
mercoledì, 26 gennaio 2011
26 Gennaio 2011
sabato, 29 gennaio 2011
29 Gennaio 2011La giornata della memoria occupa tutti i giornali, le reti televisive, i network. Meglio così, ovviamente. Anche se l’accostamento fra Auschwitz e Villa San Martino ad Arcore nella scaletta dei notiziari fa rabbrividire. Ne voglio scrivere, perché avverto una sorta di paradosso fra l’attenzione dei media e l’imbarbarimento che pervade questo paese.
Arrivo in Consiglio e, positiva coincidenza, viene trattata la mia interrogazione sulla pista di sci intitolata alla "strafexpedition" in quel di Folgaria. La giunta provinciale condividendo la motivazione della mia interrogazione s’impegna a muoversi affinché sia posto rimedio a questa scelta (della Carosello Ski). Bene dunque, ma anche qui mi viene spontaneo di interrogarmi (e lo dico apertamente nella mia replica) quale sia il contesto culturale in cui una decisione di questo tipo possa essere stata assunta. Cosa sulla quale occorrerebbe riflettere, se non altro per cercare di capire come questo paese sia cambiato.
Alle 10.40 m’incontro con una quinta classe delle ITI di Trento in visita al Consiglio Provinciale. Hanno assistito a qualche battuta iniziale della riunione odierna del Consiglio ed ora gli racconto qual è il lavoro di un consigliere, quali gli strumenti a disposizione, quali gli argomenti che vengono affrontati in base alle nostre competenze autonomistiche. Parlo con loro in maniera semplice, vedo che mi seguono, ma è difficile farli parlare, non so se per timidezza o perché non sanno nemmeno loro che cosa ci sono venuti a fare in Consiglio.
Un ragazzo mi chiede quali sono gli strumenti di comunicazione fra un cittadino e un consigliere. Parlo dei media e parlo delle forme anche nuove di contatto, come ad esempio il blog. Racconto di questo mio diario e che ne avrei parlato di questa stessa visita. Provo ad incuriosirli parlando di come viene retribuito il nostro lavoro di consiglieri, ma anche qui l’unica cosa che uno studente mi chiede dopo avergli raccontato che rinuncio a meta della mia indennità, scherzosamente ma anche con un po’ di vena polemica, è il mio numero di bancomat. Penso a quando ero in quinta superiore e a quanto sarebbe stata ghiotta un’occasione così per cercare di mettere in difficoltà un rappresentante politico. Non nascondo che mi rimane un po’ di sconcerto.
Tutt’altro clima (e colore) fra i cinquecento giovani in partenza per Cracovia e Auschwitz che di lì a poco trovo riuniti in assemblea grazie all’iniziativa di Terre del Fuoco e della Provincia Autonoma di Trento. Un viaggio importante, che può cambiare lo sguardo sul mondo di questi giovani cittadini. Riuniti ad ascoltare le canzoni di Fabrizio de André e le riflessioni sul giorno della memoria che proviamo a buttare lì. C’è molta attenzione e gli spunti non mancano negli interventi per quanto brevi dei relatori. Provo a parlare di un viaggio non sia solo nella memoria degli avvenimenti ma anche nella responsabilità, in quella colpa politica di chi votò per il nazismo e il fascismo, e in quella morale di chi, pur sapendo, non ebbe il coraggio di alzare un dito per evitare che accadesse. Un viaggio anche nella banalità del male che ci portiamo dentro e che si manifesta ogni qual volta giriamo il nostro sguardo altrove. Messaggio complesso che francamente non credo di essere riuscito a trasmettere. Non fa niente, l’importante è che questa esperienza entri in profondità, dia loro il senso della storia e del nostro esserne parte.
A vederli tutti insieme, con i loro zaini in spalla dirigersi verso la stazione, mi inducono a guardare le cose con un po’ più di ottimismo. E importante questo disporsi al partire e al mettersi in gioco, all’indignarsi e al meravigliarsi.
Un panino e poi alla riunione della maggioranza in Consiglio provinciale. Ci sarebbe bisogno come il pane di vedersi e scambiarsi idee o semplicemente sensazioni, oltre che a condividere le scelte di governo come ci propone il presidente Dellai, ma la riunione è lo specchio di una maggioranza che fa da cassa di amplificazione alle polemiche giornalistiche piuttosto che porre ed affrontare i nodi che abbiamo davanti. Anche in questo, comunque, emerge una domanda chiave: assecondare gli umori o farsi carico?
Veniamo da un confronto sulla finanziaria ma sembra quasi che quel passaggio nemmeno ci sia stato, tanto ognuno stava appresso alle proprie cosette. Come al solito l’argomentare è più sul metodo che nel merito. Mi spiace ma non sono d’accordo con questa vuota lamentazione. Temo che questo sia lo stato della politica.
La giornata prevede dell’altro, ma per oggi ne ho abbastanza.
2 Comments
Sono un alunno della classe quinta delle ITI di Trento, volevo ringraziarLa per averci dato l’opportunità di conoscerLa e di averci dedicato del tempo. Personalmente quest’esperienza mi ha dato molto e soprattutto mi ha fatto riflettere che anche le più piccole scelte sono importanti perchè possono influenzare la vita degli altri sia in maniera positiva ma in particolare quella negativa. La ringrazio ancora perchè con i suoi discorsi mi ha fatto capire che esistono ancora persone che credono in quello che fanno senza avere secondi fini o scopi, questo a causa di una mia ignoranza, ero ormai abituato a vedere tutti i politici sotto la stessa luce dimenticandomi che non sono tutti uguali. Non ho mai avuto a che fare con la vita politica ma penso che questo sia dovuto al fatto che non sono italiano e quindi non ci ho mai veramente pensato. Ho dato un occhiata al blog ed è veramente una cosa fantastica, spero che continuerà a fare ciò che fa perchè secondo me lo sta facendo benissimo.Grazie
Ciao Sula, grazie per le tue parole.
Michele