
lunedì, 11 febbraio 2013
11 Febbraio 2013
giovedì, 14 febbraio 2013
14 Febbraio 2013Se ne parla da qualche anno ma negli ultimi mesi l’idea di realizzare delle piccole dighe per lo sfruttamento idroelettrico del fiume Adige è tornata prepotentemente alla ribalta. E se in passato il fronte dei Comuni lagarini coinvolti era compatto nell’opporsi a questo progetto, oggi qualche crepa si è aperta, anche per il ritorno economico che è stato loro paventato dalla società che ha fatto la richiesta di concessione. In tempi di forti ristrettezze per gli enti locali… un apporto annuo quantificato in 500/600 mila € annui per ognuna delle tre turbine di 1,5 Megawatt installate per i Comuni di Volano e Pomarolo possono essere una cifra tutt’altro che trascurabile.
Energia rinnovabile, certo, ma con quali costi ambientali? A partire da questa ed altre considerazioni predispongo il testo di una mozione affinché la Provincia subordini ogni scelta di sfruttamento idroelettrico dell’Adige ad un progetto organico di salvaguardia del fiume sotto ogni profilo, ambientale, paesaggistico, faunistico, turistico, storico e culturale. La trovate in prima pagina e spero che la sua approvazione possa mettere una pietra tombale su questo progetto.
Al Polo tecnologico dei Solteri partecipo ad un incontro fra alcune associazioni trentine che cooperano con la Palestina e che hanno in animo di sostenere l’economia locale attraverso la valorizzazione delle produzioni artigianali ed in particolare del tessile tradizionale. Il confronto spazia ben oltre, investendo i progetti in corso nel settore della produzione e della commercializzazione dei prodotti agroalimentari, la cosmesi, l’artigianato religioso, il turismo responsabile. Ambiti nei quali la Palestina ha, indiscutibilmente, molto da dire e un valore aggiunto intrecciato ad un "genius loci" che non serve spiegare. Conveniamo che l’approccio deve essere quello di costruire relazioni fondate sullo scambio di competenze e sulla qualità delle produzioni. E in via preliminare per quanto riguarda il tessile, emerge la necessità di una ricognizione su quel che oggi la realtà palestinese esprime attraverso la visita di Moira Faitini che da anni si occupa di "moda etica".
Incontro nel mio ufficio Laura Cattoni, giovane studentessa che fa parte di una rete di esperienze legate al programma Erasmus. L’ultima volta che avevo visto Laura era una bambina, figlia di cari amici come Ersilia e Ivo Cattoni. Posso solo dire che Ivo era uno di noi, insegnante e sacerdote, che ad un certo punto, già un po’ in là con gli anni, s’innamora e decide di parlare di questo suo segreto con i suoi parrocchiani ai Sorni di Lavis, venendo accolto da un grande applauso. Ivo era parte di un tempo dove il tema della liberazione dei popoli s’incontrava con il messaggio conciliare, suscitando grandi speranze che si scontravano soprattutto in America Latina con la violenza ed il potere, anche quello delle gerarchie della Chiesa. Rimase memorabile l’incontro dedicato a mons. Romero e al suo paese, el Salvador, con l’esule Rodrigo Diaz che Ivo organizzò nella chiesa di Zambana. Poi agli inizi degli anni ’90 Ivo se ne andò improvvisamente, lasciando nello sconforto il suo amore e la piccola Laura. La loro sarebbe una bella storia da raccontare…
Con Laura parliamo di Europa, di quell’Europa che per molti giovani è un sentire oltre i confini, non solo un’entità geografica. Ci lasciamo con l’impegno di scriverci a breve perché di lì a pochi minuti c’è l’ultimo saluto ad un’altra persona che ha interpretato il messaggio evangelico stando dalla parte degli ultimi, il vecchio don Dante. Malgrado la vicinanza di impegno soprattutto sui temi della pace, con don Dante non ho mai stretto un rapporto di amicizia. Don Dante, nonostante negli anni sessanta la sua Chiesa fosse diventata il punto di riferimento per chi si apriva in quegli anni all’impegno sociale e politico, interpretava il suo stare con la strada e con gli emarginati come il suo modo di essere un uomo di chiesa a tutto tondo. Ricordo molte iniziative in cui ci siamo incontrati, ma a differenza del rapporto con molte altre persone di fede, i nostri erano mondi diversi. Nell’ultimo saluto, nel Duomo di Trento, il pensiero va a quello che non ci siamo detti e che avremmo potuto dirci. Quando sorrideva la sua faccia era davvero bella.
Alla sede della SAT (l’antica sezione trentina del CAI) ci troviamo con i responsabili della sentieristica. Con noi anche Luca Lietti e Agron Kaliqani, da anni impegnati nei progetti di cooperazione e sviluppo locale nei Balcani e che poco più di un anno fa hanno accompagnato un viaggio esplorativo degli alpinisti trentini lungo le montagne a cavallo fra il Kosovo, il Montengero e l’Albania. Per i trentini è stata una scoperta affascinante e la collaborazione ora prosegue attraverso la presentazione del filmato realizzato in quell’occasione nelle sezioni territoriali della SAT. Proprio qui, nella sede storica di via manci a Trento, presenteremo a marzo il libro/guida "Scoprire i Balcani".
Al Café de la Paix, fra tante belle persone che parlano fra loro guardandosi negli occhi (nei miei pensieri il vero scopo di questo luogo era esattamente questo…), m’incontro con Luca, Stefano, Federico e Massimiliano per fare il punto sulle iniziative che abbiamo in animo di realizzare come collettivo di "Politica responsabile". Insisto sulla parola "collettivo", perché l’esito del lavoro fin qui realizzato in quest’ambito, e che vorremmo allargare nell’incontro con gli amici di Comunità responsabile, è proprio quella di voler dar vita ad un collettivo politico, cosa desueta ma fatto di persone che hanno voglia di lavorare insieme per il piacere della buona politica. Buttiamo giù una bozza di agenda di lavoro: l’animazione del sito web, la formazione politica sul territorio, l’approfondimento di due temi chiave (l’idea di un nuovo pro gettone e la programmazione strategica nelle comunità di valle), la scuola estiva sull’autonomia. Da condividere nei prossimi giorni con "Comunità Responsabile".
Ci sarebbero altre piccole cose da segnalare e poi ancora la riunione della commissione ambiente del PD del Trentino, ma avverto una insolita stanchezza e mi dirigo verso casa.