martedì, 30 marzo 2010
30 Marzo 2010martedì, 6 aprile 2010
6 Aprile 2010giovedì,1aprile 2010
Ieri sera ho finito tardi al congresso della Condotta di Trento di Slow Food, tenuta in un luogo molto suggestivo, l’azienda agricola Navarini a Ravina, dove è custodito un vero e proprio museo del rame, pezzo dopo pezzo dalla metà degli anni ’50 fino ai giorni nostri, dove il rame ancora si lavora. L’incontro, in preparazione dell’assemblea regionale prevista per il 17 aprile, è interessante soprattutto per un aspetto, la partecipazione. Oltre alla presenza dei fondatori c’è un nutrito gruppo di giovani che non si fanno certo intimidire dalle parole di Sergio Valentini e dal carattere politico che il nuovo corso di Slow Food si è dato a partire da "Terra Madre" e dal suo programma caratterizzato dallo slogan "Buono, Pulito e Giusto". Mi chiedono di dire due parole e racconto della proficua collaborazione che si è avviata, in particolare nell’elaborazione della legge sulle filiere corte e l’educazione al consumo. Finiamo con la polenta, il formaggio fuso, la mortandela e il vino, ovviamente presidi locali.
Al gruppo c’è aria di vacanza. Ciò nonostante lavoriamo sulla mozione relativa alla necessità di mettere ordine e limitare la proliferazione selvaggia degli impianti della telefonia mobile, documento che presenterò nei prossimi giorni. Mentre sto ritoccando il disegno di legge sui fondi rustici (le aree rurali di proprietà comunale o provinciale che vengono dati in affitto) mi chiama il sindaco di Zambana per pormi un problema analogo, quello delle aree demaniali lungo l’asse di esondazione del fiume Noce, dove da anni i contadini del posto producono i migliori asparagi. C’è preoccupazione che questi fondi siano dati in affitto a chi offre di più, aprendo la strada a grandi soggetti estranei al territorio. Voglio verificare se nella legge che stiamo predisponendo si può allargare la disposizione anche a queste aree. Nel frattempo mercoledì è previsto un incontro in Comune, e visto che io quel giorno sarò a Roma chiedo a Michele Ghezzer – che sulla proposta di legge ha lavorato con me – di parteciparvi.
Alle 14.00 mi aspettano alla Sala Depero in Provincia per uno degli incontri guidati che i circoli anziani organizzano per conoscere più da vicino le istituzioni. La sala Depero è affollata dagli anziani del circolo di Padergnone che mi ricevono con un applauso. Ovviamente di circostanza, visto che la gran parte dei partecipanti nemmeno mi conosce. Ma il secondo e il terzo e quello finale, devo dire, non sono affatto di circostanza. Racconto di me, del mio impegno politico prima di entrare in Consiglio provinciale, degli ambiti di lavoro che mi sono ritagliato come membro della terza commissione legislativa (ambiente e territorio), come consigliere attento allo sviluppo locale (agricoltura, risorse locali e sostenibilità), come presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani.
Siamo all’indomani delle elezioni regionali e allora voglio metterli un po’ alla prova: parlo loro del carattere limitato delle risorse, della necessità di imboccare la strada della responsabilità e della sobrietà, di un mondo interdipendente che richiede attenzione ai temi della pace, dell’immigrazione e dei nostri tenori di vita. Guardo i volti delle persone che ho davanti a me per capirne la reazione, ma vedo cenni di assenso. Gli racconto infine che cosa vuol dire fare il consigliere coscienziosamente, il tempo che vi si deve dedicare, ma anche della condizione di privilegio che pure godiamo e così è l’occasione per dire loro come utilizzo la mia indennità di carica. Sono colpiti da come ne parlo senza infingimenti e la reazione è sorprendentemente positiva. Cominciano a farmi domande sul mio lavoro e sul mio essere poco sui giornali (così ne approfitto per parlare del giornalismo vero e di quello degenerato), sull’energia in Trentino, sulla centrale idroelettrica di Santa Massenza, sull’acqua che qualcuno vorrebbe privatizzare. Temi che sto seguendo con attenzione e sui quali ho qualcosa da dire. Applauso, foto di gruppo conclusiva e molte strette di mano. In tempi di antipolitica, sono importanti anche questi momenti d’incontro.
Ritorno in ufficio, il tempo per scrivere il diario del giorno precedente e di mettere in ordine l’agenda di lavoro della prossima settimana. Sono così contento di avere davanti qualche giorno di tranquillità in casa…