
domenica, 9 gennaio 2011
9 Gennaio 2011
giovedì, 13 gennaio 2011
13 Gennaio 2011Una riunione fiume del Gruppo consiliare del PD del Trentino quella di lunedì 10 gennaio. Ci si rivedeva dopo la pausa natalizia ma la riunione non era affatto di routine. All’ordine del giorno la proposta per la carica di nuovo presidente del Consiglio provinciale, vacante dopo la nomina di Gianni Kessler a direttore dell’Olaf, l’organizzazione europea che si occupa di contraffazione.
Oltre ai componenti del Gruppo e agli assessori provinciali del PD del Trentino, partecipano anche – in rappresentanza del Coordinamento del partito – il segretario Michele Nicoletti, Giorgio Tonini, Roberto Pinter e Renato Veronesi.
Contrariamente a quello che si può immaginare, la riunione è l’occasione per una discussione politica vera che tocca non solo la dimensione provinciale ma anche quella regionale e nazionale. Nel senso che la nomina del presidente del Consiglio, al di là delle funzioni istituzionali, assume una chiara valenza politica. Insomma un segnale di attenzione verso il rinnovamento, verso le sensibilità che ciascun consigliere esprime, verso la coalizione di maggioranza, verso le sfide del futuro.
Una scelta non facile. Sul tavolo ci sono le propose di candidatura di quattro consiglieri provinciali (Mattia Civico, Margherita Cogo, Bruno Dorigatti e Luca Zeni), a cui si deve aggiungere la proposta avanzata da Giorgio Tonini di mettere in gioco anche un membro della delegazione di Giunta ma anche quella avanzata dal sottoscritto di usare questa opportunità guardando oltre il PD, nel considerare tutt’altro che conclusa la fase di scomposizione e di ricomposizione del quadro politico locale. In questa direzione la proposta di Roberto Bombarda (consigliere ambientalista che ha da tempo preso le distanze dal partito dei verdi) avrebbe potuto rappresentare insieme un segnale di attenzione verso un’area ed un investimento sul futuro.
Sapevo bene che questa proposta (che avevo già avanzato in sede di consultazione da parte del capogruppo) non avrebbe incontrato il favore degli altri consiglieri (non so se per conservatorismo o per logiche personali), ma ho ritenuto comunque importante mettere lì il tema, tutt’altro che avulso dal dibattito sul ruolo del PD nel contesto nazionale e locale. Che poi è il tema di una soggettività politica territoriale capace di coinvolgere sensibilità altre e plurali, fuori dagli schemi nazionali, e di connettersi con analoghe realtà locali costruendo reti tanto sul piano nazionale che europeo. Disegno troppo ambizioso?
Un altro segnale poteva essere quello rappresentato dalle sensibilità sociali di cui ciascun consigliere è espressione, in un contesto caratterizzato dall’attacco al lavoro dipendente. Per questo, contrariamente ai nomi che erano emersi dalle cronache giornalistiche delle scorse settimane, la proposta di un ex operaio alla presidenza del Consiglio mi è sembrata tutt’altro che banale, senza nulla togliere al valore di altre candidature. Per questa ragione ho avanzato questa proposta, prima a Bruno per verificarne la condivisione e poi all’incontro del Gruppo consiliare.
Forte di un dato oggettivo, le 3612 preferenze ottenute nel novembre del 2008, la proposta di Bruno Dorigatti alla fine ha avuto l’adesione unanime dei presenti e questo è un dato davvero molto positivo. Che ha lasciato probabilmente l’amaro in bocca a qualcuno, ma non fa niente. La proposta di Dorigatti è stata in seguito condivisa dai capigruppo della maggioranza e sembra non dispiacere nemmeno all’opposizione che comunque ha sempre riconosciuto il profilo di esperienza e l’onestà intellettuale di Bruno.
Sono soddisfatto dell’esito della riunione e credo che la scelta compiuta rappresenti un bel segnale. Non si tratta, come qualcuno ha detto, di spostare a sinistra o a destra l’immagine del PD del Trentino ma piuttosto di un segnale che la politica non sempre segue criteri di casta. Vedere Bruno a fine serata emozionato per la scelta compiuta dal Gruppo, alla quale davvero non credeva fino all’ultimo, mi conforta e mi dice che in fondo ancora vale la pena di spendere il proprio tempo per provare a condizionare la realtà. Non tutto è cashmire e barche a vela.