Assemblea PD del Trentino
16 Novembre 2009
Trento, congresso PD del Trentino
Il nuovo Coordinamento del PD del Trentino
23 Novembre 2009
Assemblea PD del Trentino
16 Novembre 2009
Trento, congresso PD del Trentino
Il nuovo Coordinamento del PD del Trentino
23 Novembre 2009

di Luca Zeni

Buongiorno a tutti.
Sabato scorso anche gli eletti trentini hanno partecipato
all’assemblea nazionale del Partito Democratico; desidero
rendere partecipe l’assemblea di alcune impressioni,
avendovi trovato luci ed ombre.

Le luci sono date da Bersani. Pur essendo stato il
sottoscritto eletto nelle liste a sostegno di Franceschini,
Bersani mi ha convinto. Il suo intervento si è incentrato
sui temi economici, sul lavoro, sulle piccole medie imprese,
con una analisi lucida e proposte concrete.
Anche sul tema del partito e delle alleanze, finita la fase
delle schermaglie congressuali, sia Bersani che Franceschini
hanno chiarito una posizione realista ma chiara: il Pd non
può avere la pretesa di vincere da solo (del resto questo
dipende esclusivamente dal tipo di legge elettorale), ma al
contempo non rinuncia a voler rappresentare tutto il
centrosinistra, senza lasciare “fronti scoperti” nella
componente moderata.
La direzione presa è sicuramente quella giusta. Confesso
di aver visto alcune ombre nei momenti successivi. Non ho
ben capito la necessità, da parte di Franceschini, di
lanciare “area democratica”. Ho invece capito bene la
necessità di usare il manuale Cencelli nella spartizione
dei posti del direttivo. Dopo l’intervento commosso di
Rosy Bindi, che ha proclamato che questa assemblea non
sarà come la precedente, dove le decisioni erano prese da
pochi in altre sedi, si è votata una lista chiusa di
centoventi persone suddivise in base alle micro correnti
(D’alema, Veltroni, Bindi, Marini, etc. etc.), senza
alcuna condivisione precedente. Con qualcun altro degli
eletti trentini abbiamo deciso di non votare a favore.
La decisione poi di estendere la direzione ad una serie di
figure, per di più ex (ex ministri etc), ha portato la
direzione a circa 250 persone, rendendola un organo
decisamente poco funzionale. Anche in questo caso il mio
voto è stato contrario.
Lo dico per trasparenza e perché rappresento in
quell’assemblea gli elettori trentini del Pd.

