giovedì, 30 luglio 2009
30 Luglio 2009lunedì, 3 agosto 2009
3 Agosto 2009sabato,1agosto 2009
Ore 17.00. C’è una grande folla ad accompagnare Rino verso l’ultima dimora. Era il primo giugno quando appresi la notizia dell’aereo precipitato nell’oceano con 228 persone a bordo e fra loro Luigi Zortea, Gianni Lenzi e Rino Zandonai. Esattamente dopo due mesi una bara viene portata a spalle lungo la breve salita che porta al piccolo cimitero di Pedersano. Nella mente scorrono i ricordi di viaggi e di incontri, fotogrammi di una vita spesa per gli altri e perché questa era la sua vita. In questi due mesi ho continuato a pensare Rino in fondo al mare, accanto a Luigi e Gianni, e insieme ai tanti naufraghi di un mondo che costringe milioni di persone ad emigrare lungo rotte incerte e che Rino avrebbe voluto diverso. E invece, testardo com’era, ha voluto a tutti i costi ritornare, come a dare conforto ai suoi cari e alla sua anziana mamma. Un luogo in cui piangere e dove pregare. Quando in Consiglio provinciale venne fatta la commemorazione, mi venne spontaneo dedicare a Rino, Gianni e Luigi qualche parola di Vinicio Capossela. Non trovo di meglio, nel giorno dell’ultimo saluto all’amico Rino, che riportare il testo di quella ballata.
Santissima dei naufragati
E venne dall’acqua
Venne dal sale
La penitenza
Dall’amaro del mare
E il comandante avanza
E niente si può fare
Vuole una morte
La vuole affrontare
E lì l’attendeva
Dove il sole cala
Cala e non muore
E l’acqua non lo lava
E il demone lo duole
Sui banchi d’acqua stregati
Di olio e petrolio
E il vento non alzava
E il mare imputridiva
Legati a un solo raggio
Tutti presi in ostaggio
Avanzavamo lenti
Senza ammutinamenti
Il comandante è pazzo
E avanza nel peccato
E il demone che è suo
Adesso vuole mio
Brinda con il sangue
All’odio ci convince
Che se è sua la barca che vince
Dev’essere la mia
E gli occhi non videro
Non videro la luce
Non videro la messe
Che altri non l’avesse
E il cielo fece nero
E urlò la nube al cielo
E s’affamò d’abisso
Che tutti ci prendesse
Oh madre mia
Salvezza prendimi nell’anima
Oh madre mia..
Le ossa nell’acqua
Anime bianche
Anime salvate
Anime venite
Anime addolorate
Che io abbia due soldi
Due soldi sopra gli occhi
Due soldi per l’onore
Due monete in pegno
Per pagare il legno
La dura voga del traghettatore
Vieni occhi di fluoro
Vieni al tuo lavoro
Vieni spettro del tesoro
La vela tende, il vento se la prende
La vela cade, le erinni allontanate
E accesi sui pennoni
I fuochi fatui
I fuochi alati
Della santissima
Dei naufragati…
Oh matri mia…
Salvezza prendimi nell’anima
Il tempo stremava
L’arsura ci cuoceva
Parlavamo a levare
Il silenzio dal mare
E il legno cedeva all’acqua suo pianto
La vela cadde la sete ci asciugò
Acqua, acqua, acqua in ogni dove
E nemmeno una goccia,
Nemmeno una goccia da bere
E gli uomini spegnevano
Spegnevano il respiro
Spegnevano la voce
Nel nome dell’odio che tutti ci appagò
Il cielo rigò
Di sbarre il suo portale
Il volto di fuoco dentro imprigionò
Lo spettro vedemmo
Venire di lontano
Venire per ghermire
Nero di dannazione
VitainMorte
VitainMorte
Quello era il suo nome
Oh matri mia..
Salvezza prendimi nell’anima
Oh matri mia…
Salvezza prendimi..
Questa è la ballata
Di chi si è preso il mare
Che lapide non abbia
Nè ossa sulla sabbia
Né polvere ritorni
Ma bruci sui pennoni
Nei fuochi sacri
I fuochi alati
Della santissima dei naufragati….
Oh santissima dei naufragati
Vieni a noi
Che siamo andati
Senza lacrime
Senza gloria
Vieni a noi
Perdon pietà
Un ultimo abbraccio, caro Rino.
