
martedì, 14 giugno 2011
14 Giugno 2011
sabato, 18 giugno 2011
18 Giugno 2011Decimo giorno di Consiglio provinciale, paralizzati dall’ostruzionismo sulla riforma della Protezione Civile. Quando sembra che ad ogni mediazione corrisponda una nuova richiesta da parte delle opposizioni, ecco che la soluzione proposta dal presidente del Consiglio Provinciale Bruno Dorigatti riesce finalmente a sbloccare la situazione. Non è un cedimento sul piano dei contenuti, ma semplicemente un modo onorevole per venirne fuori. E dopo qualche residuale schermaglia, la Lega decide di togliere l’ostruzionismo. Mi complimento con Bruno, non è stato facile e la sua esperienza è venuta in aiuto ad un Consiglio ormai incartato dal gioco irresponsabile di una parte della minoranza che ancora deve imparare che cosa sia la dialettica fra maggioranza e minoranza.
L’antipolitica che imperversa anche nelle istituzioni ha fatto sì che ogni forma di accordo fra maggioranza e opposizione sia intesa come consociativismo o "inciucio". Costoro non sanno che non c’è stata grande riforma in questo paese, dallo Statuto dei lavoratori alla riforma del diritto di famiglia, che non sia stato il prodotto di un’intesa, di quel "governare dall’opposizione" che era l’opposto della cultura maggioritaria, dove invece prevale l’idea che chi vince prende tutto.
Non è affatto un caso che in Germania, nella scelta strategica di farla finita con il nucleare, Angela Merkel abbia coinvolto l’intero arco politico, maggioranza e opposizione. E’ un’altra cultura, che conserva il senso delle istituzioni piuttosto che occuparle.
Tiriamo il fiato. La prospettiva di passare un altro fine settimana nel polveroso emiciclo di piazza Dante ad ascoltare parole in totale libertà (oltre che vuote) era una prospettiva davvero insopportabile. In questo modo possiamo allentare la presenza e subito ne approfitto per la conferenza stampa che si tiene alla sede del Museo Storico del Trentino nella quale presentiamo la conferenza di sabato a Lavarone (sala della Biblioteca, ore 17.00) sulle opere di Emilio Lussu, nell’ambito del percorso sulla "Cittadinanza Euromediterranea". Con me ci sono Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo, Salvatore Dui (presidente della Comunità sarda del Trentino), Aldo Marzari (Presidente della Fondazione Belvedere Gschwent di Lavarone), Luigi Nicolussi Castellan (Presidente del Centro di Documentazione Luserna), a testimoniare un rinnovato interesse attorno ad un pensiero per tanti anni "privo di cittadinanza".
I messaggi che vogliamo dare sono due. In primo luogo, uscire dalla retorica con cui viene spesso celebrato il 150° dell’unità d’Italia, ricordando che questa unità non ha sempre significato concordia fra i popoli che la costituivano se pensiamo che nella prima guerra mondiale tanta povera gente (e fra loro i figli della Sardegna) venne mandata al massacro da comandi che i soldati identificarono via via come i loro veri nemici. Emilio Lussu, fuori dalla retorica fascista degli anni ’30, ebbe il coraggio di parlare dell’insensatezza e dell’assurdità di quella guerra. Ne nacque il suo capolavoro "Un anno sull’altipiano" che negli anni ’70 divenne anche un film, "Uomini contro", del regista Francesco Rosi, per i suoi contenuti denunciato, boicottato e tolto dalle sale cinematografiche.
Il secondo messaggio è che questo pensiero non ispirava solo la letteratura… Emilio Lussu fu uno dei fondatori del Partito sardo d’Azione, parte integrante del movimento federalista di "Giustizia e Libertà" in cui confluirono alcune delle figure più interessanti sotto il profilo dell’originalità del pensiero: l’europeismo di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, il federalismo di Silvio Trentin, il meridionalismo di Gaetano Salvemini. Un pensiero di mezzo, per questo schiacciato dalle vulgate maggiori del ‘900. E di cui oggi possiamo cogliere in pieno – di fronte alla necessità di andare oltre il concetto di stato-nazione – tutta la sua straordinaria attualità.
Ritorno in Consiglio ed ora si prosegue nella massima speditezza. Viene approvato il mio emendamento sulla formazione internazionale dei volontari della protezione civile, chiamati come spesso sono ad affrontare interventi di emergenza in situazioni di cui conoscono poco o nulla. Un percorso annuale di formazione rivolto al vasto mondo del volontariato, dove approccio e interventi siano improntati al rispetto e alla conoscenza.
Il clima in Consiglio è più sereno. Nei nove giorni precedenti eravamo bloccati sull’articolo 1, in poche ore siamo quasi all’articolo 70. E non mi sembra vero di finire i lavori di oggi in un orario normale. Avrei la presentazione del libro di Ugo Morelli, ma sono svuotato e ho solo voglia di staccare la spina.