venerdì, 17 novembre 2017
10 Novembre 2009venerdì, 11 dicembre 2009
12 Novembre 2009mercoledì, 11 novembre 2009
Giornata fitta d’incontri, certamente positiva. Ma c’è qualcosa che mi rode dentro e che fatico ad elaborare. Credo abbia a che fare con l’oscena sceneggiata del crocefisso ieri in aula e con le cronache dei giornali che a questa rappresentazione della politica oggi danno uno spazio misurato, il che mi lascia profondamente amareggiato e preoccupato. Perché il loro fanatismo mi spaventa. Ma c’è anche dell’altro, poi non molto diverso. Parlo del manicheismo fondamentalista che descrive un mondo fatto di amici e nemici, di fedeli e di traditori, di improbabili coerenze e di comportamenti voltagabbana, della difficoltà di sfuggire a questo corto circuito da parte della gente che invece ama fare il tifo in un’arena dove più scorre sangue e meglio è, della cattiveria e della scarsa onestà intellettuale che c’è in giro. Quel che mi fa più male è la desertificazione del pensiero, per niente estraneo alla crisi della politica, alla mancanza di spazi di riflessione collettiva, alla solitudine sociale.
Ma ritorniamo alla giornata. Dopo aver sbrigato un po’ di cose di casa, il primo appuntamento è con il presidente del Consiglio regionale Marco Depaoli per parlare del convegno dell’Osservatorio Balcani e Caucaso in programma venerdì e sabato. Trovo un interlocutore attento e gli dono una copia di "Darsi il tempo". Di seguito sono a Palazzo Raccabruna, per l’incontro di presentazione dei prodotti dell’Agriturismo trentino e del loro nuovo marchio di riconoscibilità. Si parla della valorizzazione delle qualità e della nostra legge sulle filiere. L’incontro cade in una fortuita ma simbolica coincidenza, oggi è l’11 novembre, giorno di San Martino tradizionalmente legata al "ringraziamento" per ciò che ha dato la terra e che nella legge abbiamo prevista come giornata annuale dell’agricoltura trentina. Più passa il tempo, più ho la percezione dell’importanza dell’iniziativa legislativa che abbiamo fatto arrivare in porto. Alle 13.30 ci vediamo con Stefano, Armando e Fabio per il progetto "Politica è responsabilità" che ormai è a buon punto e che a dicembre inizieremo a sperimentare in chiaro. Neanche il tempo di finire questo incontro che devo andare alla sede del Consorzio dei Comuni trentini dove ho appuntamento con il presidente Marino Simoni per parlare del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani. Gli illustro le linee di lavoro che ci siamo dati e gli propongo una collaborazione permanente (il Consorzio è peraltro fra i partner del Forum), ad iniziare da un itinerario di incontri nelle comunità di valle con i Comuni trentini affinché i temi della pace possano trovare cittadinanza in molti campi di attività. Mi sembra molto convinto dell’utilità di questo percorso e dei temi che ho proposto come altrettanti terreni di confronto con gli amministratori locali. Rimaniamo che a partire da gennaio inizieremo il tour. Dopo di che mi vedo con Roberto Pinter al quale chiedo di aggiornarmi sulle proposte che si stanno discutendo attorno alla strutturazione del PD del Trentino. C’è moltissimo da fare se vogliamo ricostruire un tessuto collettivo, perché è in primis di questo che la politica ha bisogno. Poi con Diego Pancher che mi invece mi racconta delle crepe vistose che si stanno aprendo nel fronte dei Comuni della Piana Rotaliana intorno alla questione dell’inceneritore. Verso le 16.30 mi vedo con Wanda Chiodi alla sede dell’Arci per le possibili collaborazioni, tanto nelle attività del Forum e del Café de la paix qualora questo progetto divenisse realtà, sia dell’iniziativa di qualificazione e formazione politica riconducibile al progetto "Politica è responsabilità". A proposito, la mostra sul "Meleto di Tolstoj" è davvero molto bella e vi consiglio di andarla a vedere.
Vorrei andare a casa presto per buttar giù qualche idea per la conferenza internazionale di venerdì, ma quando arrivo è praticamente ora di metter su cena e di riassestare se non altro almeno la cucina. Poi mi metto al computer e più o meno siamo a questo punto. Mentre scrivo il "diario" mi chiama Gloria Bertoldi, segretaria del "sindacato scuola" si sarebbe detto un tempo, dei lavoratori della conoscenza oggi, per un confronto sulla riforma scolastica trentina in discussione e per sentire quel che ne penso. Rimaniamo al telefono più di mezz’ora e conveniamo sull’utilità di un momento d’incontro piuttosto urgente fra il nostro gruppo consiliare e il sindacato su questa partita.
Per la conferenza di venerdì, non ho più energie. La notte porterà consiglio e domattina presto cercherò di riordinare le idee. Davanti a me ho l’agendina della Camera dei Deputati del 1989. La sfoglio e sulla data dell’11 novembre c’è scritto "Congresso di DP del Trentino". Vent’anni tondi tondi da quell’assemblea (e da quella relazione) che cambiò il corso del nostro itinerario politico. Vado a leggermi le parole scritte e le cronache di allora. Fabrizio Rasera nella serata introduttiva di quell’ultimo congresso ci parlava delle analogie fra il nostro dibattito congressuale ed il nuovo corso nel PCI. Non è azzardato affermare che quel confronto iniziato vent’anni fa, fra mille peripezie, ha finalmente trovato un approdo possibile.