giovedì 16 luglio 2009
16 Luglio 2009
lunedì 20 luglio 2009
20 Luglio 2009
giovedì 16 luglio 2009
16 Luglio 2009
lunedì 20 luglio 2009
20 Luglio 2009

venerdì 17 luglio 2009

La data indica prudenza. Ma gli impegni della giornata sembrano tranquilli e dunque li affronto in tutta serenità. Silvia è stata nostra ospite serale per quasi tutta la settimana e stamattina lei riparte per Torino. L’accompagno in centro e penso fra me che mi spiace di non averle potuto dedicare più tempo. In compenso le ho fatto conoscere il "Dies Irae", una Falanghina della provincia di Benevento che nella calura di questi giorni scorsi era una meraviglia.

Alle 9.00 sono in Provincia, all’assessorato per la solidarietà internazionale, dove c’incontriamo per definire la convenzione per l’attività di Osservatorio Balcani e Caucaso. L’Osservatorio è uno degli investimenti che la nostra comunità ha avuto l’intelligenza di sostenere ed oggi, con i suoi oltre duecentomila contatti quotidiani, rappresenta un punto di riferimento europeo.

Rientro in ufficio dove inizio a lavorare su un pezzo per L’Adige che uscirà domenica relativo all’ordine del giorno approvato per mettere a disposizione ai diciottenni che lo vorranno un abbonamento, online o cartaceo, a condizioni molto agevolate.

Lì mi raggiunge Chiara, una studentessa che frequenta l’Università di Bologna. Ha letto "Darsi il tempo" e mi dice che vorrebbe fare una tesi sullo sviluppo locale a Prijedor. Ne ha parlato con il professor Segrè, che conosco da anni e che ha un approccio analogo al nostro di pensare la cooperazione internazionale. Le spiego un po’ quel che si sta facendo in questo momento e concordiamo gli argomenti sui quali potrebbe lavorare nello stage che vorrebbe svolgere nella cittadina bosniaca.

Salta un appuntamento a mezzogiorno e ne approfitto per portarmi avanti con un po’ di lavoro. Al Gruppo non c’è quasi nessuno e allora mi intrometto in una conversazione fra Marina e Michele che lì lavorano da anni. Parliamo dell’estemporaneità delle attività che vi si svolgono e dell’assenza di un approccio collettivo, tema che ho già posto nelle scorse settimane al Gruppo. Che richiede, evidentemente, un livello di coesione ancora tutto da costruire.

Nel primo pomeriggio c’è in Regione la Conferenza di informazione sulle attività della "Trentini nel Mondo" in Sudamerica. Sin dalle prime battute s’avverte un clima di tensione, che riecheggia nelle stesse parole del presidente Dellai nel suo invitare ad un confronto sereno e costruttivo. Nei giorni della tragedia dell’Airbus francese inabissatosi nell’oceano atlantico che si è portato via Rino, Luigi e Gianni, attorno all’attività della "Trentini nel Mondo" c’era stato un grande riconoscimento. Ma oggi riemergono divisioni e discredito. La cosa mi infastidisce non solo perché sono molto vicino all’associazione e all’impegno di Ciro Russo che dal 1992 coordina i programmi in America Latina, ma per il fatto che le critiche sembrano prevalentemente il frutto del pettegolezzo (e del rancore) che altro.

Nell’illustrare il quadro dei progetti avviati nel corso degli anni Ciro evita (forse sbagliando) di parlare di queste e di altre difficoltà, degli errori che sempre si commettono quando si opera in contesti tanto diversi, e dunque delle riflessioni e dei cambiamenti che sono intervenuti nel corso del tempo nell’impostare con responsabilità una relazione con territori sparsi in un continente, non solo dunque con i discendenti dell’emigrazione trentina ma con la sua complessità generale. Che emerge dall’ampiezza degli interventi realizzati, ampiezza che fa tremare i polsi solo a veder scorrere dati e cifre. Incommensurabili rispetto alla profilo culturalmente inconsistente delle critiche che vengono rivolte.

Dopo un po’ me ne vado. Non sarà facile ricostruire un tessuto unitario e condiviso di azione. Voglio parlarne con la Trentini nel Mondo. La settimana prossima avremo proprio nella loro sede l’incontro di uno dei focus tematici del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani dedicato al tema delle migrazioni e delle nuove cittadinanze (ma insieme anche della memoria) e mi piacerebbe potesse nascere una collaborazione virtuosa.

 

Comments are closed.