mercoledì, 06 aprile 2022
6 Aprile 2022lunedì, 10 ottobre 2022
10 Ottobre 2022Mi scuso con i lettori più affezionati se nelle ultime settimane ho trascurato questo spazio, che pure rappresenta la mia voce su quel che accade in questo tempo…
Mi scuso con i lettori più affezionati se nelle ultime settimane ho trascurato questo spazio, che pure rappresenta la mia voce su quel che accade in questo tempo.
Quando, di ritorno dall’Andalusia, il pc di casa mi aveva cancellato una decina di pagine dense di riflessioni su quel viaggio alle radici del rinascimento europeo prive di una “brutta copia”, mi ero chiesto se quell’accadimento non rappresentasse un segno, una sorta di invito al silenzio. Un invito, peraltro, al quale pure ciascuno di noi avrebbe, di tanto in tanto, effettivamente bisogno.
In questo passaggio i segni del tempo, in primis quelli della natura, richiederebbero capacità di ascolto e di parola, piuttosto che di rassegnato disincanto; un supplemento di pensiero, di studio e di elaborazione invece di silenzio. Inoltre, l’accelerazione e l’acutizzazione dei processi in corso è tale che ci sarebbe bisogno di ambiti diffusi di riflessione collettiva, che invece la crisi dei corpi intermedi lascia ampiamente inevasi.
Allo stesso modo, nell’inedito di una campagna elettorale quando le persone – già di loro smarrite e sole per effetto di uno spaesamento che ha privato di senso la propria appartenenza sociale – si trovano a difendersi dall’afa e dalla deriva speculativa dei prezzi al consumo, avremmo bisogno di tutt’altro che di ridurci ad essere spettatori passivi di quanto l’agone politico e massmediatico ci propone.
Inutile girarci intorno. Misuriamo anche su questo la nostra più o meno rassegnata estraneità. Collettiva prima di tutto ma anche individuale. L’indisponibilità a sopportare un quadro che prima ancora di non saper dare risposte non sa nemmeno porsi le domande, tanto è lontano dalla drammaticità di quel che accade, che siano la retorica e le armi per una guerra intorno alla più grande centrale nucleare d’Europa, che sia l’indifferenza verso un cambiamento climatico che ha implicazioni disastrose sugli ecosistemi, che si tratti della rimozione verso una pandemia tutt’altro che compresa ancor prima che risolta e che ha mietuto solo in questa prima parte dell’anno più di un milione di vite.
Volevo comunque dirvi che, malgrado tutto, non sono rimasto con le mani in mano. In questi mesi estivi mi sono concentrato in particolare al completamento della stesura di un nuovo libro al quale abbiamo lavorato con Maurizio Dematteis e altri amici e che uscirà a breve. S’intitolerà “Inverno liquido” e, come è facile immaginare, affronterà un tema di particolare attualità, ovvero come la crisi climatica va incidendo sulla montagna e l’industria dello sci.
Si tratta di un viaggio attraverso tutto l’arco alpino e la dorsale appenninica iniziato un anno e mezzo fa, realizzato attraverso l’ascolto dei territori e nel confronto con i testimoni di una metamorfosi che nell’arco di qualche decennio ha trasformato l’ambiente montano assoggettandolo alle leggi del profitto. Nel far questo valorizzando le esperienze che cercano di scrivere pagine nuove a partire da un diverso rapporto fra uomo e natura.
Avremo modo di parlarne. Prevedibilmente nell’autunno inizieremo le presentazioni, che come è stato anche per i libri precedenti (la nuova edizione de “Il monito della ninfea” continua ad essere motivo di discussione) diverranno occasioni di confronto nelle comunità.
I lavori (editoriali) in corso sono anche altri, ma ogni cosa a suo tempo. E poi c’è questo sito che mi accompagna da quasi quattordici anni e che con lo scorrere del tempo penso ha bisogno di darsi un vestito nuovo, un po’ più in sintonia con la mia traiettoria culturale e politica attuale. Insomma, con Cristina e Stefano stiamo lavorando ad una nuova veste grafica che recupererà le migliaia di pagine che qui si possono aprire ma indicando un profilo più riflessivo e meno militante. Che poi corrisponde a quel che sono, che penso e che faccio in questa parte della mia vita.