Paul Klee, Caffè Tunisi
martedì, 19 aprile 2011
19 Aprile 2011
scarpe grosse...
lunedì, 25 aprile 2011
25 Aprile 2011
Paul Klee, Caffè Tunisi
martedì, 19 aprile 2011
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giovedì, 21 aprile 2011

Sono giorni di tranquillità, niente impegni istituzionali, di associazioni o di partito. Un po’ di tempo per scrivere e leggere non guasta. Il piacere di qualche invito a cena e di preparare qualcosa di buono per gli amici.

In questi giorni un impegno gravoso, per la verità, c’è ed è la preparazione del viaggio che a fine settimana prossima porterà una delegazione della comunità trentina in Palestina. Definire gli aspetti organizzativi, il programma, gli obiettivi. La visita restituisce quella del ministro dell’agricoltura dell’ANP di qualche mese fa, allorquando prendemmo l’impegno di giungere alla redazione di un protocollo d’intesa fra il Trentino e la Palestina sul tema dell’agricoltura e del credito. Saranno questi in particolare i focus del viaggio e degli incontri previsti della delegazione trentina con il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Abu Mazen, con il ministro dell’agricoltura Ismail Daiq e il suo staff, con il mondo della cooperazione palestinese.

Ne parliamo oggi in una riunione con la Federazione trentina della Cooperazione che parteciperà al viaggio con il suo presidente Diego Schelfi insieme a Giorgio Fracalossi, presidente di Cassa Centrale Banca e Cassa Rurale di Trento e Luca Rigotti, vicepresidente della "Mezzacorona sca" e componente Comitato esecutivo della Federazione trentina della Cooperazione.

In un paese che fra mille difficoltà rivendica un po’ di sovranità sulla propria terra e dove l’incertezza generale fa sì che le importazioni del suo fabbisogno agroalimentare siano intorno all’80%, lo sviluppo rurale diventa un aspetto decisivo. Lo stesso potremmo dire per il sistema finanziario. I palestinesi hanno un’economia fragilissima che si regge sulle rimesse dall’estero della diaspora e sugli aiuti internazionali, ma sono sostanzialmente privi di un sistema bancario legato al territorio. Tanto che si sono dimostrati molto interessati all’esperienza delle nostre casse rurali.

Il viaggio sarà anche l’occasione per capire gli effetti della primavera araba in quella parte del Mediterraneo, che pure richiede un forte rinnovamento, tanto sul piano delle idee come delle classi dirigenti. Anche il conflitto israelo – palestinese (che dura ininterrottamente dal 1948 e che ha assunto una dimensione simbolica per l’intero mondo arabo) richiede in questa nuova cornice uno sguardo diverso: è quanto hanno chiesto a gran voce i giovani di Gaza con il loro recente manifesto, è quel che si aspettano molti intellettuali palestinesi che faticano sempre di più a riconoscersi in una dialettica cristallizzata e spesso violenta.

E, al di là delle specifiche finalità della delegazione, sarà interessante capire come questo vento viene percepito nel gruppo dirigente dell’ANP. Chissà se ne avremo l’opportunità, ma credo che le occasioni non mancheranno. Nel definire il programma sto cercando anche di mettere in cantiere alcuni contatti che, nei limiti dei tempi molto stretti della delegazione, ci possano fornire spunti e testimonianze da portare con noi. Perché alla fine questo è quello che conta, ricavarne sguardi non banali su un presente sempre più interdipendente. Utili, vorrei dire decisivi, anche per definire programmi efficaci di collaborazione nel settore agroalimentare o nella gestione della microfinanza locale. Questo diario ne darà una cronaca puntuale.

Sto leggendo "Beirut" di Samir Kassir. Attraverso la storia di una città, lacerata da una guerra durata interrottamente ben diciassette anni (1975 – 1992), possiamo leggere le vicende del vicino oriente e del Mediterraneo. Verso i cananei, che i greci ribattezzarono con nome di fenici, abbiamo un debito storico: ci hanno portato in dono, oltre che al nome di Europa, loro principessa, anche l’alfabeto. E poi, attraverso la navigazione del mare che abbiamo in comune, le culture religiose, una buona parte del sapere scientifico, la poesia d’amore, la vite…

Vorrei che questo viaggio avvenisse nel segno della restituzione non solo di una pur gradita visita.

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