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Lettera agli elettori

di Pierluigi Bersani

Cara elettrice, caro elettore,
siamo a pochi giorni dalle elezioni amministrative del 15-16 maggio 2011. In ciascuna delle città e delle province dove si voterà non mancheranno le buone ragioni per sostenere schieramenti e candidati di centro sinistra, progressisti e civici e per dare sostegno alle liste del Partito Democratico.

Il voto avrà un valore particolare per una città come Milano, una grande capitale morale, culturale, economica. Punta di diamante del Paese per l’innovazione, la moda, l’economia, la creatività. Come oltre il 70% dei cittadini pensa, Milano merita una guida diversa, che sappia occuparsi dei suoi problemi: la vivibilità, il traffico, i servizi alla persone, il lavoro e il costo della vita, le grandi sfide del cambiamento. Dare a Milano una nuova guida alla sua altezza, che la rispetti e la rappresenti: è quello che può garantire Giuliano Pisapia. E tanto più sarà forte il Partito Democratico tanto più Milano tornerà ad essere all’altezza del suo nome, della sua tradizione, dei suoi cittadini.

Il voto a Napoli ha un doppio valore: dare alla città una guida credibile che riesca ad affrontare problemi seri come i rifiuti, il lavoro, la sicurezza e la vivibilità. Una guida autorevole come Mario Morcone capace di amministrare bene e di essere libero di agire in autonomia, rilanciando valori come la solidarietà, l’accoglienza, il buon vivere. Ma il voto a Napoli è importante anche per lanciare un segnale a tutta l’Italia della capacità del Sud di uscire dalla palude in cui è stato relegato dall’attuale Governo. Con quante promesse Berlusconi, a cominciare dalla risoluzione del problema rifiuti o dall’incremento dell’occupazione, ha ingannato i napoletani. Un voto per la città, un voto per l’Italia, qui è più vero che altrove: il centrodestra qui tenta la sua disperata resistenza. Napoli ha diritto alla sua riscossa.

L’Italia vive un momento difficile. Difficile soprattutto perché non si riesce, non dico a risolvere, ma nemmeno a discutere davvero i gravi problemi sociali che si sono affacciati e che si acuiscono. Il lavoro, innanzitutto; la disoccupazione e la precarietà dei giovani, la crisi delle piccole imprese, i redditi di famiglie e pensionati che si impoveriscono, i consumi che calano. Si stanno indebolendo i servizi, dalla scuola, alla sanità, alla giustizia per i cittadini. I comuni mancano di risorse per le politiche sociali e per investimenti immediati che diano un po’ di lavoro. Ma in Italia si parla d’altro. Questo è il problema. Il governo è di fatto paralizzato, il Parlamento è paralizzato. Tutto gira attorno ai problemi e alle battaglie personali del Presidente del Consiglio.

Si bloccano cosi le grandi energie e le enormi potenzialità che l’Italia possiede. Diventa impossibile fare quello che si dovrebbe fare: una svolta di politica economica e sociale e un piano di riforme vere che rimettano in movimento l’economia e l’occupazione.
La deformazione continua della nostra democrazia cancella dalla scena e dall’agenda del governo i problemi concreti dei cittadini e le vere priorità del Paese. Le elezioni amministrative non cambiano i governi nazionali. Queste elezioni amministrative, tuttavia, possono e devono dare un segnale chiaro: cosi non si può più andare avanti. Bisogna cambiare strada e occuparsi finalmente del futuro dei nostri figli e del nostro paese. Anche il tuo voto può dare questo segnale.

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