
venerdì, 17 maggio 2013
17 Maggio 2013
lunedì, 20 maggio 2013
20 Maggio 2013"A che serve un poeta": s’intitola così la pièce teatrale presentata per la prima volta ieri sera a Riva del Garda e dedicata al poeta armeno Daniel Varujan. Il titolo non ha un punto di domanda e non richiede risposta. Non ha nemmeno un punto esclamativo e dunque non è nemmeno un’affermazione perentoria, pur sempre soggettiva. Forse vuol dire semplicemente che laddove c’è la poesia, lì c’è un’identità insopprimibile, che non ha bisogno e tanto meno rivendica confini o stati ma semplicemente di vivere, malgrado tutto. Parole che esprimono la dolcezza della vita, musica che racconta lo strazio dell’abbandono, novelle satiriche come pillole di resistenza nonviolenta.
Daniel Varujan venne assassinato nel 1915, nel contesto del genocidio armeno che del secolo degli assassini fu il preludio. Ma il quaderno con le sue poesie, ritrovato qualche anno dopo, ha dato voce ad un popolo che si voleva cancellare e ad una cultura nazionale che nella diaspora ha saputo arricchirsi ed arricchire.
Quei testi, quei suoni e quelle atmosfere sono diventate, grazie in particolare a Paolo Domenico Malvinni, un spettacolo intenso e delicato. Un racconto sul Novecento, con il quale ieri ha preso il via il percorso annuale del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani che ha come titolo "1914 – 2014. Inchiesta sulla pace nel secolo degli assassini". Lo spettacolo sarà replicato a Trento a metà di giugno.