
sabato, 5 febbraio 2011
12 Agosto 2009giovedì, 13 agosto 2009
13 Agosto 2009La mattina se ne va nel sistemare documentazione, prima in casa e poi in ufficio. Ho aperte troppe cartelle, ciascuna delle quali meriterebbe un tempo disteso, studio, approfondimento. La mia scrivania è lo specchio di questa condizione.
Ci sono le cose del Forum, al quale dedico un tempo tutt’altro che trascurabile e spero visibile, con buoni risultati anche grazie ad uno staff che lavora in forte sintonia. Fascicoli che riguardano cose delegate ad altre persone ma che ho ancora nel cuore, ma aperte e sulle quali – di tanto in tanto – butto l’occhio. Gran parte delle cartelline colorate riguardano l’attività consiliare. Argomenti che meriterebbero un lavoro collettivo che invece non c’è, al quale supplisco talvolta con gruppi di lavoro, persone competenti che mi aiutano in vario modo. E’ il Gruppo consiliare come istanza collettiva che (ancora) non c’è. Ognuno fa le sue cose e pertanto, complessivamente, c’è un discreto volume di iniziative, disegni di legge, interrogazioni, mozioni. Quel che fatica ad emergere è invece un profilo politico. Se poi entriamo nel merito di ciascun problema, mancando all’origine un confronto collettivo, vediamo che le nostre idee vanno talvolta in direzione diversa. Non ci si pesta i piedi, per così dire, e questo è già qualcosa. Ma l’esigenza di un lavoro collettivo non viene colta, l’approccio ai problemi evidenzia storie diverse e, infine, non si è ancora chiarito un aspetto di fondo, ovvero il nostro rapporto con la giunta provinciale, verso la quale c’è un atteggiamento schizofrenico, di chi dovrebbe esserne l’azionista di maggioranza e, al tempo stesso, di chi non conta su un rapporto di fiducia.
Ne ho già parlato in questo diario durante la discussione sulla finanziaria: è un nodo tutto politico, certamente legato ad una maggioranza che in questi anni non ha saputo costruire un senso comune condiviso, ma anche ad un partito, il PD del Trentino, che non ha saputo costruire sintesi culturali rispetto ai tanti percorsi che l’hanno generato. Il PD del Trentino è il partito di maggioranza relativa e dunque l’ossatura portante della coalizione, ma ciò nonostante è come fossimo con il corpo dentro e la testa fuori. Come se dovessimo mettere le mani avanti rispetto l’attuale leadership provinciale di Lorenzo Dellai. Insomma, sull’uscio.
Nel corso della riunione del Gruppo consiliare riemerge questo nodo attorno al tema della banda larga e, nello specifico, della scelta da parte della PAT di costituire una società con Telecom per portare la fibra ottica in tutte le case del Trentino entro il 2018. Obiettivo ambizioso, che metterebbe il Trentino in una posizione di avanguardia sul piano nazionale ed europeo. Ma l’accordo con Telecom scatena l’opposizione degli operatori concorrenti, polemiche giornalistiche e l’amplificazione interna. L’accordo è aperto al concorso anche di altri soggetti, ma si teme una sorta di monopolio. Preoccupazione vera qualora Telecom si sostituisse al controllo pubblico della rete, compreso il cosiddetto ultimo miglio. Ma invece che perfezionare le garanzie, si cavalcano le polemiche. Quasi che la dialettica fra governo e opposizione si svolgesse in realtà all’interno della maggioranza.
Conclusa la riunione del Gruppo consiliare mi sposto al Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, dove si riunisce il Consiglio. Discutiamo delle iniziative che abbiamo messo in campo nei giorni scorsi attorno alla rivoluzione democratica nei paesi arabi e del Cafe de la Paix. Questo punto ha oggi un passaggio essenziale, quello della scelta del soggetto gestore. La scelta va verso l’associazione Cafè Culture che ha presentato un’articolata e interessante proposta di allestimento, gestione economica e culturale. E’ questa una sfida molto interessante non solo per il Forum ma per la città di Trento che di un luogo caldo, bello e stimolante ha davvero bisogno. Le idee non mancano, nemmeno l’entusiasmo. Vedremo anche se sapremo coltivare questa proposta che porto con me fin dai tempi (sembrano davvero lontani) della Casa per la Pace. Ogni tanto anche i sogni nel cassetto trovano le strade per realizzarsi.