17 marzo 2011, le Gallerie di Piedicastello
giovedì, 17 marzo 2011
17 Marzo 2011
Lawrence d’Arabia
lunedì, 21 marzo 2011
21 Marzo 2011
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venerdì, 18 marzo 2011

Conferenza stampa di presentazione del Disegno di Legge "Modificazioni del testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti: protezione dai pericoli derivanti dall’amianto". Nella saletta commissioni della Regione con me ci sono il capogruppo Luca Zeni e Michele Ghezzer con il quale abbiamo costruito questa proposta, oltre ai giornalisti della stampa e delle televisioni locali. Della Rai nemmeno una traccia. Eppure il tema che trattiamo è di quelli tosti, per dimensione e per l’allarme sociale che ne viene.

Sono passati quasi vent’anni dalla messa fuori legge dell’amianto, eppure questa pesante eredità pesa sul presente e ce la porteremo appresso per qualche decennio. Con il portato di patologie e di sofferenze: in particolare il mesotelioma maligno, un tumore dell’apparato respiratorio che non dà scampo, connesso proprio all’inalazione di fibre di amianto. Una malattia che uccide 100 mila persone ogni anno, 4 mila dei quali in Italia (secondo i ricercatori dell’Ispesl), cifra che raggiungerà il suo picco fra il 2015 e il 2018. Nonostante il divieto di lavorazione e commercializzazione gli effetti continuano a manifestarsi ed ora in aumento sono le patologie contratte da persone che non erano considerate a rischio, ovvero per esposizione inconsapevole.

L’amianto è stato bandito nell’Unione Europea e in un’altra decina di paesi, ma nel resto del mondo si continua a produrre e commercializzare: paesi come Cina, India, Russia, Thailandia, Giappone, Brasile sono i maggiori consumatori. Il fatto è che anche in Italia l’amianto è ancora molto diffuso: solo per le coperture in eternit (cemento-amianto) si parla di 32 milioni di tonnellate. A cui si devono aggiungere la presenza di questo materiale nelle costruzioni, nei camini, nelle fognature, persino negli acquedotti. Oppure nei mezzi di trasporto come navi, treni e auto. Senza dimenticare l’uso domestico, che ancora troviamo nelle nostre case, nei ferri da stiro come nei guanti da forno. Un tempo questo materiale veniva utilizzato normalmente, persino nel borotalco.

Anche in Trentino il problema è molto esteso se si pensa che nella recente rilevazione aerea fatta dalla Provincia emerge una stima di tetti in cemento-amianto per 2.689.000 metri quadrati. E si tratta solo di una parte del problema che non calcola l’amianto utilizzato nei pavimenti, nella coibentazione degli edifici, nelle tubature. Poco prima della conferenza stampa, parlando con un muratore, descriveva una situazione pazzesca: "quando nelle demolizioni si ha a che fare con l’amianto, questo va spesso a finire in discarica in mezzo agli inerti, magari sminuzzato". Rendendolo così ancor più pericoloso.

Perché l’amianto diventa pericoloso nell’inalazione delle sue fibre, quando il materiale con cui è mischiato (il cemento prevalentemente) viene sbriciolato o corroso dal tempo. E considerato che l’amianto che incontriamo ha almeno vent’anni (ma anche molto di più, visto che l’esplosione nel suo utilizzo fu in Trentino degli anni cinquanta e sessanta) il rischio che il materiale sia in cattivo stato di conservazione è molto alto.

La proposta di legge che presentiamo si propone di dare un nuovo impulso nella mappatura del problema, la definizione di un programma di priorità nella bonifica in base alla pericolosità e alla sua localizzazione, il co-finanziamento della bonifica attraverso un programma di contributi a scalare affinché sia premiato – nel quadro delle priorità indicate dal programma –  l’intervento più solerte, la realizzazione di un’impiantistica adeguata per lo smaltimento e un programma di informazione capillare sui danni correlati all’amianto. Non vogliamo provocare allarme sociale, ma al tempo stesso non possiamo lasciare che questo problema venga affrontato con un’inerzia inaccettabile e che porterebbe ad un deteriorarsi progressivo dei materiali contaminati senza un intervento adeguato.

Conclusa la conferenza stampa ho appuntamento con l’assessore Mellarini, responsabile provinciale dell’agricoltura. Lo sollecito per l’elaborazione del piano triennale e del regolamento attuativo della legge sulle filiere corte che potrebbe avere un impatto significativo a vari livelli, gli parlo dei corsi di formazione appaltati dall’Istituto Agrario di san Michele alla Coldiretti e dell’anomalia di un incarico affidato al massimo ribasso e, infine, del prossimo viaggio di una delegazione del Trentino in Palestina per discutere di valorizzazione dei prodotti locali e di credito legato al territorio.

Nel pomeriggio incontro Stefano Kegljevic, giovane laureato trentino-sloveno, interessato a lavorare nella cooperazione internazionale. Un colloquio di un’ora e ne ricavo un’ottima impressione. Giovani che costituiscono un patrimonio importante per questa terra che andrebbero davvero valorizzati. Lo dico anche pensando al confronto che si è aperto sulle pagine web di "Politica Responsabile" (http://www.politicaresponsabile.it/) a partire dalla tesi di Alessandro Franceschini sul ricambio generazionale, alle parole amare eppure piene di forza di Claudia che racconta della sua decisione di andarsene.

E di questo come del bisogno di rimotivazione delle persone, parliamo nell’incontro che ho nel tardo pomeriggio al Polo Tecnologico di Trento con i giovani trentenni della cooperativa Computer Learning. Sono molto interessati al Disegno di legge che stiamo preparando sul tema dell’educazione permanente e per l’occasione mi fanno entrare in una simulazione di conferenza interattiva fra Trento e Torino. Mi presentano il sito ormai pressoché ultimato di "DSF" (che sta per Docenti Senza Frontiere). Un progetto che coinvolge centinaia di docenti in varie parti d’Italia in rete con il mondo. Un progetto al quale mi chiedono di portare un contributo di idee e contenuti. Sull’una e l’altra cosa sviluppiamo un confronto e vedo le persone davanti a me molto sollecitate dalle mie provocazioni. Uno di loro, Federico, il giorno dopo – in una lunga lettera – mi scriverà così:

«Buongiorno Michele, mi ha fatto molto piacere conoscerti ieri in Computer Learning, rispetto a quanto dicevi ho potuto notare che c’è perfetta sintonia su una lettura della società e del bisogno attuale delle persone (e, permettimi di ringraziarti, piacere per la conoscenza personale di un pensiero politico che non fa solo retorica). A mio avviso oggi non c’è bisogno di tecnica – e diceva Chaplin nel meraviglioso discorso che fa nel "Grande dittatore" – soprattutto di motivazione e per questo bisogna lavorare alla base e promuovere tutte quelle attività che danno respiro, scambio libero e spontaneo di idee e sentimenti, crescita culturale. Restituire al reale tutta la complessità che il bombardamento di stereotipi, immagini, uso inconsapevole del messaggio mediale mirano ad appiattire e cancellare. Poi la tecnologia può essere un grande viatico, diffondere questa cultura, ma servono i contenuti…».

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