    C’è molta confusione nel presente e molti pifferai magici, ma queste due figure (tra le altre, ovviamente), a mio giudizio, stanno davvero lavorando per il bene comune e per un Mondo Nuovo a misura di una sensibilità più autenticamente umanitaria ed eco-sensibile.