lunedì, 21 settembre 2009
21 Settembre 2009
mercoledì, 23 settembre 2009
23 Settembre 2009
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martedì, 22 settembre 2009

Riprendo in mano "la Repubblica" di sabato scorso. Nell’inserto "R2" tre pagine sono dedicate al Quars, il Rapporto annuale sulla qualità della vita nelle regioni italiane promosso dalla campagna "Sbilanciamoci". Iniziativa che nel corso degli anni ho visto nascere e crescere quando tutti ancora ricorrevano al PIL o al reddito pro capite quali misuratori del benessere dei territori. Poi piano piano si è cominciato a capire che il numero di sportelli bancari non misura necessariamente il benessere… ed ora questo riconoscimento sul principale quotidiano di questo paese.

Nel 2008 la presentazione dell’indagine Quars è stata fatta a Trento, considerando che ormai da anni la nostra regione è al primo posto dell’indice. E con un’inchiesta dedicata proprio alla declinazione in Provincia di Trento di ciascuno dei sette macro indicatori del Rapporto. Con Giulio Marcon che ne è il responsabile nazionale siamo amici da tanti anni, insieme siamo stati fra i protagonisti dell’esperienza del Consorzio Italiano di Solidarietà (ICS) e successivamente abbiamo continuato a frequentarci per via di un sentire politico e culturale comune. Telefono a Giulio per complimentarmi dell’uscita su "la Repubblica" e per dirgli che potremmo organizzare a Trento la presentazione dei punti chiave della "Cernobbio alternativa" alla quale non ho potuto partecipare, trovando una cornice meno propagandistica e più attenta alle criticità anche per ragionare sul Quars che pure ci mette anche quest’anno al primo posto in Italia.

Alle 10.00 inizia il Consiglio regionale. All’ordine del giorno il parere sulle proposte di legge costituzionali relative all’intesa fra Stato e Regioni Autonome. Un voto scontato, almeno in questa assise (non sarà così in Parlamento) ma che comunque suscita dibattito anche perché ancora vive sono le immagini relative alla sfilata di Innsbruck in nome di Andreas Hofer e della vittoria dei Tirolesi contro i Bavaresi. Campeggiava uno striscione con la scritta "Guardare al futuro", ma il richiamo a costruire identità che guardano al passato è molto forte. Il dibattito che ne segue in Consiglio è scontato e non mi appassiona.

Nell’intervallo ci riuniamo per fare il punto sulle adesioni al progetto"Politica è responsabilità", la cosa prende sempre più corpo in forma trasversale all’area di centrosinistra e pensiamo che ad ottobre potrebbe prendere il via.

Ritorno in Consiglio, che procede nella sua inessenzialità. Sono sempre più convinto che occorra una proposta per dare significato all’incontrarsi delle due autonomie provinciali, in una prospettiva che non può essere che europea. Nel frattempo, cerco di usare il tempo per portarmi avanti con altri lavori, ma non è così facile e non mi va di disertare il mandato che ho ricevuto.

Il tempo di andare a casa, mettere su un piatto di orecchiette e poi di corsa all’assemblea congressuale del mio Circolo, quello del Bondone. Sette relazioni (tre nazionali e quattro provinciali) mettono alla prova tutti i presenti, compreso quelli di più lunga navigazione. L’unico intervento dopo le relazioni sarà il mio, uso qualche minuto in più dei tre che mi vengono messi a disposizione per spiegare quel che vorrei che il PD fosse e che ancora non è e del mio non schierarmi per il voto sul candidato a segretario nazionale. Vedo apprezzamento per ciò che dico e dopo la votazione la serata finisce, come si suol dire, a tarallucci e vino a casa nostra.

 

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