mercoledì, 14 aprile 2010
14 Aprile 2010
giovedì, 28 giugno 2012
15 Aprile 2010giovedì, 15 aprile 2010
Un fitto calendario di incontri, oggi. Cominciamo in Commissione. Viene richiesta la presenza mia e del consigliere Bombarda in Seconda Commissione per illustrare la richiesta d’incontro proposta dal Comitato promotore della Legge di iniziativa popolare sul Parco Agricolo del Garda trentino, approvata dal Consiglio nell’ultima parte della scorsa legislatura. L’attuazione della legge langue perché incardinata sulla Comunità di Valle che ancora non c’è e quindi viene richiesta l’attivazione dell’articolo 7 della legge, ovvero l’intervento della PAT qualora, trascorsi 18 mesi dall’approvazione della legge, la normativa non abbia ancora trovato applicazione. Nei mesi scorsi ho incontrato più volte il Comitato promotore, ho proposto alla Provincia di fare "come se" attraverso un percorso di ricerca/approfondimento che faccia da ponte fin quando la Comunità non sarà operativa, perché non vada perso altro tempo. In questa direzione andava anche l’interrogazione presentata con i consiglieri Bombarda e Dallapiccola. Ma la risposta venuta dall’assessore Gilmozzi riflette la freddezza con cui si era accolta a suo tempo la proposta di legge, affermando in buona sostanza che occorre aspettare la comunità di valle. Con Pacher eravamo d’accordo in modo diverso e quindi riproponiamo l’utilità di un intervento intermedio e, in questo senso, la Commissione si esprime favorevolmente all’ascolto del Comitato.
Finisco questo primo incontro e corro alla sede del "Gioco degli Specchi" dove con il coordinamento dell’associazione parliamo di due cose. In primo luogo il tema dell’integrazione scolastica dei figli degli immigrati e, in questo contesto, del ruolo del Centro interculturale "Millevoci". Escono molte idee e chiedo loro di partecipare attivamente al blog che su questo tema si aprirà sul sito del Forum e di Vivo Scuola. Il secondo aspetto che affrontiamo è quello relativo al programma "Cittadinanza euromediterranea" proposto dal Forum. Il lavoro fatto in questi anni dal Gioco degli Specchi ha nei fatti anticipato una serie di contenuti e sensibilità che oggi andiamo a proporre con questo programma e quindi la sintonia fra noi è molto forte.
Di seguito ci incontriamo con Danilo Merz della Coldiretti per illustrare la bozza del Disegno di legge sui fondi rustici alla quale sto lavorando da qualche settimana. Ci conferma come il problema sia effettivamente attuale e di una certa rilevanza e la proposta viene in linea generale condivisa. E’ anche l’occasione per uno scambio di idee sulla situazione dell’agricoltura trentina e in particolare del ruolo della Cooperazione trentina. Sulla quale emerge una comune preoccupazione: la cooperazione trentina da snodo cruciale della nostra diversità e autonomia rischia di diventare fonte di paralisi.
Alle 15.00 ci sarebbe l’incontro della maggioranza relativamente alla legge di riforma del personale, ma devo andare alla sede del Forum per fare il punto sugli strumenti di comunicazione. Oltre al sito, da poco radicalmente rinnovato (http://www.forumpace.it/), abbiamo in ballo gli strumenti cartacei (brochure e "Appunti di Pace") ma anche il possibile rapporto con il mondo dell’informazione quotidiana e periodica. Occorre una strategia comunicativa per veicolare in modo semplice concetti complessi. Problema sul quale dovremo ritornare.
