
martedì, 3 aprile 2012
25 Marzo 2010
venerdì, 13 aprile 2012
26 Marzo 2010giovedì, 25 marzo 2010
Oggi in programma c’era la terza seduta della sessione del Consiglio Provinciale. Il ritiro del Disegno di legge sul personale che tante polemiche ha provocato (la più recente proprio oggi sul Trentino con un’intervista di Gianni Kessler al Trentino che critica il presidente Dellai per aver fatto marcia indietro sul DDL della giunta), ha fatto sì che l’ordine del giorno venisse ultimato già nella giornata di ieri.
Così ci si riprende il tempo per studiare e scrivere, nonché per una serie di incontri. Uno di questi è con il vicepresidente Pacher, con il quale affronto tre temi: la situazione dell’APPA, l’agenzia provinciale per l’ambiente, del suo funzionamento e potenziamento, delle sue relazioni con l’Azienda sanitaria, dei rapporti con gli enti locali e il territorio; il tema della gestione dell’acqua in Trentino su cui stiamo elaborando uno specifico Disegno di Legge; ed infine la questione dell’attuazione della legge sul Parco Agricolo dell’Alto Garda. C’è infine la questione del regolamento sugli impianti della telefonia mobile, che stanno sorgendo in maniera caotica in tutto il Trentino ma che mi rimane per oggi negli appunti. Temi sui quali con il vicepresidente proviamo ad indicare soluzioni ed un piano di lavoro. Ce n’è per i prossimi sei mesi, senza dimenticare che molte altri ambiti di intervento non meno importanti incombono. Ci vorrebbe un gruppo di lavoro per ognuno di questi titoli, una commissione ambiente del partito attiva e stimolante, un gruppo consiliare capace di lavorare come un collettivo. Nonostante si sia il gruppo consiliare di maggioranza relativa, ne siamo ancora ben lontani.
Arrivo a casa ad un’ora decente. E così mi rimetto al lavoro davanti alla mia postazione internet di casa. Dopo cena, indosso invece i panni del telespettatore. Fra le centinaia di migliaia di persone che si sintonizzano sulla manifestazione spettacolo di Michele Santoro stasera ci sono anch’io. Non mi piace Santoro, ancor meno Travaglio ed in genere i talk show televisivi. Non amo l’idea che la proposta politica del centrosinistra si caratterizzi in negativo sulla figura di Berlusconi, considerandola una forma di subalternità. Ma oggi siamo in presenza di una tale involuzione politico istituzionale che ad essere in gioco sono i fondamenti della democrazia italiana. Per cui seppure per un attimo mi sento parte di quella moltitudine che cerca i modi per far sentire la propria voce.
Santoro, Travaglio e compagnia continuano, anche a fine serata, a non piacermi. La sconfitta di questi anni non è stata il prodotto di un grande inganno, come qualcuno crede. Si è trattato di una sconfitta culturale prima ancora che politica. O si ricomincia da lì, o non se ne verrà a capo semplicemente dicendo tutto il peggio possibile di quel personaggio da operetta che da sedici anni, tranne un breve intervallo, guida questo paese. Per farlo occorre indagare quel che avviene nella nostra società (e la nostra capacità di comprenderlo), rivedere le nostre categorie interpretative, rimettere mano alle nostre idee e alle nostre proposte. Come vado dicendo da un po’, mettendo mano al nostro stesso vocabolario.
So bene che la strada della politica è stata spesso resa impraticabile dalla politica stessa. E che dunque è più facile rincorrere il guru della situazione che prendere per mano il rancore di tanta povera gente. Ma non ci sono scorciatoie.