giovedì, 30 agosto 2018
30 Agosto 2018giovedì, 25 ottobre 2018
25 Ottobre 2018Una bella serata quella che si è svolta qualche giorno fa a Civezzano per la presentazione di “Sicurezza“, il nuovo libro di Mauro Cereghini e Michele Nardelli. La cornice era quella della Fondazione “Nuova Società“ che mensilmente offre un’opportunità di dialogo e confronto sul tempo presente e sul pensiero. Incontri sempre molto partecipati e intensi, come quello di venerdì scorso su un tema – quello della “sicurezza“ – tanto controverso come di grande attualità.
Significativo che l’incontro avvenisse il venerdì precedente una domenica elettorale tanto importante per la nostra terra come quella per il rinnovo del Consiglio provinciale, nella quale proprio sul tema “sicurezza“ abbiamo respirato un clima pesante e di divisione, colpevolmente lasciato alla propaganda della paura.
Perché c’era un modo diverso di affrontare questo tema, quello del “prendersi cura“, niente affatto estraneo alle domande di futuro che le persone si pongono, trovando però quasi esclusivamente, anche nel campo del centrosinistra, risposte di tipo securitario.
Il fatto è che la paura non può essere esorcizzata, va affrontata invece. Perché di come va il mondo c’è da avere grande preoccupazione, dalla crisi ecologica all’insostenibilità del modello di sviluppo dominante che porta questo pianeta a consumare ben più di quanto gli ecosistemi terrestri riescono a produrre. Il problema è che alla domanda di futuro non si può rispondere riproponendo quegli stessi paradigmi che di questa insostenibilità sono all’origine. E proprio qui – a ben vedere – abita la crisi della politica.
Dopo la presentazione dell’incontro da parte di Pasquale Bazzoli che della Fondazione “Nuova Società“ è stato in questi anni l’anima, Mauro Cereghini e Michele Nardelli hanno dapprima esposto le ragioni che sono state alla base di questo lavoro editoriale e poi interloquito con i numerosi presenti, le loro domande e le loro osservazioni. Una su tutte, quella di che cosa può fare ciascuno di noi per contribuire in maniera responsabile ad uscire da questa situazione.
Domande alle quali il libro “Sicurezza“ prova a dare risposte, in primo luogo nell’aver consapevolezza di quel che accade in un mondo sempre più interdipendente; nel descrivere l’inefficacia delle risposte sin qui date laddove muri, filo spinato e telecamere altro non fanno che alimentare la paura; nella capacità di elaborare i conflitti e di far tesoro di quanto la storia ci consegna; ed infine nell’esercizio del “prendersi cura“ di ogni sofferenza che si manifesti dentro le nostre vite come lontano da noi.
Un confronto stimolante che è proseguito fino a tarda serata, conclusasi con un momento conviviale. Se avessimo affrontato per tempo questa tematica senza reticenze e ammiccamenti, forse anche l’esito del voto di domenica scorsa avrebbe potuto essere diverso.