venerdì, 28 agosto 2009
28 Agosto 2009
lunedì, 31 agosto 2009
31 Agosto 2009
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lunedì, 31 agosto 2009
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domenica, 30 agosto 2009

Sono i giorni in cui scadono i termini per la presentazione delle candidature alla segreteria del PD del Trentino. Lunedì 31 infatti devono essere presentate le firme a sostegno delle proposte per il ruolo di segretario e fino a ieri non erano ancora chiare le proposte che sarebbero rimaste al palo e quelle che effettivamente si sarebbero concretizzate. Tant’è che la candidatura del senatore e sindaco di Riva del Garda Claudio Molinari è stata ritirata e si è invece concretizzata quella di Renato Veronesi, sindaco di Arco.

Così il quadro, salvo imprevisti dell’ultima ora, dovrebbe essere chiaro. I candidati alla segreteria del PD del Trentino sono quattro: Michele Nicoletti (professore universitario, sostenuto da Gianni Kessler), Roberto Pinter (già vicepresidente della PAT, che ha raccolto un consenso trasversale), Giorgio Tonini (senatore ed espressione della mozione Franceschini) e Renato Veronesi (espressione della mozione Bersani). Mi scuso sin d’ora per la semplificazione, perché in realtà ciascun candidato è questo ed altro, le quattro candidature percorrono storie e sensibilità politiche non riconducibili alle aree che hanno dato vita al PD del Trentino. Solo due candidati su quattro si richiamano alle dinamiche congressuali nazionali e questo è un bene.

Ed è un bene che la dialettica si sviluppi in maniera articolata, per cui ritengo che queste candidature possano garantire un adeguato confronto sui contenuti progettuali per il Trentino e sul governo provinciale, sull’identità politico culturale del PD del Trentino, sulla forma partito e sul rapporto con il partito nazionale.

Le regole congressuali prevedono il deposito di almeno 80 firme a sostegno di ciascuna candidatura con almeno dieci adesioni da ognuno dei quattro collegi elettorali. E i sottoscrittori devono essere iscritti al PD del Trentino. Non è un grande lavoro, ma nemmeno così scontato visto che la raccolta avviene nelle ultime ore.

Fino all’ultimo infatti erano (e sono) possibili scomposizioni e ricomposizioni. Difficile ad esempio comprendere come persone e storie collettive che si richiamano alla sinistra e alle sensibilità sociali possano riconoscersi nella candidatura di Veronesi, ma i congressi mettono in conto anche contorsionismi tattici talvolta incomprensibili.

Anch’io do una mano a Roberto Pinter nella raccolta delle adesioni. C’è una storia politica affine, c’è un richiamo ad un processo di cambiamento che non si esaurisce nel rispetto delle regole ma che richiede forte attenzione alle condizioni sociali dei soggetti più deboli, c’è un approccio e una comune sensibilità sui temi della pace e dei diritti, c’è una scelta che è anche la mia di non schierarsi per alcuna delle mozioni politiche nazionali, c’è l’idea comune che il processo politico che ha portato alla formazione del PD del Trentino non debba considerarsi esaustivo di una sperimentazione politica che vorremmo più aperta e sensibile alle istanze territoriali. 

E’ un susseguirsi di telefonate e di contatti, come è normale che sia. Fermo restando che da domani vorrei tanto che fossero i contenuti a dare il segno di un partito vivace e creativo. Avrebbe già dovuto essere così, in modo che le candidature potessero delineare le idee piuttosto che le vecchie appartenenze o l’adesione ad uno schema congressuale nazionale che in Trentino appare superato, ma c’è tutto il tempo per rimediare.

 

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