La bosanska kafa
mercoledì, 12 maggio 2010
12 Maggio 2010
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sabato, 23 marzo 2013
15 Maggio 2010
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venerdì, 14 maggio 2010

Sono ripartito all’alba da Barberino per essere puntuale alle 9.30 alla riunione straordinaria del Consiglio Provinciale. Che in verità, non è affatto straordinaria perché ormai è diventata prassi quella di chiedere da parte di un’opposizione ad egemonia leghista la convocazione del Consiglio ogniqualvolta pensi di trarne un esito elettorale favorevole. Ed anche in questo caso, siamo a ridosso del rinnovo dei Consigli in molti Comuni del Trentino e la diretta televisiva rappresenta un ghiotto palcoscenico. E’ questo il vero argomento del Consiglio straordinario. Non il futuro della Valsugana, bensì la strumentalizzazione dell’inquietudine verso i pericoli per la salute dei cittadini dovuti alla presenza dell’acciaieria. E che, per effetto dell’ingorgo fra il "non nel mio guardino" e l’antipolitica, diventa la mobilitazione di tutti i Comitati purchessia, dalla "base" militare di Mattarello, all’inceneritore, alla Tav, al biodigestore di Lasino…, in un’indistinta e confusa protesta che trova come paladini gli amici di Bossi e quelli di Berlusconi.

Faccio mille peripezie per arrivare puntuale ad una riunione del Consiglio che, forse ingenuamente, mi sarei aspettato affrontasse il tema, questo sì pertinente, della riconversione economica della Bassa Valsugana e sulla quale mi sono preparato degli appunti per intervenire, ma di questo non si parlerà affatto. Perché tutta la discussione si gioca sui dati dell’inquinamento, sull’inattendibilità dell’APPA e della PAT, tant’è che le mozioni presentate si propongono le dimissioni della Giunta e degli assessori competenti.

Mi pesa affermarlo, ma siamo allo scasso istituzionale. Sì, perché se si contestano i dati forniti dall’APPA si sfiducia non una Giunta bensì le istituzioni preposte alla salute dei cittadini. Per altro non si è mai negata la presenza di agenti inquinanti (che un insediamento industriale come un’acciaieria ovviamente porta con sé), bensì il rispetto delle norme a difesa della salute dei cittadini. Altro sarebbe dire che le norme sono inadeguate, ma non è questo quel che si contesta. Sono proprio le analisi fatte che, si dice, non corrispondono al vero. Insomma, è come se una comunità non potesse più fidarsi del responso sulle analisi del sangue di un ospedale o di un laboratorio pubblico. E quando si rompe un patto di cittadinanza non resta che sovvertire il quadro istituzionale (o andarsene in esilio).

In questo caso, invece, avviene un’altra cosa: il tentativo di delegittimazione permanente delle istituzioni. E’ quel che ha fatto la Lega in Italia fino ad impossessarsene e, ciò nonostante, cavalcando l’anti istituzionalismo, in un doppio binario quanto mai redditizio sul piano elettorale, tanto da essere al governo e nell’immaginario della gente all’opposizione.

Che persone per bene, che hanno la sola preoccupazione per il futuro dei propri figli, cadano in questo gioco di delegittimazione istituzionale, ci racconta del livello di confusione mentale che l’antipolitica (e il degrado della politica) porta con sé. A cui dà una mano certa informazione gridata, che sbatte l’allarme in prima pagina senza per nulla interrogarsi di quel che rimane nella pancia dei lettori, contribuendo in questo modo ad assecondare il clima di sfiducia istituzionale.

Fatto sta che il futuro della Valsugana rimane fuori dal dibattito, quasi non se ne parla. E così il confronto diventa impossibile: tutto ruota attorno all’attendibilità delle istituzioni, a nulla valgono i dati forniti dall’amministrazione provinciale. Si vuole che siano falsi, punto e a capo. Fischi per gli assessori che snocciolano i dati relativi agli accertamenti sull’ambiente e sulla salute, applausi alla Lega e al PDL. Non serve a nulla nemmeno spiegare che le rilevazioni fatte in proprio non hanno alcun rigore scientifico, come non serve dire che si dovrebbe quanto meno tener conto dei dati storici dell’inquinamento nei suoli (vedi l’intervento di Francesco Prezzi su questo stesso sito).

Che poi il personaggio del Corpo Forestale dello Stato con il quale sono state fatte le rilevazioni "in proprio" sia un esponente di spicco della Lega e che tali rilevazioni siano state fatte "a titolo personale" (cosa che chi ha commissionato la ricerca si è ben guardato dal dire, affermando invece il contrario, ovvero che erano state fatte in collaborazione con il Corpo Forestale), oltre a lasciar presumere la malafede, sembra non importare granché.

Per come si svolge la discussione, scelgo di non intervenire, riservandomi di farlo nei prossimi giorni proprio attorno alla vera questione elusa nel dibattito consiliare, ovvero il futuro economico e sociale della Valsugana e il superamento di quell’impronta industriale avulsa dalle vocazioni del territorio.

L’intervento conclusivo del presidente Lorenzo Dellai è puntuale e sulla mia lunghezza d’onda. Il Consiglio boccia senza sbavature le mozioni, ma lo scasso rimane. E di questo dovremmo riflettere per mettere in campo una diffusa e capillare azione per ricostruire un tessuto di fiducia che mi auguro ancora ci sia. Ma di questo ne avremo prova già lunedì, quando arriveranno i risultati dei quasi duecento Comuni che domenica andranno al voto.

Le ultime manifestazioni della campagna elettorale sono in serata. C’è anche Pierluigi Bersani a Rovereto, ma le ore di sonno che mancano all’appello si fanno sentire.

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