Verso le 17.30 gli incontri sono finiti. Le agenzie battono la notizia dello "strappo" di Gianfranco Fini. Potrebbe apparire paradossale che il centrodestra si spacchi dopo l’esito favorevole delle elezioni regionali. Ma è proprio quell’esito elettorale e quel peso sempre più decisivo della Lega a far venire a galla le contraddizioni. Non so se avete fatto caso al voto di Vigevano. Al ballottaggio per il sindaco del grosso centro lombardo (un tempo roccaforte del PCI) erano arrivati il candidato del PdL e quello della Lega. Il risultato del ballottaggio è stato schiacciante (75 a 25%) a favore della Lega. Insomma, quel che emerge dal voto è l’egemonia politica del Carroccio sull’attuale maggioranza al governo. Non è solo l’asse Berlusconi – Bossi, dunque, ma la presa d’atto che dentro l’alleanza di governo il soggetto che più di altri trae beneficio elettorale, sapendo interpretare le spinte più corporative e le paure, è sicuramente la Lega. Il suo espandersi verso sud indica inoltre come la sua proposta politica non si propone tanto o solo la rappresentazione di un territorio (il nord) bensì di un sentire postmoderno le cui coordinate culturali si avvertono in Sicilia come in Piemonte, in Italia come in Olanda, in Europa come negli Stati Uniti.
In questo quadro appare disarmante il dibattito nel PD. Romano Prodi rilancia l’ipotesi di un partito di realtà federate e la reazione è un’alzata di scudi. Che sia questa la reazione romana non è affatto sorprendente. Ma invece se la prende con lui anche Massimo Cacciari perché avrebbe dovuto farsene carico prima, quando aveva il pallino nelle sue mani. Il quale ritorna a parlare di partito "del Nord", che poi con una cultura del territorio non c’entra un fico secco. Non vedo spiragli, troppi i personalismi, troppo il rancore. Ma soprattutto mi preoccupa l’assenza di un vero dibattito sulle ragioni di una sconfitta che non è di queste elezioni, ma storica. Che richiede altri pensieri, altre parole e probabilmente anche altre persone. Un altro schema di gioco, si è detto qualche mese fa. Personalmente proverò a dare il mio contributo in questa direzione.
1 Comment
contributo al cambio dello “schema di gioco” pubblicato sul “Trentino”. Parlo della forma,che è concretissima sostanza, perchè di proposte riguardo i contenuti, che sono incarnati in un secolo di lotte democratiche, ne abbiamo gli armadi pieni. Il problema è che quegli armadi non si vogliono aprire, e su questo punto Cacciari non ha tutti i torti.
Vincenzo
Il sasso lanciato da Romano Prodi nello stagno democratico con la proposta di un PD autenticamente federale non ha dato luogo ai classici cerchi concentrici, per via del gelo caduto subito sulla proposta. Un vero peccato, specie dal punto di osservazione del Trentino, che il tutto si riduca alla levata di scudi contro “Il partito del Nord” e al malevolo commento di quanti nel PD liquidano l’uscita di Prodi come un attacco a Bersani. L’approccio dell’apparato nazionale del partito (e dei deputati e senatori nominati dall’apparato stesso) la dice lunga sul permanere della mentalità centralistica ereditata dai vecchi partiti novecenteschi. Ne sappiamo qualcosa anche qui in Trentino, dove nel PD non si è potuto sciogliere il nodo statutario in senso autenticamente federalista a causa del persistere di una concezione centralistica del partito, che ha portato il dibattito statutario locale su di un binario morto (la vexata questio, mai risolta, era:federati o confederati con il partito nazionale?). La proposta di Prodi di porre al vertice i segretari regionali (eletti con le primarie di partito) taglia la testa al toro, portando finalmente all’armonizzazione delle dinamiche di partito territorio per territorio. Semmai va messa meglio a fuoco la questione delle modalità per la scelta del coordinatore nazionale (non del candidato alla guida del governo, che dovrà essere scelto da primarie fra gli elettori). In Trentino siamo già pronti, e con una tale concezione del partito possiamo ragionevolmente pensare di conservare il ruolo di “partito guida” della coalizione di centrosinistra autonomista che, unico caso a nord del Po, governa il nostro territorio dall’inizio dell’era berlusconiana. E’ ovvio che per vincere la sfida con il centrodestra a livello nazionale non potrà bastare un più forte partito del Nord, ma saranno indispensabili forti partiti territoriali in tutte le regioni ( che in prospettiva dovranno diminuire di numero, mediante razionali accorpamenti). La questione federalista, secolare cavallo di battaglia della sinistra che pensa, è tornata, grazie a Prodi, all’ordine del giorno. Vediamo di non farla sparire dall’agenda politica; discutiamone almeno in questo territorio, a partire dai circoli territoriali, volgendo lo sguardo al futuro e non al passato.