mercoledì, 31 marzo 2010
26 Luglio 2009giovedì, 21 gennaio 2010
28 Luglio 2009lunedì, 27 luglio 2009
Ho un sacco di cose da scrivere e nel fine settimana non sono riuscito a trovare un momento di tranquillità. Approfitto dunque del mattino libero da impegni istituzionali per preparare un articolo ed un corsivo per "Consiglio provinciale cronache": il prossimo numero ospiterà una pagina dedicata all’attività del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani e vorrei che emergesse l’impronta innovativa che vogliamo dare a questo organismo.
Verso le 11.00 sono in ufficio. Un’occhiata alla posta e poi mi immergo di nuovo nella scrittura. O almeno ci provo. Al gruppo c’è Michele Kettmaier e così trovo l’occasione di parlargli sugli sviluppi del progetto "Etica e partecipazione". Lo vedo molto interessato all’idea e alle proposte che stanno uscendo, e mi dice che se vogliamo possiamo contare su di lui, che di mestiere si occupa di comunicazione. Ed effettivamente più ne parlo, più l’idea mi sembra avvincente. Già questa settimana dovremmo essere in grado di avere una prima bozza di lavoro ed iniziare a raccogliere le adesioni.
Vedo Roberto Pinter che sta lavorando alacremente alla proposta di una sua candidatura alla segreteria del PD del Trentino. Sta raccogliendo importanti adesioni trasversali alle diverse anime che hanno dato vita al partito in Trentino e questa è necessariamente la strada, se vogliamo che il confronto congressuale non sia la fotografia, peraltro sbiadita, delle vecchie appartenenze. Ci scambiamo due opinioni e via. Una mela e poi è ora di andare in Consiglio provinciale.
La convocazione è straordinaria, frutto della richiesta, come da Statuto, di 1/5 dei consiglieri, per discutere della mozione presentata dalla Lega Nord sul tema dell’inquinamento ambientale e dei controlli sulle discariche. Il pretesto è stata l’iniziativa della magistratura che ha messo sotto sequestro alcune aree di bonifica agraria in Valsugana dove sarebbero finiti ingenti quantità di materiale di scarto dell’Acciaieria di Borgo.
Una scelta pretestuosa e strumentale, che rischia di vanificare o mettere in secondo piano il lavoro svolto dalla Terza Commissione investita di poteri di indagine proprio su questo argomento. La Commissione concluderà il suo lavoro – fatto di ore e ore di ascolto di istituzioni, servizi, agenzie, associazioni, enti locali, comitati per cercare di comprendere cosa non abbia funzionato e quali siano gli eventuali provvedimenti da assumere per aumentare l’attività di controllo e di prevenzione dell’inquinamento – il primo di ottobre per arrivare in aula dopo qualche settimana. Che senso ha una discussione su una mozione, quando il Consiglio sarà chiamato a breve a discutere dell’esito della Commissione d’indagine?
Per questo come maggioranza decidiamo di affidare la risposta al presidente della Terza Commissione Roberto Bombarda, che illustra a grandi linee il lavoro svolto, e al presidente Dellai che proprio dal lavoro della Commissione trae spunto per indicare la serietà con la quale il Consiglio sta lavorando e l’Amministrazione collaborando affinché possano emergere eventuali falle presenti nel sistema. Ma anche per rivendicare con forza il fatto che non è serio dipingere la provincia di Trento come un territorio nelle mani della criminalità ambientale, se è vero, come è vero, che siamo ai primi posti in tutte le inchieste sulla qualità ambientale nel nostro paese.
La minoranza rimane con le pive nel sacco ed il tentativo di appropriarsi di un tema per agitarlo all’opinione pubblica facendo rumore viene vanificato. La mozione è respinta e la riunione si chiude. Come spesso accade, si è perso tempo ed è disdicevole che le istituzioni vengano svilite da un modo di intendere la dialettica fra maggioranza e opposizione improvvida e propagandistica. Ma forse da parte della Lega è proprio quel che si vuole.
In serata mi rimetto al computer, ma dopo un po’ prevale la stanchezza. Riesco a scrivere queste note e poi mi butto su un libro che da qualche giorno allieta le ore serali. S’intitola "La ragazza della Mura", l’autore è Feri Lainšček (Beit Edizioni), scrittore sloveno, che ambienta il suo romanzo all’inizio degli anni ’40, ai confini fra Slovenia ed Ungheria. Amo le storie di fiume e la Mura è, come s’intuisce e come spesso accade in quel pezzo d’Europa, uno dei tanti rivoli impetuosi destinato a finire inesorabilmente nel Danubio.
