lunedì, 19 ottobre 2009
19 Ottobre 2009
lunedì, 4 ottobre 2010
21 Ottobre 2009martedì, 20 ottobre 2009
Inizia una tornata consiliare piuttosto impegnativa. Due i Disegni di legge di una certa rilevanza che arrivano in aula in questa sessione, quello sulle microaree per Sinti e Rom e quello sulle Filiere corte e l’educazione alimentare. Ma in prima battuta esaminiamo la questione delle difficoltà del caseificio di Fiavé-Pinzolo-Rovereto, il cui fallimento è stato evitato solo grazie ad un intervento cospicuo da parte della PAT. L’assessore Mellarini ripercorre la storia della vicenda, senza però mettere in evidenza le ragioni più profonde del buco finanziario, ascrivibili – al di là delle ragioni specifiche e della superficialità degli organismi di controllo – ad una scelta di indirizzo politico industriale nel settore, che ha teso a favorire il gigantismo piuttosto che le piccole strutture legate al territorio, la quantità rispetto alle produzioni di qualità. L’immagine di un Trentino che punta su questa filiera produttiva ma dove non si vedono mucche al pascolo, emersa nella discussione, ben si addice a descrivere l’insostenibilità delle scelte compiute. L’aver privilegiato una selezione bovina verso animali da stalla, grandi produttori di latte ma al tempo stesso fragili ed inadatti la pascolo, è stata una scelta poco avveduta che ora paghiamo, soprattutto per effetto di un mercato mondiale dove i costi di produzione sono ben più contenuti di quelli di una zootecnia di montagna come quella trentina. Analogamente, la stessa politica comunitaria ben poco si confà con la nostra zootecnia che ha costi di produzione più elevati di quelli realizzabili in pianura. E’ quasi un preambolo al confronto che si svolgerà sul DDL relativo alle filiere corte, la cui filosofia va proprio nella direzione opposta a quella che ha contribuito non poco al dissesto finanziario del Caseificio di Fiavé.
Arrivano in Consiglio le rappresentanti dell’ANPI, l’associazione dei partigiani italiani, per incontrarmi e discutere le forme di collaborazione con il Forum trentino per la Pace e i Dritti Umani. Illustro loro le linee di lavoro del Forum, dove i temi della memoria occupano un posto di assoluto rilievo. L’Anpi intende aderire al Forum e insieme ci proponiamo, anche con il coinvolgimento del Museo storico del Trentino, di programmare una serie di iniziative comuni.
L’ordine del giorno dei lavori prevede la discussione attorno ad una mozione della Lega Nord che propone l’istituzione di una "Commissione d’indagine sulla gestione degli appalti". Una proposta demagogica e inguardabile tanto è faziosa. Ma c’è un piccolo colpo di scena. La Lega propone un emendamento sostitutivo e presenta un testo del tutto simile a quello che Gianni Kessler aveva proposto al nostro gruppo consiliare ma che non aveva avuto seguito. Tant’è vero che il consigliere della Lega Civettini, nell’illustrare la mozione dice apertamente che questo testo è stato elaborato con il concorso di consiglieri della maggioranza. L’imbarazzo è grande, anche perché non è la prima volta che questo cliché si ripete. Vi lascio immaginare l’incazzatura di Dellai, ma stavolta perde la pazienza lo stesso vicepresidente Alberto Pacher che definisce anche il documento emendativo privo di fondamento ed inaccettabile. Ne dovremo parlare, perché questa specie di trasversalità non aiuta certo il clima interno alla maggioranza.
Arriva anche la notizia che lunedì prossimo, sempre su richiesta delle opposizioni, è convocata una riunione straordinaria del Consiglio Provinciale sul tema dell’inceneritore. Ormai questa è diventata una tecnica oppositiva, per cercare di imporre un’agenda politica parallela del Consiglio. Del resto bastano sette firme per una tale richiesta ed il gioco è fatto. Anche su questo piano sarà necessario correre ai ripari perché non è accettabile che su ogni cosa si attivino procedure straordinarie. Una seduta straordinaria si è già svolta sul tema dei danni ambientali, a prescindere dal lavoro di mesi della terza Commissione investita del problema, risoltasi per altro con un nulla di fatto. E dopo quella di lunedì prossimo sembra già prendere corpo una proposta per un’ennesima convocazione sulla questione degli istituti professionali del Trentino. Ma, tornando al merito, la questione "inceneritore" sta diventando un tormentone dove si giocano strumentalità e irresponsabilità. Perché al fondo c’è un semplicemente un "non detto" ovvero il "non nel mio giardino". Tutti a parole dicono di voler farsi carico del tema dei rifiuti, ma in buona sostanza ogni proposta di localizzazione degli impianti (per la biodigestione) provoca proteste generalizzate e per quanto riguarda l’incenerimento di quanto non rientra nella differenziata si continua a far finta che la raccolta spinta possa risolvere il problema. Sappiamo che non è così. E comunque se si vuole che il ciclo dei rifiuti venga chiuso in Trentino vanno ricercate le soluzioni praticabili che non siano quella di spostare altrove il problema. Delle soluzioni, per altro, ne abbiamo già parlato in questo sito (vedi articolo "Esiste una politica ambientale in Trentino?).
Finiamo verso le 18.00. Mi vedo un attimo con Enzo Mescalchin e gli consegno un pacchetto prezioso: un sacchetto di terra un po’ speciale, che viene da Kana in Galilea. Verrà analizzata all’Istituto agrario di San Michele, per verificare le condizioni per dar seguito al progetto di cui abbiamo discusso nei giorni scorsi in Palestina.