Assisi, marcia per la pace
mercoledì, 23 febbraio 2011
23 Febbraio 2011
Trento, piazza Pasi
sabato, 26 febbraio 2011
26 Febbraio 2011
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Trento, piazza Pasi
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giovedì, 24 febbraio 2011

Oggi arriva in aula, dopo quasi un anno dalla sua presentazione, il Disegno di Legge sui Fondi rustici. Temo che dopo una legge di peso come quella sulla famiglia, questa proposta possa passare inosservata e per i media è sostanzialmente così. Peraltro arriva a metà pomeriggio, dopo il voto sulla legge di bilancio (consuntivo) e allora provo ad animare un po’ l’emiciclo.

Nell’illustrazione, prima di passare alla descrizione dell’articolato, propongo qualche considerazione generale. La prima di queste è il valore della terra, il carattere limitato del suolo, come l’acqua, come l’aria, il suolo fa parte del sistema che assicura la nostra sopravvivenza, nell’alimentazione e come deposito naturale di carbonio. Dovremmo amarla, rispettarla, averne cura. Per parlarne tiro fuori dal mio zaino una mela.

Fingiamo che questa mela sia il pianeta Terra. Tagliamola in quarti e gettiamone via tre. Il quarto di mela che rimane rappresenta la parte di terra emersa dall’acqua degli oceani. Il 50% delle terre emerse è costituito però da aree polari, desertiche o montuose, dove fa troppo freddo o troppo caldo per ogni produzione agroalimentare e allora dobbiamo tagliare a metà il quarto di mela che così diventa 1/8. Ma nel 50% della superficie terrestre che rimane la coltivazione agricola o il pascolo sono spesso impossibili: paludi, zone umide, aree rocciose e poi ci sono le città, le zone industriali, le discariche, le strade. Così quel che rimane diventa 1/16, una fettina sottile sottile di mela che corrisponde ad una buccia (il suolo) ancor più sottile di superficie terrestre, chiamata a nutrire l’intera popolazione del pianeta.

E’ un modo per descrivere il valore della terra, l’unica che abbiamo. Tanto che l’incetta di terra è già in corso. Diventa oggetto di conquista, di speculazione, di riciclaggio… per la criminalità economica come per stati che già oggi s’interrogano sul loro spazio vitale. E’ quel che avviene già da tempo per la Cina, senza che ce ne rendiamo conto. E senza attrezzare i nostri territori di fronte a dinamiche di questa natura.

C’è fame di terra anche in Trentino. Negli ultimi anni c’è stato un ritorno alla terra come prospettiva occupazionale per i giovani che immaginano nell’agricoltura il loro futuro. Ma per avere il sostegno pubblico all’imprenditoria agricola giovanile occorre una superficie minima coltivabile, ovvero un numero minimo di ore per ogni unità di lavoro uomo che corrisponde a 2080 ore annue. Il fatto è che questa terra spesso non c’è.

Nasce da qui l’idea di regolamentare l’accesso e l’utilizzo dei fondi rustici, tutte quelle proprietà pubbliche di fondi agricoli non riconducibili né alla proprietà privata, né alle proprietà collettive (usi civici). Un tema arrivato recentemente alla ribalta delle cronache per i conflitti nati in alcuni Comuni del Trentino (San Michele all’Adige, Roveré della Luna, Zambana…) intorno proprio ai criteri di affitto di questi fondi. Zone pregiate, dove anche mezzo ettaro può rappresentare un discreto reddito, ma che troviamo un po’ ovunque in Trentino, e dunque di rilevanza provinciale. Tema non a caso sollecitato dalle organizzazioni di categoria ed in particolare dalla Confagricoltori.

Arrivo dunque agli obiettivi della legge: l’istituzione di un’Anagrafe provinciale dei Fondi rustici (trasparenza); la regolamentazione delle modalità di affitto e la definizione di criteri qualificanti (giovani agricoltori, economia del territorio, qualità delle produzioni, agriturismo…) ma soprattutto la messa in discussione del criterio della migliore offerta di canone (la situazione attuale) che espone le comunità a rischi di esproprio da parte dei soliti noti; ed infine l’utilizzo dei fondi ubicati in prossimità dei centri abitati per uso socio didattico, ovvero orti per gli anziani, orti didattici per le scuole, fasce deboli.

Ne esce una discussione nella quale una minoranza senza argomenti prova comunque a distinguersi. La maggioranza è compatta e convinta della bontà dell’iniziativa e in serata il testo diventa legge. E’ la seconda che porto a casa, dopo quella sulle filiere corte e provo una certa soddisfazione.

 

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