martedì, 22 settembre 2009
22 Settembre 2009
giovedì, 24 settembre 2009
24 Settembre 2009
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mercoledì, 23 settembre 2009

Giornata zeppa di appuntamenti. Il primo è alle 8.30 ed è la riunione del Gruppo consiliare del PD del Trentino con l’assessore Pacher per discutere delle linee programmatiche sui temi ambientali. In realtà più che un confronto è semplicemente l’illustrazione di un documento di priorità e, al di là di qualche chiarimento, una discussione vera e propria non c’è. Prima che Pacher se ne vada, pongo la questione di un confronto di merito, non perché le priorità non siano condivisibili ma perché credo sia bene condividere in primo luogo un’impostazione di fondo a partire tanto dall’approccio culturale (vedi l’articolo che ho scritto per L’Adige) che dalla considerazione che la vera questione ambientale per il Trentino è rappresentata da un diverso rapporto fra il capoluogo e il resto della provincia, nella distribuzione delle funzioni sul territorio. Detto in altre parole, vuol dire che fin quando tutto viene concentrato sulla città di Trento, gran parte delle scelte legate alla mobilità e alla pianificazione territoriale ne saranno condizionate, oltre al convergere ogni giorno sul capoluogo di decine di migliaia di persone con ciò che significa in termini di "impronta ecologica". Impronta[1] che in Trentino è doppia rispetto a quel che consumiamo di energia e questo non corrisponde certo ad una politica che si vi vuole sostenibile.

Alle 12.30 ci vediamo in San Martino con il gruppo di sostegno alla candidatura di Roberto Pinter a segretario del PD del Trentino. Subito dopo mi vedo a pranzo con Aida Ruffini, presidente dell’Itea. Parliamo di tante cose. Del sud di questo paese, che amiamo. Del progetto del "Café de la paix", il caffè della pace, un luogo di incontro culturale, letterario, musicale, che abbiamo proposto per far conoscere le iniziative del Forum e delle associazioni che vi si riconoscono e per far rivivere un angolo del centro storico di Trento oggi in preda al degrado, nei pressi di Piazza della Mostra. Delle scelte dell’Itea in merito alle modalità di accesso alle case popolari e dei problemi che incontrano nelle "periferie" del Trentino. Dell’iniziativa "Politica è responsabilità" a cui le chiedo di partecipare. Una bella conversazione.

Rientro in ufficio e gli incontri sono senza soluzione di continuità. Inizio con Claudia Vorobiov per uno scambio di idee sull’impostazione del programma 2010 di "Viaggiare i Balcani". Non è che si può mollare tutto all’improvviso e ci tengo di poter dare ancora un contributo alle cose che ho avviato nel corso degli anni. Poi incontro Marco Brunazzo, docente all’Università di Trento e fra i ricercatori che hanno realizzato il Rapporto sulla qualità della democrazia in provincia di Trento. Con Marco sì è avviato, proprio a partire da questa ricerca, una collaborazione per capire quali possono essere le modalità di traduzione della ricerca in iniziative concrete per aiutare la politica e le istituzioni a farsi carico dei nuovi contesti sociali e delle nuove istanze partecipative. Parliamo proprio di questo ed emergono una serie di idee da attivare nei prossimi mesi, in primis il mantenimento dell’impegno assunto dal governo provinciale alla fine della scorsa legislatura ad aggiornare la ricerca ogni due anni. Mi regala il suo "Come funziona l’Unione Europea" edito dalla Laterza edizioni. Con Silvano Pedrini parliamo delle politiche sulla pace e sulla cooperazione internazionale nel Comune di Trento e della necessità che questa tematica venga seguita con attenzione e sistematicità. Arriva Luisa Zancanella che lavora ormai da diversi anni al Forum trentino per la Pace e con la quale dobbiamo sbrigare un po’ di cose burocratiche che pure è necessario seguire e per fortuna che c’è lei ad occuparsene in mezzo a tutto il resto. A Ilaria Pedrini illustro gli sviluppi del progetto "Politica è responsabilità". Avevo trovato in lei un’attenta interlocutrice quando avevo rivolto al PD del Trentino l’idea iniziale di una rete di collegamento web per favorire la circolazione del pensiero e delle informazioni. Alla fine la scelta di andare oltre, di pensare ad un’area di pensiero e di persone trasversale ai partiti del centrosinistra ci ha permesso il dispiegamento di un progetto che richiede uno spazio di libertà difficilmente riconducibile ad un partito. Si potrebbe dire che non tutte le meschinità vengono per nuocere. Legge il documento di proposta e si dichiara onorata di poter esserne parte. Infine mi vedo in piazza Battisti con Emiliano Bertoldi. E’ con la piccola Sofia e la trovo molto cresciuta dall’ultima volta che l’avevo vista. Ora è una bambina molto carina, con due occhioni azzurri azzurri. Ci sono anche i nonni e così scopro che il papà di Emiliano era a scuola alle elementari con mio fratello Diego quando, era il 1953, una leucemia se lo portò via a nove anni. E’ la prima volta che mi accade di incontrare un coetaneo di Diego che mi racconta di questo mio fratello che non ho mai conosciuto. Con Emiliano parliamo del congresso del PD del Trentino e di un suo possibile coinvolgimento. E mi fa davvero piacere trovare una sua disponibilità.

Ritorno in ufficio e con Bruno Dorigatti andiamo a prenderci un panino prima dell’assemblea congressuale a Ravina. Lui è lì per sostenere la candidatura di Bersani e proprio Bruno è il primo dei sette interventi previsti. L’idea di non separare la discussione sulle mozioni nazionali da quelle per la segretaria del PD del Trentino è davvero infausta e costringe le persone presenti (molte delle quali non iscritte, ma siamo in un circolo che non ha saputo ancora raccogliere le potenzialità che potrebbe esprimere) a seguire un’ora e mezza di interventi non sempre vivacissimi, per così dire. Nel presentare la candidatura di Roberto, provo a spiegare perché lo ritengo la figura più adatta a quel ruolo e a buttar lì un po’ di idee su quel che dovrebbe essere a mio avviso il PD. Lo riassumo nei pochi minuti a disposizione in tre suggestioni: un partito capace di interpretare il proprio tempo e a titolo di esempio parlo della crisi globale e della sua natura strutturale tutt’altro che superata; un partito europeo, capace di un approccio culturale e di un pensiero post-nazionale a fronte di un’Europa in profonda crisi e così parlo del voto per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo che ha coinvolto solo il 42% degli aventi diritto, il 60% dei quali hanno sostenuto partiti euroscettici; un partito territoriale capace di essere insieme locale e globale ma soprattutto di stare sul territorio e di coglierne le prerogative, lo spaesamento, le paure.

Anche a Ravina, il dibattito fatica a svilupparsi, qualche domanda di chiarificazione sulle modalità di svolgersi del congresso nazionale e trentino e poi al voto. Bruno non è molto contento dell’esito perché a Ravina prevale nettamente Franceschini ma si tira su il morale con i dati che vengono da Avio dove invece la situazione è opposta. Il tutto, devo dire la verità, non mi appassiona affatto.

Sono passate le 23.00 e provo ad imbandirmi la tavola per la cena. Dopo un po’, un pipistrello viene a farci compagnia e allora lascio tutto aperto e buona notte.


[1] Per impronta ecologica s’intende la "porzione di territorio" (sia essa terra o acqua) di cui un individuo, una famiglia, una comunità, una città, una popolazione necessita per produrre in maniera sostenibile tutte le risorse che consuma e per assorbire i rifiuti

 

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