lunedì, 22 marzo 2010
22 Marzo 2010
martedì, 3 aprile 2012
25 Marzo 2010martedì, 23 marzo 2010
Oggi inizia una tornata di Consiglio provinciale piuttosto nutrita di disegni di legge. Passa il n.78 "Modificazioni della LP sulle foreste e sulla protezione della natura…". L’unico neo è che in Commissione era stato introdotto un emendamento del consigliere Eccher sulla caccia (l’autorizzazione al transito sulle strade forestali di veicoli a motore per le attività di accompagnamento dei cacciatori…), cosa inaccettabile tanto che la mettiamo in discussione e la cosa viene sostanzialmente ridimensionata (per non sbagliarmi, ad ogni modo, voto contro l’articolo quand’anche corretto ). Arriva il rendiconto generale della PAT per l’esercizio 2008, un atto formale che pure evidenzia il positivo stato di salute delle casse trentine e anche questo viene approvato. Il vero scoglio all’ordine del giorno di questa tornata consiliare è rappresentato dalla legge sul personale della PAT: centinaia di emendamenti della minoranza e qualche punto controverso nella stessa maggioranza ne rendono incerto il cammino. Ma per oggi niente di particolare, se non il bisogno di protagonismo di una minoranza che non sa far altro che appellarsi demagogicamente al popolo come se l’esito del voto non rappresentasse nulla.
Con Domenico c’è un rapporto di profonda amicizia, entrambi impegnati da una vita – pur in ambiti diversi – per affermare le cose in cui crediamo. E’ un po’ che non ci si vede ma nella nostra conversazione in pausa pranzo riprendiamo il confronto là dove l’avevamo interrotto qualche mese fa. C’è una comune preoccupazione per le derive che sta prendendo la politica (ma anche il giornalismo) per effetto di un progressivo e diffuso impoverimento culturale. E di una crescente incapacità di interrogarsi sui processi che avvengono nella nostra comunità, a cominciare dalle forme di riorganizzazione del potere economico. Conveniamo sulla necessità di uno spazio come quello proposto con "Politica è responsabilità" nell’indagare la sostanza come gli strumenti della democrazia e per questo gli chiedo di intervenire senza reticenze.
Chiamo Ciro Russo in Argentina. Oggi la sua foto è su tutti i giornali locali, perché colpito da un mandato di cattura in Paraguay. Mi dice di essere tranquillo ma lo sento molto amareggiato e stanco. Ciro è una persona di rara forza d’animo, non l’ho visto scomporsi nemmeno di fronte alle calunnie più infamanti. E, negli ultimi anni, il logorio della calunnia, dei boatos giornalistici, è stato continuo, tanto che in più di una occasione mi sono trovato a chiedergli chi glielo facesse fare di continuare a fare quella vita, ogni anno migliaia di chilometri fra il Brasile, il Cile, l’Uruguay e l’Argentina a coordinare i circoli e l’attività progettuale della Trentini nel Mondo. E dall’America Latina all’Italia. Non è facile lavorare con l’emigrazione trentina, per una semplice ragione. Manca spesso un comune sentire che faccia da retroterra culturale all’agire dell’associazione. Inutile negarlo, le stesse comuni origini trentine sono andate col tempo smarrendosi, lasciando il campo a logiche talvolta opportunistiche e ai possibili vantaggi che ne possono venire. Il che può spiegare i piccoli grandi rancori, le cattiverie, la denigrazione. Ricordo quando il compianto Rino Zandonai mi parlava proprio di questo in relazione alle dinamiche interne alle comunità di origine trentina presenti nell’Europa orientale. Cerco, come posso, di fargli sentire la mia vicinanza.
A fine giornata mi vedo con Mauro. Lavora all’Agenzia provinciale per l’ambiente che in queste settimane è stata nell’occhio del ciclone per effetto delle inchieste della magistratura sull’inquinamento ambientale. Un confronto molto interessante e ricco di stimoli sui quali lavorare per cercare di trasformare i mesi di lavoro della terza commissione nella sua indagine conoscitiva sull’inquinamento in proposte di ordine politico e legislativo. Quello sull’ambiente è uno dei temi che cerco di presidiare e gli chiedo di aiutarmi nel lavoro di elaborazione di tali proposte. Durante questo inizio di legislatura abbiamo portato a casa la salvaguardia del Colbricon e lo stop ai mega progetti idroelettrici sul Baldo – Garda. E questo, di per sé, darebbe significato al mio lavoro di questi mesi. Ma qualche altro traguardo lo possiamo mettere in conto.
Ah, dimenticavo. Durante la seduta pomeridiana arriva da Roma la notizia che il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di chi voleva annullare le elezioni del novembre 2008. L’indomani, il direttore del "Trentino" parlerà di un "vento" avvertito dai cittadini per descrivere il sospiro di sollievo dei trentacinque consiglieri provinciali nei loro "comodi seggioloni". Un’immagine che farà sorridere, forse. Ma la notizia non mi dà alcun particolare sollievo.