mercoledì 15 luglio 2009
15 Luglio 2009
venerdì 17 luglio 2009
17 Luglio 2009
mercoledì 15 luglio 2009
15 Luglio 2009
venerdì 17 luglio 2009
17 Luglio 2009

giovedì 16 luglio 2009

Anche oggi Consiglio Provinciale. Prima ancora che inizi il Consiglio parlo con qualche esponente delle minoranze per cercare una convergenza più ampia sulla prima mozione in discussione, quella sull’abbonamento agevolato (cartaceo oppure online) ad un quotidiano locale (o nazionale perché abbia un supplemento di cronaca locale) ai diciottenni che ne faranno richiesta. Del resto la proposta nasce in Francia dal presidente Sarkozy e ha trovato adesioni trasversali anche in Italia. Il Trentino sarebbe però la prima regione italiana a mettere a disposizione dei diciottenni un’opportunità di questa natura, e quindi mi augurerei un voto favorevole molto ampio.

Pia illusione. Non appena illustrata la mozione parte un fuoco di fila che vede gli esponenti della Lega, del PDL e il consigliere Giovanazzi parlare apertamente di tentativo di ammiccarsi la stampa locale o di voler fare demagogia per conquistare consenso fra i giovani (sì, Giovanazzi, che certo non è un giovanotto e che non ha esitato a novembre, pur di racimolare qualche voto, a fare lui una lista di giovani). I quali, per altro, si dice che non sarebbero interessati a strumenti di questa natura perché sono ben altri i canali d’informazione che verrebbero utilizzati. Tesi contraddittorie fra loro, ma non importa. Qualcuno dimostra nel proprio argomentare di non aver nemmeno letto la proposta, ma anche questa non è una novità.

La maggioranza, pur con qualche inevitabile distinguo, è compatta. Provo ad interloquire, almeno con quei consiglieri dell’opposizione come Ferretti che svolgono argomentazioni ragionevoli, nel tentativo di evitare contrapposizioni strumentali e di assicurare che questa proposta fa il paio con altre già approvate dal Consiglio a sostegno della conoscenza e dell’avvicinamento dei giovani (e non solo) alla lettura. Ma nella maggioranza ci sono molti assenti e l’opposizione vede la possibilità di metterci sotto. La votazione esprime 14 voti a favore e 13 contrari (solo per la momentanea assenza di un consigliere del PDL) e così apriti cielo. Contestazioni, urla, contro il vicepresidente del Consiglio che pure ha confermato senza esitazioni l’esito del voto.

Rimango basito di tanta disonestà intellettuale. Dopo qualche scaramuccia verbale il Consiglio riprende l’esame delle mozioni. Ce ne sono a raffica e nonostante la maggioranza tenda ad avere un atteggiamento aperto verso le proposte (almeno quelle ricevibili) dell’opposizione, la scena si ripete. Quando all’ordine del giorno arriva la mozione del PD (prima firmataria Sara Ferrari) per ripristinare la Sovrintendenza ai beni archeologica soppressa qualche mese fa dalla Giunta, a scatenare la bagarre è il consigliere Morandini, il quale attacca il PD per aver presentato una proposta in questa direzione dopo che una sua sullo stesso argomento era stata bocciata un paio di mesi fa. Al tempo, per la verità, si era provato a concordare un testo condiviso, ma Morandini non aveva voluto accettare mediazioni e dunque la mozione era stata respinta. Le espressioni verbali e i giudizi che vengono espressi indicano un livore che neanche la diretta televisiva può giustificare. Quasi che le espressioni elettorali di novembre, di maggio e di giugno non avessero dato un messaggio chiaro, in particolare verso chi ora parla di voto conquistato in forma clientelare.

Alle 11.00 è annunciato un presidio sotto il Palazzo della Regione per la presentazione dell’appello del mondo associazionistico contro il "pacchetto sicurezza". Quando scendo rubando qualche minuto al lavoro consiliare (nella speranza di non andare in minoranza) c’è già un bel po’ di gente. Saluto Fabio Pipinato (che dell’iniziativa è uno dei promotori) e un po’ dei presenti e ritorno rapidamente in aula. Vedo Gianni Rigotti, vecchio amico e compagno che da anni si è trasferito dalla Val di Non a Novafeltria. Ma le radici si fanno sentire e negli ultimi mesi (ora che è in pensione) ritorna qui frequentemente.

