
venerdì, 21 maggio 2010
21 Maggio 2010lunedì, 24 maggio 2010
24 Maggio 2010Lavoro arretrato, incontri, festival di primavera, vecchi amici. Qualche ora al computer, poi mi vedo con Stefano Fait sul terrazzo di casa dove lo invito per un bicchiere di vino e per capire se quel che ho scritto sul Sud Tirolo rientra o meno nelle sue aspettative. Le nostre generazioni sono diverse, potrei essere suo padre. Ma, come diceva Eduardo, "gli esami non finiscono mai". E poi, entrare nel lavoro degli altri richiede delicatezza, specie quando le idee sono diverse. Sarà la fragranza del "Fiorduva" della Costiera amalfitana a rendere tutto più facile ma gli appunti che ho scritto per la prefazione gli sembrano accattivanti. Ci dovrò lavorare ancora un po’, perché il concetto di "tradimento" che esorto per sparigliare gli stereotipi dell’appartenenza (come quelli dell’interculturalità) si presta a molti equivoci e non è di facile comprensione. Non so bene quando, a dire il vero, perché mi attende una settimana piena di impegni.
La giornata è splendida, il sole accompagna un Trentino che continua a manifestarsi diverso. La Festa dei popoli a Trento, il Trentino folk festival a Castel Beseno, le (P)rose dei venti a Borgo Valsugana… occasioni festose d’incontro rese ancora più interessanti dai colori che la primavera ci regala. Castel Beseno – dove devo intervenire come presidente del Forum – sembra uno straordinario acquarello. E’ l’ideale per la musica e il ballo tradizionali. Il giorno precedente c’erano qui centinaia di ragazzi delle scuole elementari, oggi la presenza è più degli adulti seppure non numerosi. Ma l’idea di far incontrare la pace e la memoria artistica e conviviale delle comunità mi sembra davvero interessante e sulla prossima edizione ci investiremo a dovere.
Fra le persone del "progettone" (l’iniziativa nel campo dei lavori socialmente utili nata negli anni ’80 come alternativa occupazionale per i lavoratori delle fabbriche in crisi) che lavorano al castello trovo Maria Cristina. Sono almeno una quindicina d’anni che non ci incontriamo ma basta un colpo d’occhi e ci riconosciamo al volo. E’ davvero una gioia e ci raccontiamo un sacco di cose delle nostre vite e dei nostri animali. Mi accompagna a visitare l’antico maniero, davvero bellissimo dopo la ristrutturazione. Gli ultimi raggi entrano di sbieco e i colori cambiano ancora.
Sento Cristina, mi dice che per Ali il pericolo è scampato e che con un po’ di prudenza tutto tornerà come prima. Avverto ironia nelle sue parole, il che mi conferma nel pensare il mio fratello arabo nei suoi panni di sempre.