Pasqua 2001, la grande moschea di Gerusalemme
giovedì, 21 aprile 2011
21 Aprile 2011
Paul Klee
mercoledì, 27 aprile 2011
27 Aprile 2011
Pasqua 2001, la grande moschea di Gerusalemme
giovedì, 21 aprile 2011
21 Aprile 2011
Paul Klee
mercoledì, 27 aprile 2011
27 Aprile 2011

lunedì, 25 aprile 2011

25 aprile, giornata di festa della liberazione. A Trento c’è la tradizionale manifestazione, negli ultimi anni sempre più partecipata. E anche questo è un segno, perché – come dice un partigiana novantanovenne che interviene in una delle tantissime celebrazioni che si svolgono in questa giornata – "non era questa l’Italia che i partigiani sognavano".

Penso a tutta l’amarezza di chi ha lottato mettendo in gioco la propria vita contenuta in queste poche e semplici parole. Penso a chi si è visto crollare addosso tutto quello in cui avevano creduto, non solo in Italia dove pure abbiamo gli eredi del fascismo al governo. Penso alla Francia dove il governo di centrodestra di Sarkozy teme la concorrenza dell’estrema destra della signora Le Pen. Penso a quel partigiano di Sarajevo che mi ospitò in casa sua nell’immediato dopoguerra jugoslavo, lui di nazionalità serba ma profondamente jugoslavo assediato per tre anni e mezzo da quell’armata federale nella quale credeva, e che ora – finito l’assedio – aspettava semplicemente di morire. Penso (in questa giornata) ai "liquidatori" chiamati a fermare il disastro di Chernobyl e destinati a morte certa dopo anni di sofferenze, al loro senso di sacrificio verso qualcosa in cui nonostante tutto credevano, alla loro rabbia nel vedere quel paese in frantumi ed in mano a delle oligarchie senza scrupoli.

E ciò nonostante il 25 aprile è un simbolo di rinnovata speranza e la presenza di tante persone, giovani e vecchi che siano, non può che essere uno stimolo a continuare a lottare per ciò che riteniamo sia giusto.

In Trentino ci sono molte altre manifestazioni per il 25 aprile. Io sono a Pedersano, dove ormai tradizionalmente in questa data, nel piazzale antistante alla Chiesa, si commemora la figura di Giovanni Rossaro, partigiano e per questo brutalmente perseguitato dal fascismo. Con Mario Cossali (vicepresidente dell’ANPI) e Romina Baroni (vicesindaco di Villa Lagarina) parliamo del significato della resistenza, guardando alla liberazione dal nazifascismo e al nostro tempo, pieno di incognite e di paure.

In questa piazza c’ero venuto un anno fa, per dare l’ultimo saluto all’amico Rino Zandonai, dopo che l’oceano l’aveva restituito ai suoi famigliari. Penso al suo lavoro, alla passione che ci metteva, a quanto sia difficile lavorare con l’emigrazione trentina quando gli interessi personali tendono a prevalere su quelli di una comunità che si vorrebbe integrata fra le altre. Proprio di questo parliamo in serata con Ciro Russo, da poco tornato (ormai quasi definitivamente) dal Chaco (Argentina) in cui negli ultimi vent’anni è stato responsabile per la Trentini nel Mondo. Con Rino ha lavorato in stretto contatto per tutto questo tempo e su quell’aereo, insieme a Gianni Lenzi e Luigi Zortea, avrebbe potuto esserci anche lui. Lo trovo stanco, non solo per il viaggio.

C’è un tempo per la passione e un tempo per la riflessione. Non necessariamente distinti, certo. Ma in questo 25 aprile avverto più di altre volte il bisogno di fermarsi e riflettere, per rinnovare in profondità le culture e le forme dell’agire politico.

In serata il premier Berlusconi comunica al presidente degli Stati Uniti l’intenzione di un salto di qualità nell’impegno militare dell’Italia nella guerra in Libia. Anche gli aerei italiani parteciperanno ai bombardamenti. Davvero una bella notizia, in questo 25 aprile che vorremmo dedicare alla pace.

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