Nell’intervallo una bruschetta veloce con Roberto Pinter che mi aggiorna sulle adesioni verso la sua candidatura a segretario del PD del Trentino e ci scambiamo un po’ di idee sulle notizie giornalistiche che danno Giorgio Tonini come possibile candidato alla segreteria. Poi di nuovo in aula, e la musica non cambia.

Si discute di una mozione sul servizio postale in Trentino, sottoposto a privatizzazione e alla progressiva perdita della funzione sociale che soprattutto nelle aree periferiche da sempre l’ufficio postale ha avuto, e sulla necessità che la nostra autonomia acquisisca anche su questo piano una competenza diretta. Tempestivamente mi chiama Pippo che alle poste lavora da una vita per chiedermi se ho bisogno di avere qualche dritta, ma la cosa nonostante la minoranza fila liscia.

Alle 16.00 ho un appuntamento con l’assessore Lia Giovanazzi Beltrami per confrontarci sul rapporto fra il Forum per la Pace e i Diritti Umani e l’assessorato alla solidarietà internazionale che dirige. All’incontro partecipano, oltre all’assessore, i dirigenti Carlo Basani, Marco Viola e Luciano Rocchetti. Visto che si esita a prendere la parola, inizio io parlando del percorso che ho proposto al Forum nel cercare di segnare una sua identità fatta di manutenzione delle parole e di non sovrapposizione dei ruoli. Mi viene espressa una totale condivisione e allora scherzosamente mi viene da metterli in guardia perché il riferimento al paragrafo g) dell’articolo 7 della legge istitutiva del Forum a cui faccio riferimento indica un passaggio non di minore, ma di maggiore impatto sull’insieme dell’azione politica della PAT sul piano della diffusione di una matura ed esigente cultura della pace e dei diritti umani. Ma va bene così. Rimaniamo anche con l’assessore sulla necessità di vederci periodicamente per fare il punto sulle nostre agende e per sintonizzare azioni e priorità. Proprio mentre sono in riunione squillano i messaggi per un rapido ritorno in aula, perché siamo di nuovo in bilico, ma quando rientro il pericolo è passato.

Verso le 17.30 devo lasciare definitivamente i lavori perché di lì a poco inizia una tavola rotonda sul Tibet e il tema dei diritti umani. Fuori dalla sala della Fondazione Caritro il caldo è insopportabile ma anche dentro non si scherza. La gente non è molta ed il confronto un po’ ne risente. Provo a dire che sono stanco di parlare di diritti umani sempre più evocati ma anche negati e della necessità di interrogarci sul significato di parole banalizzate e svuotate di senso. Mi soccorrono quelle scritte dal Dalai Lama nella prefazione del bel libro di Eva Pföstl "La questione tibetana", edito da Marsilio che recitano: «L’autonomia, dunque, piuttosto che la sovranità, dovrà divenire il principio fondamentale per l’organizzazione delle comunità politiche». Parole che pesano come macigni e che corrispondono esattamente a ciò che con Mauro Cereghini abbiamo scritto nel nostro "Darsi il tempo" nell’auspicare quel salto di paradigma capace di mettersi alle spalle la cultura novecentesca dello "stato-nazione" per abbracciare una visione post-nazionale. Avverto davanti a me sguardi alla ricerca di solidarietà già mille volte sperimentate piuttosto che stimoli per capire il perché, ed è una ragazza dal pubblico a chiederlo, la storia continui a ripetersi nella sua tragicità dei campi di concentramento e l’uomo continui a farsi del male. Avrei una risposta che mi riporta ad un tema che mi è molto caro (e generalmente eluso) come quello dell’elaborazione del conflitto, ma il monaco che è al tavolo con noi offre una risposta molto individuale (che pure condivido) sulla necessità di predisporsi al bene, all’ascolto e al sorriso.

Con Günther Cologna, responsabile dell’associazione Italia – Tibet, Lidia e Luciana Chini, che della causa tibetana hanno fatto motivo di impegno culturale e politico, andiamo a prendere qualcosa in piazza del Duomo. La conversazione è piacevole e spazia dal Sud Tirolo all’Iran. Più tardi ci sarebbero altre interessanti occasioni d’incontro, ma per oggi ne ho abbastanza.

 

Comments are closed.