giovedì, 11 febbraio 2010
11 Febbraio 2010
martedì, 20 settembre 2011
13 Febbraio 2010venerdì, 12 febbraio 2010
L’assessore Marta Dalmaso incontra alle 9 del mattino i consiglieri provinciali della maggioranza, al fine di aggiornarci sulle vicende della scuola alla luce delle ultime disposizioni del Ministero della pubblica istruzione. La riunione è la conferma di quanto fumo sia stato fatto per un atto amministrativo che aveva il solo lo scopo di migliorare i (pesanti) provvedimenti nazionali – in virtù delle competenze concorrenti che lo Stato Italiano ha in materia di monte orari e di programmazione dei cicli scolastici – introducendo alcune scelte di qualità come il biennio comune alle superiori. Il che avrebbe comportato – com’è ovvio – il taglio di alcune ore in alcune materie ed il potenziamento di quelle relative alla formazione generale.
C’è nel mondo della scuola, inutile nascondercelo, un clima di grande conservazione. La legge 5 sull’autonomia scolastica è ampiamente avversata, perché vuol dire maggiore assunzione di responsabilità, più richiesta di innovazione e di capacità progettuale. Le materie non si toccano, soprattutto quelle che hanno maggiore potere contrattuale. Gli istituti tecnici, pur nella loro dequalificazione, non possono essere messi in discussione. I posti di lavoro, che si lavori bene o male poco importa, sono materia inaffrontabile e sulla qualità della formazione non c’è – in buona sostanza – alcuna verifica. Se un ragazzo non va bene, cavoli suoi. Mica è cosa sulla quale gli insegnanti devono interrogarsi…
Di questa conservazione il "palazzo" ne approfitta per mantenere le proprie prerogative di potere burocratico, buona parte della politica tende a cavalcarla, gran parte dell’informazione pure.
Della scuola si parla anche in serata, nella commissione di lavoro appositamente convocata in sede del PD del Trentino. Presenti una quarantina di docenti e dirigenti scolastici e devo dire che finalmente c’è un luogo dove se ne discute in maniera competente e non strumentale. Mi chiedo perché questo patrimonio di esperienze e di sapere non si è messo in moto subito per chiarire l’orizzonte dei provvedimenti, porre un argine al corporativismo e fermare l’opera di disinformazione… Mi vengono in mente i titoli dei giornali: "No allo sfascio della scuola trentina" e mi chiedo quale disegno sottacevano…
Rimane il fatto che la scuola, anche quella trentina, richiede riforme profonde ed in primo luogo di dare piena attuazione alla riforma che abbiamo varato (la Salvaterra) e che è rimasta lettera morta. Su questo credo che il PD del Trentino dovrebbe mettere in cantiere un lavoro sistematico a cominciare da un convegno di bilancio. Ne saremo capaci?
L’altro tema della giornata è dedicato al progetto "Politica è responsabilità" (vedi il riferimento nella prima pagina di questo sito). Mano a mano che ne parliamo ne affiniamo il profilo e gli strumenti: il sito web è praticamente pronto, si tratta ora di definire l’indice dei temi che verranno trattati nel corso dei prossimi dodici mesi nelle 26 tesi tematiche che saranno poste, una ogni quindici giorni, all’attenzione della rete. L’indice richiede che tutti coloro che hanno dato la disponibilità ad essere "direttori responsabili per 15 giorni" indichino il tema che intendono sviluppare. Con il gruppo promotore affrontiamo i mille altri accorgimenti che in questa sede vi risparmio. Rimane il fatto che il tema della formazione di una nuova classe dirigente sia oggi all’ordine del giorno e credo che il nostro progetto rappresenti una delle rare proposte sul tappeto per cercare di trovare delle risposte. Vedremo.
La giornata si conclude a Mezzolombardo, dove ci troviamo con Paolo Fedrizzi a parlare del sistema sanitario trentino e del futuro dell’ospedale di zona, recentemente chiuso per rischio di crollo. Paolo fa il medico di base da quarant’anni, una grande professionalità quindi, ma ciò che più mi colpisce nelle sue parole è l’umanità, è il fatto che i pazienti non sono numeri ma ognuno una storia, una vita, una sofferenza, una solitudine di fronte alla morte. Il che non è affatto scontato. Mi parla di un’anziana signora che ha accompagnato nei suoi ultimi minuti il giorno precedente, della sua serenità, dell’opportunità di crescita che quelle ore hanno rappresentato per i famigliari che l’hanno assistita. Lui teme la disumanizzazione del sistema, l’efficientismo tecnocratico dei grandi numeri, lo sradicamento delle persone malate dal territorio e dalla vicinanza ai loro parenti, il trasformarsi della sua stessa categoria in dispensari di ricette. Devo dire la verità, sono entrato in quella casa pensando una cosa e ne sono uscito con molti dubbi e con un’idea in parte diversa. Erano tanti anni che non vedevo Paolo, l’ho trovato chiuso nel suo mondo ma anche molto stimolante. E così abbiamo fatto le undici passate anche questa sera.