Un vocabolario, dalla prossimità al mondo
9 Marzo 2018Nell’Europa delle autonomie responsabili. Viaggio in Catalunya
31 Marzo 2018Tra questi in particolare:
– l’ingresso nella rete PROFADEL di Centri di eccellenza sui temi dello sviluppo locale, allo scopo di incrementare l’apertura internazionale del Centro in particolare verso l’area francofona;
– la realizzazione di due sessioni formative in Centro e Sud America (Colombia 2015 e Messico 2016) come spin off della Summer school “Comunità e sviluppo locale”, organizzata insieme a Centro OCSE di Trento e Università Eafit di Medellìn, finanziate quasi interamente dai partner latinoamericani;
– l’intensificarsi delle collaborazioni sul territorio provinciale con associazioni e gruppi diversi, con l’approntamento quasi completato di uno spazio apposito a loro disposizione all’interno del Centro per incontri, riunioni di lavoro e co-working temporaneo;
– l’avvio in accordo con l’Università di Trento del programma TALETE, per offrire un percorso formativo professionalmente qualificante agli studenti delle lauree magistrali sulle competenze della cooperazione internazionale, strutturando così le collaborazioni esistenti col mondo universitario dentro un percorso istituzionalmente riconosciuto;
– la gestione di parte del progetto europeo “Global Schools”, acquisito nel triennio precedente in collaborazione con i Servizi competenti della Provincia, quale prima esperienza di partecipazione a un progetto internazionale di dimensioni significative;
– lo sviluppo di alcuni progetti formativi o consulenziali, per accompagnare e sviluppare le competenze di singoli e organizzazioni ad abitare la complessità del presente, su richiesta di soggetti anche esterni al mondo dell’associazionismo solidale, embrione di un possibile sviluppo del Centro quale erogatore di servizi a commessa;
– la facilitazione e il supporto tecnico alla creazione del Tavolo e del Consorzio Brasil Trentino, che raggruppa una trentina di soggetti sul territorio, e la facilitazione e il supporto tecnico a tredici associazioni che hanno promosso un percorso collaborativo di riflessione con lo scopo di creare una rete delle associazioni di volontariato, solidarietà e cooperazione internazionale del Trentino.
Il disegno complessivo che traspare da questi risultati, e dall’insieme dell’attività svolta, era quello di un Centro di eccellenza al servizio del territorio, con un ruolo distinto e complementare rispetto al Servizio Attività internazionali della Provincia, e sempre più aperto al piano nazionale e internazionale, dedicato alla formazione e all’accompagnamento consulenziale, sia dell’associazionismo sia degli altri soggetti interessati alla cooperazione internazionale; caratterizzato sul piano dei contenuti dall’esplorare il nesso territorio-comunità-sviluppo, e su quello metodologico da uno stile di formazione attiva, trans-disciplinare e orientata al cambiamento; intenzionato infine a guadagnarsi una quota di autofinanziamento, al fianco dell’imprescindibile sostegno del socio Provincia.
2. Il ridisegno istituzionale
Parallelamente all’attività “ordinaria”, il consiglio direttivo è stato impegnato lungo tutto il triennio nel delineare un nuovo assetto istituzionale del Centro, in particolare su stimolo del socio Provincia, anche per procedere all’acquisizione del progetto Osservatorio Balcani Caucaso – Transeuropa (OBCT) dal socio Fondazione Opera Campana dei Caduti.
Il confronto è stato lungo e complesso, portando alla fine alle modifiche statutarie del giugno 2017 che hanno ampliato gli obiettivi del Centro, previsto un ruolo per i Comuni di Trento e Rovereto nel caso divenissero soci, e ridefinito in parte la struttura organizzativa. Sono state istituite due Unità operative su base geografica, la prima coincidente con i paesi di interesse di OBCT, la seconda con le restanti aree del mondo.
Nei mesi successivi il Direttivo del Centro, sebbene con opinioni contrarie al suo interno, ha deliberato a maggioranza di accogliere la proposta di distacco di un funzionario dalla Provincia per coprire pro tempore la funzione di Direttore, sovraordinato rispetto alla struttura organizzativa preesistente. Infine il Direttivo ha appreso dal Presidente che sono stati collocati presso il Centro il progetto Millevoci, strumento promosso da tempo da diverse istituzioni del territorio a sostegno dei percorsi di educazione globale, e Isodarco – Scuola internazionale sul disarmo e la ricerca sui conflitti, in precedenza ospitata dalla Fondazione Opera Campana dei Caduti sempre in convenzione con la Provincia.
Il disegno complessivo che traspare da queste scelte risulta in parte diverso da quello delineato a inizio triennio, e riassunto a conclusione del punto 1. In particolare al mandato formativo/consulenziale si intendono affiancare compiti di ricerca – centro studi, e compiti operativi con progetti di cooperazione sul campo. Inoltre è emersa l’esigenza della Provincia di un maggiore controllo operativo-gestionale sul Centro.
Le modifiche statutarie e le successive scelte operative non condivise hanno portato il socio Federazione Trentina della Cooperazione a deliberare l’uscita dal Centro, impoverendone la base sociale con una perdita significativa.
3. Considerazioni e auspici futuri
Il triennio trascorso è stato indubbiamente faticoso e accidentato, ma consegna al futuro Direttivo alcune potenzialità importanti. In particolare la convergenza tra le ottime competenze (persone, idee, relazioni…) costruite all’interno del CFSI e quelle altrettanto eccellenti confluite da OBCT. Gli lascia anche però delle sfide di rilievo, prima fra tutte proprio la costruzione operativa delle sinergie tra i due gruppi di lavoro CFSI e OBCT.
In merito alle sfide future, desideriamo indicare alcuni auspici per noi importanti:
– pur nell’ampliamento del mandato, non disperdere il ruolo formativo del Centro per come inteso e praticato fin qui, ossia incentrato nei contenuti sul nesso territorio-comunità-sviluppo, e nel metodo attento alla progettazione formativa, caratterizzato dallo stile attivo e orientato all’apprendimento organizzativo e al cambiamento, più che da quello informativo-trasmissivo basato sulla mera docenza;
– superare nel medio periodo l’attuale suddivisione interna delle Unità operative su base geografica, provvisoriamente necessaria per esigenze di progettualità europee, ma che rischia di risultare datata, penalizzando l’approccio transnazionale ai fenomeni globali richiesto dalla complessità contemporanea;
– dotare in breve tempo il Centro di una Direzione autonoma, ripristinando una situazione ordinaria dove Provincia e Soci discutano e controllino gli indirizzi politici, ma lascino poi autonomia gestionale al Centro distinguendone con chiarezza il ruolo da quello del Servizio Attività internazionali;
– salvaguardare la collegialità decisionale dentro il Consiglio Direttivo, che è stato un’importante “risorsa pensante” del Centro nel disegnare ed applicare le strategie di governance interna;
– far precedere eventuali ingressi di nuovi Soci da un lavoro preparatorio con i loro membri e decisori sul modo di intendere la cooperazione internazionale e gli altri temi di lavoro del Centro, così da renderne consapevole e significativa l’adesione;
– creare le condizioni tecniche e logistiche perché lo spazio di Co-working delle associazioni venga effettivamente utilizzato come accordato e approvato dall’Assemblea del Centro per la Cooperazione Internazionale.
C’è bisogno di creare pensieri e pratiche nuove dentro ai mondi della cooperazione internazionale. L’augurio è che il Centro sia sempre più un luogo vivo che li susciti e alimenti.
*** (Micaela Bertoldi, Mauro Cereghini, Paulo Lima e Elisa Zerlottin)