sabato, 18 giugno 2011

L’accordo che ha portato con sé la fine dell’ostruzionismo libera il sabato e la domenica dai lavori del Consiglio Provinciale. Ci si rivedrà lunedì, per tutta la giornata. Ciò non significa che le giornate siano libere da impegni, almeno non così per il sabato. Al mattino scrivo una risposta al consigliere del PDL Rodolfo Borga ad un suo velenoso commento su L’Adige di qualche giorno fa dove indicava in Gilmozzi e nel sottoscritto come gli artefici di un imbroglio sulla privatizzazione dell’acqua in Trentino. Nella risposta riprendo tutte le cose che abbiamo messo in campo come PD del Trentino (ed io come primo firmatario) e come maggioranza nell’utilizzare le prerogative dell’autonomia e la competenza primaria della PAT in materia di gestione dei servizi idrici per evitare l’applicazione della legge Ronchi in questa terra e per ritornare sulle scelte del passato.

Qualche incombenza di casa e poi nel pomeriggio via verso Lavarone dove si tiene la conferenza "Figli di un Dio minore" dedicata alla presentazione delle opere e del pensiero di Emilio Lussu. Ospite d’eccezione dell’incontro, il presidente dell’Istituto sardo per la lo studio dell’autonomia e della resistenza Giangiacomo Ortu. Quello di Emilio Lussu è davvero un pensiero privo di cittadinanza e temo una scarsa presenza. Temo anche il brutto tempo che si abbatte sul Trentino e temo il sabato pomeriggio. Ma la sala della Biblioteca di Lavarone è piena di gente.

E’ bello che il pensiero di Lussu richiami sull’altipiano una cinquantina di persone e ci stimoli a gettare uno sguardo sul presente e sul futuro. E’ bello che ciò accada, è bello che realtà diverse fra loro come il Museo Storico del Trentino, il Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, il Centro di Documentazione di Luserna, la Comunità sarda del Trentino, il  Comune e la Fondazione Belvedere Gschwent di Lavarone, lavorino in rete. E’ interessante che fra il Trentino e la Sardegna intercorra una sintonia profonda. Trovo stimolanti le parole del prof. Ortu che ci racconta un Lussu meno scontato e fortemente politico. Nel cuore della sua terra ("senza la Brigata Sassari Lussu è incomprensibile") ma in dialogo con l’Italia e l’Europa (in quel crocevia di pensieri che fu "Giustizia e Libertà").

Ne esce il Lussu giovane interventista, l’ufficiale che si prende cura della sua gente a differenza dei comandi che la mandavano a morire, l’intellettuale federalista, il militante politico fondatore del Partito Sardo d’Azione, l’esule, il fondatore di Giustizia e Libertà, il Costituente, lo scrittore, l’uomo di pace. E il rammarico che l’Italia migliore, il popolo delle isole per nascita o per esilio, quella di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Silvio Trentin, Gaetano Salvemini, Antonio Gramsci, Piero Calamandrei, Emilio Lussu ed altri, non abbia trovato vera cittadinanza.

Finiamo a formaggio Vezzena e pane Carasau, Marzemino e Cannonau, non per niente oggi è la giornata di Slow Food.

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