Per quanto riguarda invece la situazione provinciale, credo
che la decisione di una condivisione intorno al nome di
Michele Nicoletti sia stata un atto di responsabilità
importante da parte degli altri tre candidati segretario. La
scelta di non andare “alla conta”, cercando maggioranze
magari di pochissimi voti, con tutta l’incertezza
sull’esito finale, è sicuramente stata responsabile e
positiva per l’immagine di un partito che diversamente
avrebbe rischiato di apparire diviso e frammentato.
Ora sarà necessario riuscire a coniugare due diverse
esigenze: da un lato quella importantissima di avere un
segretario pienamente nelle sue funzioni, per evitare
l’immagine deleteria di un partito senza guida,
dall’altro una partecipazione e una condivisione delle
scelte resa necessaria sia dall’idea che abbiamo della
politica e della democrazia, sia dall’esito elettorale
delle primarie, molto equilibrato.
Il nuovo segretario insieme con gli altri candidati
segretario stanno valutando se arrivare con una proposta
unitaria per la composizione degli organismi esecutivi del
partito. Credo che se si sceglierà questa strada,
occorrerà tenere presente alcune necessità.
In primo luogo dare un segnale chiaro che il Partito
Democratico del Trentino non esaurisce la sua presenza nei
centri urbani, ma è e vuole essere un partito popolare
radicato nei territori del Trentino, anche quelli
periferici. Sarà molto importante rappresentare tutte le
zone; non naturalmente ogni singola valle, i numeri non lo
consentono, ma lasciare fuori interi territori, ad es,
l’intero collegio della Valsugana, o l’intera area delle
Valli del Noce e Rotaliana, sarebbe un preciso segnale
politico di disinteresse di intere comunità, che vanno al
voto nella prossima primavera con decine e decine di piccoli
comuni, sicuramente più difficili da gestire che pochi
grandi comuni.
Sarà importante al contempo che troviate il modo più
efficiente per valorizzare le competenze e le attitudini di
tutti, ma con l’attenzione a non svuotare gli organismi
previsti dallo statuto o a renderli inutili, in particolare
il coordinamento e l’assemblea. In particolare l’assemblea,
eletta con le primarie, dovrà essere il luogo per dare la
linea politica al partito. Quasi superfluo chiedere a chi si
renderà disponibile per il coordinamento, di impegnarsi ad
essere presente agli incontri; per trasparenza potrebbe
essere banale ma interessante tenere il conto delle
presenze.
Per quanto riguarda le modalità di condivisione di questo
percorso insieme alle persone che hanno sostenuto i singoli
candidati segretari, è naturalmente legittimo e forse
doveroso il “confronto interno”.  Al contempo però mi
sono permesso di invitare i 4 candidati segretario a
lavorare perché ognuno si senta sempre più un esponente
del Pd, e sempre meno di una componente o di una corrente.

Infine il punto che più mi compete, per il ruolo di
capogruppo che rivesto. In questi primi mesi di legislatura
abbiamo molto risentito di uno scarso collegamento con il
partito: sarà fondamentale incrementare il lavoro insieme.
Come gruppo consiliare avevamo preso la decisione di non
candidare nelle liste a sostegno di uno dei candidati
segretario provinciale, per garantire quella separazione tra
partito e istituzioni spesso richiesta, pur convinti che
spesso si strumentalizzano queste considerazioni sulla
cosiddetta sovrapposizioni dei ruoli, a seconda dei casi
specifici.
Ora credo sia doveroso, nel rispetto di quella scelta, che i
consiglieri siano coinvolti e valorizzati soprattutto
nell’approfondimento tematico, perché formare
commissioni (es. cultura, economia etc) composte da soli
membri dell’assemblea senza il coinvolgimento dei
rappresentanti in Consiglio, è quantomeno inutile. Questo
ci consentirebbe anche di avere dal partito stimoli,
proposte, idee, e di coordinare insieme iniziative che
altrimenti spesso sono riconducibili più a singoli che al
Pd.
Il collegamento tra Partito e Gruppo consiliare sarà
importante per programmare e realizzare iniziative insieme,
su temi politici ed amministrativi: questo ci permetterebbe
di sfruttare meglio le risorse umane ed anche economiche di
cui il gruppo dispone.

Una delle priorità dei prossimi mesi sarà la partita
delle amministrative. Quasi duecento comuni andranno al
voto, e tutte le Comunità di Valle, le quali con ogni
probabilità avranno metà dell’assemblea e il
Presidente eletti direttamente dai cittadini (andiamo in
aula a metà novembre per la modifica del sistema
elettorale, sulla falsariga delle indicazioni fornite dalla
precedente assemblea del PD). Il partito dovrà essere
presente sia a livello provinciale, per garantire più
possibile che la coalizione di centrosinistra autonomista
venga confermata e dovrà essere presente sui territori
stessi. Per fare questo sarà importante coinvolgere chi
sui territori ha contatti, relazioni, conoscenze.

La politica di oggi ci impone una capacità di proposta e
anche di comunicazione che non possono essere improvvisate.
Abbiamo vasti spazi davanti a noi, il Pd in Trentino può
solo crescere, dobbiamo però lavorare nella stessa
direzione..
Grazie dell’attenzione e buon lavoro a tutti noi!

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