lunedì, 26 ottobre 2009
26 Ottobre 2009mercoledì, 24 gennaio 2018
28 Ottobre 2009martedì, 27 ottobre 2009
Il primo incontro di oggi è alle 8.30 con Francesca, rappresentante dell’Associazione Yaku, che mi illustra i contenuti di un’iniziativa prevista nei giorni 10 e 11 dicembre sul tema "La rivoluzione dell’acqua". L’acqua come paradigma del futuro, del "bene comune" come dell’autogoverno, dell’economia come della democrazia. Gli interlocutori del confronto sono molto caratterizzati, Ya Basta!, Filo Rosso e la stessa Yaku, le avevo proposto di allargare il confronto alla comunità trentina, ma pazienza. Se vogliono dialogare con la PAT e il Forum per la pace e i diritti umani non guasta. Porterò la proposta di adesione al Forum.
Lavoro in ufficio per qualche ora e poi vado a Rovereto dove è previsto l’incontro con l’assessore Lia Beltrami all’Osservatorio Balcani e Caucaso. Incontro cordiale, di racconto sul ruolo di OBC piuttosto che sull’importanza di monitorare questo pezzo d’Europa. Provo a dire che si tratta di un investimento per il Trentino, nella sua capacità di conoscenza e di essere promotore di reti di qualità.
Lo dico anche in relazione al fatto che quest’oggi, nell’ambito dell’iniziativa "Italie" del Corriere della Sera, è uscito un supplemento – inserto nell’edizione nazionale dedicata al Trentino. Il titolo dell’inserto in questione è "Quei soldi spesi (bene) per l’industria del sapere". E’ quel che penso anch’io, e così sfoglio l’inserto per vedere quali sono le qualità che vengono evidenziate nell’investimento sul sapere. E trovo sempre le solite cose, in genere costose, ma che non sempre fanno qualità.
Ci si è dimenticati, ad esempio, che se c’è una cosa che fa parlare del Trentino nel mondo è la cooperazione internazionale (e di comunità in particolare), in mezza Europa è l’Osservatorio sui Balcani, è la ricerca sulla pace. Oppure, come mi fa giustamente notare Franco Marzatico – che incontro nel tardo pomeriggio – il sistema culturale che non è solo il Mart, ma anche ad esempio, il Museo Storico del Trentino oppure il Castello del Buonconsiglio che dirige con maestria. "Forse è perché chiediamo poco" mi dice ironico, ai margini dell’incontro che si svolge proprio alla sala grande del Castello del Buonconsiglio per illustrare questa "Italia" con Ferruccio de Bortoli. Si parla di ricerca e innovazione, ma le idee che escono sono ingessate. Ascolto un paio dei relatori e mi girano subito le palle perché quello che viene rappresentato è un Trentino da "Jurassik park". Personaggi che hanno smesso di studiare, questo è il punto. Sono abili, vivono benissimo nelle pieghe, sono eleganti e non hanno un capello fuori posto, spacciano come loro idee copiate (e questo va bene, per carità) ma le idee copiate non serve pagarle a peso d’oro. Troverò il modo di parlarne con Enrico Franco (direttore del Corriere del Trentino) e con Lorenzo Dellai.
Sono di malumore. Vengo da un pomeriggio noiosissimo di Terza Commissione per discutere di niente. Petizioni su cause marginali o perse, disegni di legge assolutamente ininfluenti, e così via. Appena finito vado al Castello, ma la rappresentazione del Trentino è retorica e così me ne vado. Preferisco andare alla vicina Libreria Einaudi, dove mi stupisco di essere atteso. Non perché avessi un impegno, ma così, solo per l’intuito di Bruno Campedelli, libraio e sindaco di Taio, che mi dice "sapevo che saresti passato". Scambiamo parole piacevoli, acquisto dei libri, altri ne ordino. Parliamo di "primarie" e di organizzare una serata in Val di Non sulle filiere corte. Mostro a lui e al figlio che della libreria è il titolare il progetto del "Café de la Paix" che li riguarda da vicino, e non solo per la vicinanza fisica della libreria al luogo dove sarà realizzato, almeno lo speriamo, il "Café". Chiamo Ugo Morelli mentre lui mi sta scrivendo. Incroci di empatie. Mi dice di leggere il suo editoriale che l’indomani sarà sul Corriere del Trentino, perché mi riguarda.
A proposito di primarie. C’è un gran fermento su quel che dovrà decidere la nuova assemblea del PD del Trentino, chiamata a scegliere il segretario. Si incrociano decine di telefonate, è normale che sia così. Giovanni Kessler ha già detto sui giornali di oggi che non c’è granché da discutere, qualcuno ha preso più voti degli altri ed è quella la scelta obbligata. Se il buongiorno si vede dal mattino…